Al termine di una storica maratona negoziale notturna di 17 ore Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande hanno concluso a Minsk il vertice in “formato Normandia” con una dichiarazione comune che sostiene gli accordi dello scorso settembre, a partire da un cessate il fuoco che entrerà in vigore dalla mezzanotte di sabato prossimo. Seguirà il ritiro delle armi pesanti anche se resta controversa la zona della sacca di Debaltsevo, che Kiev non vuole cedere ai separatisti filorussi negando che le sue truppe siano circondate dai ribelli. Ribadito l'impegno a rispettare la sovranità e l'integrità territoriale ucraina. A sua volta, il gruppo di contatto – composto da Mosca, Kiev, Osce e ribelli - ha approvato un documento con una roadmap. “Nonostante tutte le difficoltà, siamo riusciti a concordare sulle questioni principali”, ha commentato Putin, invitando tutte le parti ad evitare “spargimenti di sangue inutili” fino al raggiungimento della tregua. Il leader del Cremlino ha tuttavia sottolineato che Kiev si rifiuta ancora di impegnarsi in un dialogo diretto con i rappresentanti dei miliziani. Per Poroshenko “la principale cosa concordata è il cessate il fuoco senza condizioni”. Hollande e Merkel hanno evocato una “speranza seria”. Ma hanno aggiunto che “c'è ancora molto lavoro da fare”. Sul tappeto restano nodi ancora insoluti, come lo status delle regioni ribelli e il controllo del confine russo-ucraino. E l'Ucraina oggi ha incassato dal Fondo Monetario Internazionale l'estensione del programma di assistenza finanziaria da 17,5 miliardi di euro a circa 40 miliardi di dollari per quattro anni
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