Da qualche anno a questa parte i Governi che si sono succeduti stanno lavorando per definire la posizione di San Marino nei confronti dell’Unione Europea. E’ indiscutibile che sia necessario definire una realistica collocazione della Repubblica di San Marino rispetto all’U.E. consona al momento storico che gli stati europei stanno vivendo.
L’attuale Governo sembra particolarmente impegnato e ci parla di un accodo di associazione che dovrebbe concretizzarsi nel 2019.
Il problema però è che nessuno sa con esattezza di che cosa in concreto si parli. A tratti la trattativa è stata portata avanti con altri piccoli stati, che però sono profondamente diversi tra di loro ed hanno esigenze a volte opposte, per cui viene da chiedersi su quali basi il confronto viene portato avanti visto che i cittadini sammarinesi sono tenuti rigorosamente allo scuro.
Andorra, ad esempio, ha incaricato un negoziatore indicato all’unanimità dall’intero parlamento, il quale agisce su mandato del Parlamento Andorrano riferendo al medesimo. In questo modo i cittadini, attraverso le forze politiche che li rappresentano, sono sempre informati sullo stato della trattativa: sanno che cosa si va a chiedere, sanno qual è lo stato del confronto, sanno che cosa è stato accettato o meno delle proprie proposte e soprattutto sanno quale tipo di accordo si sta via via profilando.
A San Marino tutto questo non accade. A San Marino sembra che un eventuale accordo con l’U.E. sia un affare privato, nel quale nessuno debba mettere il naso. Eppure la posta in palio è molto alta e di certo interessa e coinvolge direttamente ogni cittadino sammarinese.
I negoziatori di San Marino sono indicati dal Governo; non è dato di sapere che cosa chiedano quando partecipano alla trattativa; non sappiamo quali siano stati, al di là delle dichiarazioni di circostanza, gli esiti degli incontri; non sappiamo a che punto la trattativa sia arrivata e che cosa eventualmente contenga in concreto.
Il Governo vuole raggiungere a tutti i costi un accordo, oppure ci sono dei limiti invalicabili? La popolazione sammarinese non sa nulla di tutto questo perché “l’affaire” non è trattato con la dovuta trasparenza.
Il rischio, secondo DIFENDIAMO SAN MARINO, è che all’improvviso si debba celebrare un Referendum confermativo sulla base di un accordo preconfezionato, del tipo prendere o lasciare, ma non sufficientemente conosciuto e ponderato dai cittadini, i quali avrebbero invece il diritto di seguire in corso d’opera la delicata trattativa e di intervenire per eventuali correzioni di rotta, evitando così brutte sorprese.
D'altronde qua è in gioco la salvaguardia della sovranità della Repubblica di San Marino, vero architrave del rilancio economico, sociale e culturale del nostro Paese. Se perdessimo la sovranità diventeremmo simili ai comuni italiani, con la differenza che a quel punto avremmo addirittura un minore peso politico.
DIFENDIAMO SAN MARINO invita i sammarinesi a stare all’erta perché ciò che è in gioco nella trattativa con l’U.E. è di vitale importanza per la nostra millenaria Repubblica e per tutti i cittadini indistintamente.
Comunicato stampa
Difendiamo San Marino
L’attuale Governo sembra particolarmente impegnato e ci parla di un accodo di associazione che dovrebbe concretizzarsi nel 2019.
Il problema però è che nessuno sa con esattezza di che cosa in concreto si parli. A tratti la trattativa è stata portata avanti con altri piccoli stati, che però sono profondamente diversi tra di loro ed hanno esigenze a volte opposte, per cui viene da chiedersi su quali basi il confronto viene portato avanti visto che i cittadini sammarinesi sono tenuti rigorosamente allo scuro.
Andorra, ad esempio, ha incaricato un negoziatore indicato all’unanimità dall’intero parlamento, il quale agisce su mandato del Parlamento Andorrano riferendo al medesimo. In questo modo i cittadini, attraverso le forze politiche che li rappresentano, sono sempre informati sullo stato della trattativa: sanno che cosa si va a chiedere, sanno qual è lo stato del confronto, sanno che cosa è stato accettato o meno delle proprie proposte e soprattutto sanno quale tipo di accordo si sta via via profilando.
A San Marino tutto questo non accade. A San Marino sembra che un eventuale accordo con l’U.E. sia un affare privato, nel quale nessuno debba mettere il naso. Eppure la posta in palio è molto alta e di certo interessa e coinvolge direttamente ogni cittadino sammarinese.
I negoziatori di San Marino sono indicati dal Governo; non è dato di sapere che cosa chiedano quando partecipano alla trattativa; non sappiamo quali siano stati, al di là delle dichiarazioni di circostanza, gli esiti degli incontri; non sappiamo a che punto la trattativa sia arrivata e che cosa eventualmente contenga in concreto.
Il Governo vuole raggiungere a tutti i costi un accordo, oppure ci sono dei limiti invalicabili? La popolazione sammarinese non sa nulla di tutto questo perché “l’affaire” non è trattato con la dovuta trasparenza.
Il rischio, secondo DIFENDIAMO SAN MARINO, è che all’improvviso si debba celebrare un Referendum confermativo sulla base di un accordo preconfezionato, del tipo prendere o lasciare, ma non sufficientemente conosciuto e ponderato dai cittadini, i quali avrebbero invece il diritto di seguire in corso d’opera la delicata trattativa e di intervenire per eventuali correzioni di rotta, evitando così brutte sorprese.
D'altronde qua è in gioco la salvaguardia della sovranità della Repubblica di San Marino, vero architrave del rilancio economico, sociale e culturale del nostro Paese. Se perdessimo la sovranità diventeremmo simili ai comuni italiani, con la differenza che a quel punto avremmo addirittura un minore peso politico.
DIFENDIAMO SAN MARINO invita i sammarinesi a stare all’erta perché ciò che è in gioco nella trattativa con l’U.E. è di vitale importanza per la nostra millenaria Repubblica e per tutti i cittadini indistintamente.
Comunicato stampa
Difendiamo San Marino
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