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Truffe ai danni degli anziani: ecco come agiscono i malviventi

1 ago 2007
Gendarmeria
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A farne le spese sono le categorie sociali più deboli, in primo luogo gli anziani, soprattutto quelli che vivono soli. Provando, magari, piacere nell’intrattenersi a parlare con qualcuno o ponendosi in un atteggiamento di buona fede, spesso faticano a riconoscere l’imbroglio. Ma truffe e raggiri sono sempre più spesso alla porta. E’ proprio il caso di dirlo: quelle a domicilio sono, infatti, le più frequenti. Banali i pretesti. Lo vediamo dai recenti fatti di cronaca. Modalità più diffusa è quella di spacciarsi per funzionari di enti e uffici pubblici, (solitamente di acqua, telefono, gas, servizi sociosanitari o ufficio pensioni): c’è chi si presenta in casa chiedendo di fare accertamenti burocratici o chiedendo di fare controlli sul pagamento di utenze o per riscuotere bollette. Con lo stesso escamotage molti agiscono anche telefonicamente: segnalando irregolarità di pagamenti, chiedono poi di presentarsi a casa. Altrettanto frequenti i casi di truffa legati all’espediente della vendita porta a porta di oggetti di vario tipo o di servizi assicurativi e bancari.
Scuse anche più banali: lo scorso gennaio, una giovane, con il pretesto di cambiare 100 euro per fare benzina, si è introdotta nella abitazione di una anziana di Acquaviva, finendo per sottrarle l’intero portafogli.
Ancora un espediente per far leva sulla ingenuità dei malcapitati: fingersi vecchi amici di figli o parenti e presentarsi con la scusa di dover riscuotere soldi per l’avvenuta vendita di oggetti di valore o per prestiti concessi. Anche un identikit del malvivente: quasi sempre donna, giovane o di mezza età, ben curata nell’aspetto. Quando non è sola, è solitamente con lei un uomo, pure di mezza età, spesso un giovane.

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