Conquistare il mercato per vincere la crisi: è questa la premessa e la sfida di Food Marketing Festival, evento che ogni anno richiama a Rimini migliaia di ristoratori. Ben 2.500 al Palazzo dei Congressi, provenienti non solo dall'Italia ma anche da Inghilterra, Germania, Francia e persino da Australia e Sud Africa. Ognuno ha la sua storia ma i problemi sono spesso comuni: dal caro bollette, al costo delle materie prime, alle difficoltà di reperire personale. Ecco che quindi entra in gioco il marketing, per trasformare il locale in un brand riconosciuto.
Questa, almeno, è la promessa di fondo, in un momento non certo facile per il mondo della ristorazione, messo a dura prova prima dalla pandemia, e ora dagli effetti della guerra. In questi anni di sacrifici in molti si sono arresi, schiacciati da concorrenza spietata e costi sempre più alti. Ma non è tagliando i prezzi che si evita di abbassare la serranda, spiega Giuliano Lanzetti ideatore di Pienissimo, prima società di formazione pensata da imprenditori della ristorazione per i loro colleghi. “La guerra spietata dei prezzi – afferma - assottiglia i margini del locale, conducendolo inevitabilmente alla chiusura”.
Max Monet del locale romano “Angeli Rock” e Simone Tasselli di “La Mucca Viola” di Ravenna raccontano la loro esperienza.