Stante il susseguirsi di commenti sulla recente sentenza del Collegio Garante che ha giudicato illegittima l’azione del Governo nei confronti dei Soci privati di Camera di Commercio Spa si intende precisare quanto segue: Premesso che le sentenze si rispettano sempre, anche quando non sono a proprio favore, come già ribadito di fronte a commenti poco edificanti, soprattutto perché provenienti da chi ha l’onere e l’onore di rappresentare le Istituzioni, dispiace assistere al protrarsi di questa strategia volta al continuo stravolgimento della realtà sulla Camera di Commercio Spa. Il Governo di turno, rappresentante il Socio pubblico che in questo caso è anche il socio di maggioranza, non può decidere d’imperio attraverso Decreti o Leggi modifiche unilaterali allo Statuto di Camera di Commercio Spa, ma deve farlo attraverso le norme che regolano il diritto societario, che lo Stato ha già accettato al tempo della costituzione di detta società. Questo sostenevano i Soci privati e questo ha certificato il Collegio Garante. Su questo punto non ci può essere margine di discussione. Allo stesso modo non si può dire che «chi mette i soldi decide», facendo credere che il trasferimento annuale da parte dello Stato - che era di 80mila euro, poi lievitati 130mila per l’Agenzia per lo Sviluppo, su un bilancio di oltre 500 mila euro – sia una prerogativa del Governo di turno, come se gestisse risorse proprie. Non sono risorse del Governo o di un Segretario, ma della collettività, quindi anche delle imprese e dei lavoratori del settore privato. Inoltre, se le regole del gioco impongono determinate dinamiche all’interno dell’Assemblea dei Soci, esse vanno rispettate: sono regole concordate e accettate da tutti i Soci, quindi anche dallo Stato, e non è né pensabile, né tollerabile, né costituzionale che ad ogni cambio di legislatura il Governo possa modificarle a suo piacimento. Detto questo, come abbiamo sempre ribadito, la Camera di Commercio è uno strumento delle imprese e per le imprese: per questo dovrebbe sostenersi con servizi propri e risorse provenienti direttamente dalla tassa di licenza (così come era già previsto dall’art. 3 della Legge 26/5/2004 n. 71), che versano appunto gli operatori economici. Solo dandole le ‘gambe’ solide, potrà svolgere la sua funzione, essenziale per il sistema, di promozione e sviluppo”.
ANIS