“Non possiamo restare a guardare mentre una nuova generazione di bambini è a rischio”. Il Segretario Generale della CDLS, Gianluca Montanari, si unisce al grido di allarme lanciato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) che, in occasione della Giornata Mondiale contro il lavoro minorile, ha pubblicato insieme all’UNICEF il rapporto “Lavoro minorile: stime globali 2020, tendenze e percorsi per il futuro”. Il numero di bambini costretti a lavorare è salito a 160 milioni nel mondo, un aumento di 8,4 milioni negli ultimi quattro anni. Altri milioni di bambini sono a rischio a causa dell’impatto della crisi generata dal COVID-19. E’ questo in estrema sintesi il quadro che emerge dal rapporto OIL-UNICEF, che segnala come il progresso verso l’eliminazione del lavoro minorile ha subito una battuta d’arresto per la prima volta in 20 anni. “Le nuove stime sono un campanello d’allarme.”, ha affermato il Direttore Generale dell’OIL, Guy Ryder.
“Un sistema di protezione sociale inclusivo permette alle famiglie di poter mandare i loro figli a scuola anche in un contesto di vulnerabilità e difficoltà economica. È essenziale aumentare gli investimenti nello sviluppo rurale e nel lavoro dignitoso in agricoltura. Ci troviamo in un momento cruciale e molto dipende dalla qualità della nostra risposta. È ora di rinnovare con forza il nostro impegno per invertire la rotta e spezzare il ciclo della povertà e del lavoro minorile”. Nell’Africa sub-sahariana, la crescita della popolazione, le crisi ricorrenti, l’estrema povertà e le misure inadeguate di protezione sociale hanno costretto ulteriori16,6 milioni di bambini in forme di lavoro minorile negli ultimi quattro anni. Anche nelle regioni in cui c’è stato qualche progresso sin dal 2016, come l’Asia e il Pacifico e l’America latina e i Caraibi, il COVID-19 sta mettendo in pericolo questi progressi.
Il rapporto segnala che, a livello globale, nove milioni di bambini in più rischiano di essere spinti verso il lavoro minorile entro la fine del 2022 a causa della pandemia. Un modello di simulazione mostra che questo numero potrebbe salire a 46 milioni se questi bambini non hanno accesso alla protezione sociale.
Dati principali del rapporto:
- Il settore agricolo rappresenta il 70 per cento dei bambini occupati in forme di lavoro minorile (112 milioni), seguito dal 20 per cento nei servizi (31,4 milioni) e dal 10 per cento nell’industria (16,5 milioni).
- Quasi il 28 per cento dei bambini tra i 5 e gli 11 anni e il 35 per cento dei bambini tra i 12 e i 14 anni non vanno a scuola.
- Il lavoro minorile è più diffuso tra i ragazzi che tra le ragazze ad ogni età. Per quanto riguarda il lavoro di ausilio domestico svolto per almeno 21 ore a settimana, il divario di genere nel lavoro minorile si riduce.
- La prevalenza del lavoro minorile nelle aree rurali (14 per cento) è quasi tre volte superiore a quella delle aree urbane (5 per cento).
- I bambini e adolescenti costretti in lavoro minorile rischiano di subire danni fisici e mentali. Il lavoro minorile compromette l’istruzione dei bambini, restringendo i loro diritti e limitando le loro opportunità future, e porta a un ciclo vizioso di povertà e lavoro minorile che ha un impatto su diverse generazioni.
Per invertire la tendenza all’aumento del lavoro minorile, l’ILO e l’UNICEF chiedono:
- Un’adeguata protezione sociale per tutti, comprese le prestazioni familiari universali.
- L’aumento degli investimenti a favore di un’istruzione di qualità e il ritorno di tutti i bambini a scuola anche per i bambini che non andavano a scuola prima del COVID-19.
- La promozione del lavoro dignitoso per gli adulti, affinché le famiglie non debbano ricorrere al lavoro dei loro bambini per generare reddito familiare.
- Porre fine agli stereotipi di genere e delle discriminazioni che hanno un impatto sul lavoro minorile.
- Investimenti in sistemi di protezione dell’infanzia, sviluppo agricolo, servizi pubblici rurali, infrastrutture e mezzi di sostentamento.
Nell’ambito dell’Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile, la partnership globale Alleanza 8.7 , di cui l’UNICEF e l’OIL sono parti, incoraggia gli Stati membri, le parti sociali, le imprese, la società civile e le organizzazioni regionali e internazionali ad aumentare i loro sforzi nella lotta globale contro il lavoro minorile e a assumere impegni concreti.