Alessandro Bucci e Burnazzi Feltrin, due importanti e pluripremiati studi di Architettura, si raccontano, il 7 e 8 Dicembre nelle conferenze di “La Fucina del Pensiero” , organizzate dall’Ordine degli Architetti di Rimini, in occasione di Matrioska 2018.
L’occasione è perfetta, Matrioska, il contenitore più creativo e innovativo, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Rimini, ospita due conferenze incentrate sull’architettura e il suo ruolo, nella neonata Sala della Musica al Teatro Galli di Rimini.
Venerdì 7 Dicembre alle ore 21,00, Alessandro Bucci, architetto e professore universitario classe ’64, presenta il suo Studio che da 25 anni si occupa di recupero di ex aree industriali, di manufatti rurali, di nuove urbanizzazioni, masterplan e metaprogetti, di progetti d’arredo interno per varie attività, di sviluppo di nuovi prototipi di unità abitative.
Tra le loro ultime realizzazioni si segnalano il nuovo supermercato e l’area residenziale nell’area ex fiera di Rimini.
Sabato 8 Dicembre alle ore 18,00, sarà la volta di Elisa Burnazzi e Davide Feltrin, architetti con Studio a Trento che si occupano della progettazione di edifici pubblici e privati, interni e paesaggio, utilizzando principalmente materiali quali il legno, il vetro, il metallo e materiali di recupero.
Negli anni, le loro architetture hanno ricevuto importanti riconoscimenti sia nazionali che internazionali.
Nel 2016 Elisa Burnazzi, che è di origine Riminese, è stata l’unica italiana finalista del premio internazionale “Women in Architecture Awards” (in giuria, tra gli altri, Sir Norman Foster, Victoria ed Albert Museum, The Financial Times) e dallo stesso anno fa parte della giuria del premio internazionale American Architecture Prize, di cui è Head of Jury dal 2018.
“L’architettura è una delle poche discipline per la quale la dimensione sociale è spesso più incisiva di quella privata”, sottolinea l’architetto Giovanni Casadei coordinatore dell’evento, “ed è per questo capace di influire profondamente nella vita di tutti, anche inconsapevolmente; è dunque importante conoscerla, capirla, e approfondire il processo che la determina, e non c'è modo migliore di farlo che attraverso il racconto dei suoi migliori interpreti.”
L’occasione è perfetta, Matrioska, il contenitore più creativo e innovativo, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Rimini, ospita due conferenze incentrate sull’architettura e il suo ruolo, nella neonata Sala della Musica al Teatro Galli di Rimini.
Venerdì 7 Dicembre alle ore 21,00, Alessandro Bucci, architetto e professore universitario classe ’64, presenta il suo Studio che da 25 anni si occupa di recupero di ex aree industriali, di manufatti rurali, di nuove urbanizzazioni, masterplan e metaprogetti, di progetti d’arredo interno per varie attività, di sviluppo di nuovi prototipi di unità abitative.
Tra le loro ultime realizzazioni si segnalano il nuovo supermercato e l’area residenziale nell’area ex fiera di Rimini.
Sabato 8 Dicembre alle ore 18,00, sarà la volta di Elisa Burnazzi e Davide Feltrin, architetti con Studio a Trento che si occupano della progettazione di edifici pubblici e privati, interni e paesaggio, utilizzando principalmente materiali quali il legno, il vetro, il metallo e materiali di recupero.
Negli anni, le loro architetture hanno ricevuto importanti riconoscimenti sia nazionali che internazionali.
Nel 2016 Elisa Burnazzi, che è di origine Riminese, è stata l’unica italiana finalista del premio internazionale “Women in Architecture Awards” (in giuria, tra gli altri, Sir Norman Foster, Victoria ed Albert Museum, The Financial Times) e dallo stesso anno fa parte della giuria del premio internazionale American Architecture Prize, di cui è Head of Jury dal 2018.
“L’architettura è una delle poche discipline per la quale la dimensione sociale è spesso più incisiva di quella privata”, sottolinea l’architetto Giovanni Casadei coordinatore dell’evento, “ed è per questo capace di influire profondamente nella vita di tutti, anche inconsapevolmente; è dunque importante conoscerla, capirla, e approfondire il processo che la determina, e non c'è modo migliore di farlo che attraverso il racconto dei suoi migliori interpreti.”
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