A fine stagione gli operatori del turismo fanno i conti con gli incassi di una delle peggiori estate degli ultimi anni. Crisi e pioggia: un'accoppiata funesta. “E' stata una stagione dimezzata”, lamenta ci racconta un bagnino di Rimini. “Abbiamo perso il 20% rispetto all'anno scorso”, lamenta un altro. La mozione per interventi al settore, sottoscritta anche dal deputato Pd riminese Emma Petitti non capita quindi a caso. Si chiede al Governo di attivarsi, attuando subito le disposizioni del decreto legge cultura e turismo. E di muoversi anche sul fronte delle concessioni demaniali, con una riduzione dei canoni del 50% in presenza di eventi dannosi eccezionali. Ma i bagnini hanno altre idee su come risollevare il comparto. “Non vogliamo agevolazioni fiscali, ma essere trattati con giustizia”, afferma Mauro Vanni, presidente della Cooperativa Bagnini di Rimini. La riduzione del Canone è un elemento delicato da toccare, e il suo importo non è determinante. Quello che interessa è l'Iva agevolata. Gli stabilimenti sono riconosciuti come attività turistiche, ma versano il 22%, contro il 10 di alberghi e campeggi. Gli fa eco Danilo Pieraccini, presidente dei Bagnini di Cervia. “L'iva la paga il turista – spiega - e ci rimette tutta l'Italia se va in vacanza altrove.” Il gap con i competitori esteri è notevole, la concorrenza è spietata. In Francia, ad esempio, le attività turistiche pagano il 4%. I bagnini non vogliono sconti, ma essere competitivi.
Una riflessione, poi, sugli studi di settore. “Dovrebbero tenere conto delle condizioni meteo – continua Pieraccini - per non contestare un incasso che non è stato fatto perché pioveva”.
Una riflessione, poi, sugli studi di settore. “Dovrebbero tenere conto delle condizioni meteo – continua Pieraccini - per non contestare un incasso che non è stato fatto perché pioveva”.
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