Il fatto che il 98,4% dei votanti si siano espressi contro il piano del Governo di riscrivere la Costituzione, in fondo è un dettaglio, se si considera che il referendum, ovviamente non ufficiale, era stato indetto dalla MUD: il cartello antichavista al quale partecipano una trentina di partiti. Il dato politico importante, infatti, era l'affluenza, che gli organizzatori – alla vigilia - stimavano in 11 milioni di persone. Alla fine – ai gazebo, organizzati anche in Paesi esteri come Spagna ed Italia – si sarebbero presentati 7 milioni di venezuelani – tenendo per buoni i dati dell'opposizione -, su un corpo votante di 19 milioni. Prova di forza parzialmente fallita – insomma – stando ai numeri. “Un simulacro elettorale”, così Nicholas Maduro ha definito l'iniziativa delle opposizioni, che mirava in primo luogo a respingere il progetto che punta alla creazione di un'Assemblea costituente, per rendere più incisivi i poteri presidenziali. Tutto ciò, ad appena due settimane dal referendum ufficiale, indetto dal Governo, restituisce l'immagine di un Paese sostanzialmente diviso, dove da mesi – con l'inizio delle manifestazioni antichaviste, divenute di volta in volta più violente, e la repressione – si vive un clima di sostanziale anarchia e insicurezza. Anche in queste ore si sono registrati episodi di estrema gravità. Due persone – secondo l'opposizione - sarebbero rimaste uccise, a Caracas, durante le operazione di voto.
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