Dopo la carneficina di manifestanti compiuta dai cecchini del regime venerdì scorso a Sanaa, oggi è il giorno delle defezioni. A catena. Il segnale lo hanno dato per primi gli ambasciatori, in Libano, Siria, Arabia Saudita e Giappone. Anche capi tribù, alti funzionari e soprattutto decine di ufficiali dell'esercito, tra cui alcuni importanti generali, abbandonano nel pieno della tempesta la nave del presidente yemenita Ali Abdullah Saleh, che però afferma: "resisto". E minimizza, sostenendo che "la grande maggioranza del popolo" è con lui.Fonti militari hanno fatto sapere che 60 ufficiali, tra cui altri tre generali, si sono uniti ai ribelli.
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