Trent'anni fa nasceva la Capanna di Betlemme, la struttura per persone senza fissa dimora della Comunità Papa Giovanni XXIII. Per vivere questa ricorrenza la Comunità organizza un incontro di memoria e festa, sabato 9 dicembre 2017. Si comincia in via Ca’ del Drago sulle colline di Rimini – casa della prima Capanna - la mattina alle 11, con preghiera, testimonianze e un aperitivo. Nel pomeriggio alle 16,30 la messa, alla parrocchia della Resurrezione in via della Gazzella, poi cena all’albergo solidale Colonia Stella Maris, con video, testimonianze e concerto degli Espana Circo Este.
“Don Oreste diceva che la Capanna è nata nell' ascoltare la voce dei poveri – racconta don Adamo Affri, responsabile della Comunità per la zona di Rimini -. Questi 30 anni sono un pezzo di storia importante, hanno dimostrato che alla povertà estrema non basta rispondere con l'assistenza. Insieme agli ultimi va costruita la vita. Tutti gli esclusi che sono passati dalla Capanna in questi decenni non ci hanno mai chiesto solo vitto, alloggio o accoglienze estemporanee, volevano il riconoscimento di dignità, dell'essere persone.
A fare un 'barbone' non è la mancanza di casa o vestiti, ma la solitudine, la mancanza di relazione e protagonismo. Per questo li andiamo a cercare, non aspettiamo che siano loro a chiedere aiuto. La splendida famiglia della Capanna è nata dagli esclusi, e da tutti i volontari della Comunità che ne hanno condiviso la quotidianità. Oggi, come 30 anni fa, chiediamo con loro giustizia, il riconoscimento individuale e scelte politiche attente a sradicare la povertà, materiale e spirituale”.
Era l’estate del 1986 quando don Oreste Benzi iniziò ad andare di sera alla stazione di Rimini, con con alcuni volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, per esprimere vicinanza alle persone che vivevano in strada. Con l’arrivo del freddo invernale pagava una stanza nei pochi alberghi disponibili ad ospitare i "barboni". Il bisogno era tanto, la disponibilità sempre minore… era venuto il momento di trovare una casa che li accogliesse.
Nasce nel dicembre 1987, in un rudere in via Ca’ del Drago, la Capanna di Betlemme, battezzata così perché come Maria e Giuseppe trovarono rifugio in una capanna perché per loro “non c’era posto per loro nell’albergo”, così era anche per i senzatetto.
Da allora ogni sera i membri della Comunità Papa Giovanni XXIII che hanno scelto di vivere alla Capanna vanno in stazione a incontrare i poveri, e a li portano a casa in Capanna, che nel tempo ha cambiato diverse sedi, ma ha mantenuto l’entusiasmo e la vocazione delle origini.
PER INFO: 349/2258341
“Don Oreste diceva che la Capanna è nata nell' ascoltare la voce dei poveri – racconta don Adamo Affri, responsabile della Comunità per la zona di Rimini -. Questi 30 anni sono un pezzo di storia importante, hanno dimostrato che alla povertà estrema non basta rispondere con l'assistenza. Insieme agli ultimi va costruita la vita. Tutti gli esclusi che sono passati dalla Capanna in questi decenni non ci hanno mai chiesto solo vitto, alloggio o accoglienze estemporanee, volevano il riconoscimento di dignità, dell'essere persone.
A fare un 'barbone' non è la mancanza di casa o vestiti, ma la solitudine, la mancanza di relazione e protagonismo. Per questo li andiamo a cercare, non aspettiamo che siano loro a chiedere aiuto. La splendida famiglia della Capanna è nata dagli esclusi, e da tutti i volontari della Comunità che ne hanno condiviso la quotidianità. Oggi, come 30 anni fa, chiediamo con loro giustizia, il riconoscimento individuale e scelte politiche attente a sradicare la povertà, materiale e spirituale”.
Era l’estate del 1986 quando don Oreste Benzi iniziò ad andare di sera alla stazione di Rimini, con con alcuni volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, per esprimere vicinanza alle persone che vivevano in strada. Con l’arrivo del freddo invernale pagava una stanza nei pochi alberghi disponibili ad ospitare i "barboni". Il bisogno era tanto, la disponibilità sempre minore… era venuto il momento di trovare una casa che li accogliesse.
Nasce nel dicembre 1987, in un rudere in via Ca’ del Drago, la Capanna di Betlemme, battezzata così perché come Maria e Giuseppe trovarono rifugio in una capanna perché per loro “non c’era posto per loro nell’albergo”, così era anche per i senzatetto.
Da allora ogni sera i membri della Comunità Papa Giovanni XXIII che hanno scelto di vivere alla Capanna vanno in stazione a incontrare i poveri, e a li portano a casa in Capanna, che nel tempo ha cambiato diverse sedi, ma ha mantenuto l’entusiasmo e la vocazione delle origini.
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