Riaprono le attività…. ma non per tutti. Se si esclude la didattica a distanza (con tutti i limiti che abbiamo avuto modo di valutare e che comunque non ha interessato i più piccoli), quelle che riguardano bambini e adolescenti restano limitate alla semplice possibilità di stare all’aria aperta. Anche se sappiamo che ci stanno lavorando da tempo e il Segretario all’Istruzione Andrea Belluzzi ha più volte espresso la volontà di ripartire, per ora il nulla è l’unica certezza. Non lo diciamo con intenzione polemica ma interrogante. Ci rendiamo conto della difficoltà nel prendere decisioni e dare indicazioni, ma per quello che riguarda i minori siamo da mesi in una situazione sospesa dove i genitori, ai quali non viene detto nulla, hanno la percezione che non si possa o si potrà fare nulla. Capiamo la giusta e necessaria prudenza, ma occorrono prospettive. E’ il momento di avere il coraggio di trovare un compromesso tra rispetto della scienza e rispetto delle necessità dei minori, che hanno vissuto questi mesi tra isolamento sociale, regressioni, mancato apprendimento e aumento delle disuguaglianze mostrando una grande resilienza e responsabilità. E invece, ad oggi, continua la contraddizione tra riapertura economica e chiusura delle scuole, che ormai hanno ripreso in tutta Europa. Per questo torniamo a chiedere al Segretario all’Istruzione di dar prontamente seguito alle sue intenzioni di ripartire, e a tutta la classe politica di contribuire a ridare a bambini e ragazzi una dimensione, una socialità e un senso di appartenenza alla comunità. Ora. E quindi ribadiamo la necessità assoluta di un “saluto” in presenza a conclusione dell’anno scolastico per tutte le classi (anche all’aperto, ogni classe con i suoi insegnanti/educatori). Sarebbe auspicabile, su base volontaria, far rientrare almeno per gli ultimi giorni gli alunni, specialmente quelli dell’ultimo anno di ciascun ciclo in vista del grosso cambiamento che li attende. E se pur capiamo che nei nidi le difficoltà sono maggiori occorre dare sollecita risposta anche a questa fascia e offrire nel frattempo alle famiglie la possibilità di organizzarsi e sostenersi in micro-comunità di massimo 4-5 bambini appartenenti a due/tre nuclei familiari “gemellati” tra loro che si occupano dei minori personalmente o attraverso l’utilizzo di baby sitter (per le quali si dovrebbe prevedere l’utilizzo di strumenti come i voucher). Per quanto riguarda i centri estivi, che appaiono ormai una certezza e per i quali abbiamo inviato diverse considerazioni e proposte alla Segreteria, chiediamo che vengano attivati prima possibile con priorità di accesso ai bambini con entrambi i genitori occupati, nuclei monoparentali o in condizione di svantaggio economico e/o fragilità di altro genere. Fortunatamente gli spazi non mancano nel caso si rendesse necessario incrementare il numero di centri e comunque il Segretario ha più volte accennato ad una sinergia tra pubblico e privato nella loro attuazione; ci aspettiamo quindi che tutte le richieste possano essere soddisfatte. Lo stesso pensiero va ad attività come Tempo d’estate, dedicate ai ragazzi più grandi, che ci auguriamo vengano organizzate anche quest’anno. Per il rientro a Settembre chiediamo al Governo di prevedere la regolare riapertura delle scuole, con tutti gli alunni in presenza e senza didattica a distanza. Discostandoci un attimo dall’argomento scuola torniamo a chiedere di riaprire le aree giochi nei parchi (in Italia già lo sono), consentendone l’accesso ai minori, magari regolamentando i giochi più grandi attraverso l’indicazione di un numero massimo di utilizzatori presenti contemporaneamente. Stride fortemente il contrasto con la vicina Emilia Romagna dove domani (sabato 23) partirà la stagione balneare, mentre a San Marino non ci si può sedere su una panchina, si deve stare a 4 mt di distanza se si passeggia e non si possono incontrare amici. La nostra preghiera è che anche i bambini vengano considerati come persone, individui, con diritti ben precisi, così come le famiglie, che vanno considerate nuclei non divisibili con anch’essi diritti ben precisi. Occorre superare un limite che sembra più “culturale”, affinchè i minori vengano presi in considerazione come cittadini e si comprenda altresì l’estrema difficoltà delle donne, specialmente in questo momento, nel conciliare la famiglia col lavoro (col rischio concreto di perderlo).
Associazione Pro bimbi: quali prospettive per i minori?
22 mag 2020
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