“Che cosa c’entra il sindacato con la consegna dell’azienda da parte di Celli senior ai due figli, e con i fallimenti a catena di entrambe le società, più altre 8 società riconducibili sempre a Celli?”Paolo Facciotto, fiduciario sindacale dei giornalisti rimasti in carico a “Editrice La Voce srl in fallimento” commenta così, con un volantino, il fatto che i dipendenti rimasti fino a pochi giorni fa a libro paga dei Celli diano la colpa del fallimento di Edizioni delle Romagne al sindacato e agli organi di categoria. Elenca la situazione di “Edizioni delle Romagne” alla vigilia della dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale di Rimini, e ricorda un altro documento pubblico, la sentenza con cui il Riesame confermò gli arresti domiciliari per Celli , evidenziando “condotte recidivanti di bancarotta in relazione alla vendita del ramo d’azienda della società Editrice La Voce alla società Edizioni delle Romagne srl, le cui quote sono detenute dai due figli dell’indagato, avvenuta per un canone di affitto irrisorio. In tal modo è stato assicurato il mantenimento in capo al Celli e alla sua famiglia dell’azienda”.
Poi rende noti i dati delle timbrature: in soli due anni un crollo del 77,3%. “Ecco che cosa succede – conclude il fiduciario sindacale- quando vengono calpestati i diritti dei professionisti, e quando una parte di redazione ne fa fuori un’altra, d’accordo con l’editore”.
Poi rende noti i dati delle timbrature: in soli due anni un crollo del 77,3%. “Ecco che cosa succede – conclude il fiduciario sindacale- quando vengono calpestati i diritti dei professionisti, e quando una parte di redazione ne fa fuori un’altra, d’accordo con l’editore”.
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