Una doccia fredda che arriva dopo la condanna in primo grado nel procedimento per truffa a carico dell’ex direttore Adriano Pace e due clienti della banca, Stefano Marangoni e Maurizio Frezza. Il giudice per le appellazioni, David Brunelli, ha di fatto cancellato la decisione del collega Battaglino, rinviando tutto il fasciolo al giudice inquirente. “Il fatto – si legge nella sentenza – non corrisponde al capo d’accusa”. “Una sentenza inaspettata” si limita a commentare l’avvocato Andrea Belluzzi, legale di quella che ora è la SMIB, San Marino International Bank, costituitasi parte civile nel procedimento. Non aggiunge altro l’avvocato Belluzzi, in attesa di leggere neil dettaglio la sentenza d’appello e di conferire con il Commissario della Banca. I fatti, lo ricordiamo, risalgono al 2006: una serie di finanziamenti senza adeguate garanzie, che hanno portato ad un buco di 10 milioni di euro e ad un danno patrimoniale pari a 19 milioni di euro. Quattro anni dopo il Giudice Battaglino, in una corposa relazione, aveva definito i contorni del raggiro e dimostrato la responsabilità dei soggetti condannati. A 3 anni e sei mesi l’ex direttore, Pace e l’imprenditore, Marangoi, a 1 anno e 9 mesi Frezza, per il concorso in operazioni pari a 1 milione e mezzo di euro. Oggi il colpo di spugna, che secondo esperti del diritto potrebbe dilatare i tempi fino al rischio di cadere in prescrizione. La partita però sembra restare aperta, almeno sotto il profilo civile, considerate le azioni giudiziarie già avviate. Così come si guarda al processo aperto anche in Italia, considerato alla stregua di una Banca del Titano Bis. Resta il rammarico per la mancata possibilità di accertare, ancora una volta, la verità dei fatti e stabilire quali siano, nel complesso, le responsabilità.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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