Spegne le sue prime venti candeline, il World Wide Web, ossia le famigerate tre W che hanno reso internet una componente essenziale della società del ventunesimo secolo. Il progetto nasce dalla felice intuizione del ricercatore britannico Tim Berners-Lee, il quale lo presentò al CERN di Ginevra. Era il 1989, ma la storia del Web a disposizione del grande pubblico cominciò nel febbraio 1993, con l’arrivo del primo browser, Mosaic. E a distanza di vent’anni l’importante anniversario non poteva non essere celebrato proprio nell’istituto di Ginevra, culla della ricerca tecnologica.
Con le tre ’W’, Internet è diventato così un sistema di comunicazione di massa che attualmente sta vivendo una nuova fase di espansione grazie alla telefonia mobile e agli smartphone. Il numero dei siti Web è cresciuto dai 130 del ‘93 ai 215 milioni del febbraio scorso, secondo le rilevazioni di Netcraft. E in questo totale, pensate, non vengono inclusi i blog. Per quanto riguarda i navigatori, in 20 anni sono passati da poche migliaia a più di un miliardo secondo i dati di comScore del gennaio scorso. E il 2% di questi sono italiani. Le stime dell’ITU, l’agenzia Onu per le Telecomunicazioni, sono addirittura più ottimistiche e parlano di oltre sei miliardi di persone online. Ma la rete, si sa, comporta anche dei rischi. Quelli cioè che governi e aziende monitorino i siti che gli utenti visitano per realizzare un profilo delle loro attività. Parola dello stesso fondatore del web Berners-Lee secondo cui è davvero importante evitare questa forma di spionaggio. “Serve una legge salva-privacy – dice – ma il Web non è del tutto compiuto, è solo la punta dell’iceberg. La tecnologia che si sta sviluppando renderà più facile decidere chi possa vedere il materiale che un navigatore inserisce in rete, e in quali circostanze”.
Silvia Pelliccioni
Con le tre ’W’, Internet è diventato così un sistema di comunicazione di massa che attualmente sta vivendo una nuova fase di espansione grazie alla telefonia mobile e agli smartphone. Il numero dei siti Web è cresciuto dai 130 del ‘93 ai 215 milioni del febbraio scorso, secondo le rilevazioni di Netcraft. E in questo totale, pensate, non vengono inclusi i blog. Per quanto riguarda i navigatori, in 20 anni sono passati da poche migliaia a più di un miliardo secondo i dati di comScore del gennaio scorso. E il 2% di questi sono italiani. Le stime dell’ITU, l’agenzia Onu per le Telecomunicazioni, sono addirittura più ottimistiche e parlano di oltre sei miliardi di persone online. Ma la rete, si sa, comporta anche dei rischi. Quelli cioè che governi e aziende monitorino i siti che gli utenti visitano per realizzare un profilo delle loro attività. Parola dello stesso fondatore del web Berners-Lee secondo cui è davvero importante evitare questa forma di spionaggio. “Serve una legge salva-privacy – dice – ma il Web non è del tutto compiuto, è solo la punta dell’iceberg. La tecnologia che si sta sviluppando renderà più facile decidere chi possa vedere il materiale che un navigatore inserisce in rete, e in quali circostanze”.
Silvia Pelliccioni
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