Attiva-Mente si appresta a celebrare quest’anno il suo 15° anno di attività, un anno significativo dunque, nel corso del quale abbiamo intenzione di realizzare importanti iniziative tese a considerare sempre le persone con disabilità nella loro interezza, riconoscendone ogni diritto previsto dalla Convenzione ONU e guardando con attenzione anche a temi che ancora, troppo spesso, sono trascurati.
L’obiettivo che intendiamo continuare a perseguire con lo stesso entusiasmo e determinazione, è quello di abbattere l’indifferenza cambiando la mentalità e la cultura sulla disabilità. Insisteremo, inoltre, nel valorizzare il lavoro di rete e il dialogo costante con le Istituzioni, fondamentali per il raggiungimento di grandi risultati, con l’auspicio che si possa assistere al più presto ad una semplificazione delle procedure amministrative in capo alle associazioni di volontariato e allo snellimento della burocrazia in generale. Un problema, quest’ultimo, di cui avevamo scritto pubblicamente poche settimane fa.
Riprendiamo l’attività 2019 tornando a parlare di Vita Indipendente, un argomento al quale avevamo dedicato diverse iniziative tra cui un’edizione di “Tuttavia…” e una serata pubblica.
Vita Indipendente (Art. 19 Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità) è il diritto di scegliere dove, come e con chi vivere nonostante la disabilità, di essere soggetti attivi e di decidere per la propria vita in quanto liberi individui. Numerose esperienze in Europa e non solo, dimostrano come anche persone con disabilità gravissime, quando dispongono delle risorse necessarie, riescono ad avere una casa e una famiglia proprie, un lavoro, la libertà di autodeterminarsi a pari condizioni degli altri, come sancito peraltro per ogni cittadino anche dalla nostra Carta dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’Ordinamento sammarinese. Garantire la libertà di scelta significa quindi anche garantire un diritto fondamentale, quello di cittadinanza.
Come abbiamo già avuto modo di spiegare, una possibile risposta che anche il nostro Paese può considerare, è l’istituzione della figura dell’Assistente Personale. A San Marino non esiste per diritto un assegno nazionale per la Vita Indipendente, finalizzato cioè a pagarsi l’assistenza personale, eppure è una misura che si trasforma direttamente in economia di ritorno: quanti posti di lavoro in più ci sarebbero se tutte le persone con grave disabilità, oggi assistite solo dalle famiglie, avessero le risorse per assumere regolarmente uno o due assistenti personali liberamente scelti?
Ebbene, l’imminente ritorno a casa di Bryan Toccaceli a cui un intero Paese si è stretto attorno, ad esempio, rappresenta il momento e la condizione tipo (ce ne sono altre a San Marino), sulla quale il nostro modello assistenziale dovrebbe interrogarsi e valutare se sia in grado di offrire un ulteriore supporto moderno, efficace ed inclusivo, oppure continuare a fare i conti attraverso criteri figli di altri tempi, ed erogare contributi e servizi secondo un modello “medicalizzante” che immagina nell’Istituto di accoglienza o nel perpetuare alla famiglia l’onere assistenziale per i figli e parenti con disabilità, le sole ipotesi possibili, con buona pace dell’autodeterminazione e della libertà.
Ci sono forme di isolamento, non solo fisico ma anche psicologico e relazionale, che non sono volontarie, ma sono semplicemente imposte dalla carenza di possibilità che non sono affatto impossibili. Anzi.
San Marino deve garantire a ogni cittadino l’accesso a beni, servizi e diritti e il suo progresso va di pari passo con l’affermazione di tale principio.
Il Decreto Delegato 1 febbraio 2018 n.14 “PREVENZIONE DELLA DISABILITA’, SALUTE E RIABILITAZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITA’, SOSTEGNO ALLA PERSONA CON DISABILITA’ E AL NUCLEO FAMILIARE”, all’Art.12 bis cita “Il Governo si impegna a presentare un progetto, concordato con la Commissione CSD-ONU e le Associazioni che si occupano di disabilità, che preveda il diritto alle persone con disabilità ad ogni possibile forma di vita indipendente e autodeterminata, attraverso il finanziamento diretto di progetti di assistenza personale autogestita finalizzati a contrastare l’isolamento e a garantire la vita all’interno della comunità e l’integrazione con il proprio ambiente sociale”.
Auspichiamo, pertanto, che chi di dovere si attivi al più presto per stabilire le opportune cornici burocratiche, anche sperimentali, nel pieno rispetto dell’autodeterminazione delle persone con disabilità.
Comunicato stampa
Il Consiglio Direttivo di Attiva-Mente
L’obiettivo che intendiamo continuare a perseguire con lo stesso entusiasmo e determinazione, è quello di abbattere l’indifferenza cambiando la mentalità e la cultura sulla disabilità. Insisteremo, inoltre, nel valorizzare il lavoro di rete e il dialogo costante con le Istituzioni, fondamentali per il raggiungimento di grandi risultati, con l’auspicio che si possa assistere al più presto ad una semplificazione delle procedure amministrative in capo alle associazioni di volontariato e allo snellimento della burocrazia in generale. Un problema, quest’ultimo, di cui avevamo scritto pubblicamente poche settimane fa.
Riprendiamo l’attività 2019 tornando a parlare di Vita Indipendente, un argomento al quale avevamo dedicato diverse iniziative tra cui un’edizione di “Tuttavia…” e una serata pubblica.
Vita Indipendente (Art. 19 Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità) è il diritto di scegliere dove, come e con chi vivere nonostante la disabilità, di essere soggetti attivi e di decidere per la propria vita in quanto liberi individui. Numerose esperienze in Europa e non solo, dimostrano come anche persone con disabilità gravissime, quando dispongono delle risorse necessarie, riescono ad avere una casa e una famiglia proprie, un lavoro, la libertà di autodeterminarsi a pari condizioni degli altri, come sancito peraltro per ogni cittadino anche dalla nostra Carta dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’Ordinamento sammarinese. Garantire la libertà di scelta significa quindi anche garantire un diritto fondamentale, quello di cittadinanza.
Come abbiamo già avuto modo di spiegare, una possibile risposta che anche il nostro Paese può considerare, è l’istituzione della figura dell’Assistente Personale. A San Marino non esiste per diritto un assegno nazionale per la Vita Indipendente, finalizzato cioè a pagarsi l’assistenza personale, eppure è una misura che si trasforma direttamente in economia di ritorno: quanti posti di lavoro in più ci sarebbero se tutte le persone con grave disabilità, oggi assistite solo dalle famiglie, avessero le risorse per assumere regolarmente uno o due assistenti personali liberamente scelti?
Ebbene, l’imminente ritorno a casa di Bryan Toccaceli a cui un intero Paese si è stretto attorno, ad esempio, rappresenta il momento e la condizione tipo (ce ne sono altre a San Marino), sulla quale il nostro modello assistenziale dovrebbe interrogarsi e valutare se sia in grado di offrire un ulteriore supporto moderno, efficace ed inclusivo, oppure continuare a fare i conti attraverso criteri figli di altri tempi, ed erogare contributi e servizi secondo un modello “medicalizzante” che immagina nell’Istituto di accoglienza o nel perpetuare alla famiglia l’onere assistenziale per i figli e parenti con disabilità, le sole ipotesi possibili, con buona pace dell’autodeterminazione e della libertà.
Ci sono forme di isolamento, non solo fisico ma anche psicologico e relazionale, che non sono volontarie, ma sono semplicemente imposte dalla carenza di possibilità che non sono affatto impossibili. Anzi.
San Marino deve garantire a ogni cittadino l’accesso a beni, servizi e diritti e il suo progresso va di pari passo con l’affermazione di tale principio.
Il Decreto Delegato 1 febbraio 2018 n.14 “PREVENZIONE DELLA DISABILITA’, SALUTE E RIABILITAZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITA’, SOSTEGNO ALLA PERSONA CON DISABILITA’ E AL NUCLEO FAMILIARE”, all’Art.12 bis cita “Il Governo si impegna a presentare un progetto, concordato con la Commissione CSD-ONU e le Associazioni che si occupano di disabilità, che preveda il diritto alle persone con disabilità ad ogni possibile forma di vita indipendente e autodeterminata, attraverso il finanziamento diretto di progetti di assistenza personale autogestita finalizzati a contrastare l’isolamento e a garantire la vita all’interno della comunità e l’integrazione con il proprio ambiente sociale”.
Auspichiamo, pertanto, che chi di dovere si attivi al più presto per stabilire le opportune cornici burocratiche, anche sperimentali, nel pieno rispetto dell’autodeterminazione delle persone con disabilità.
Comunicato stampa
Il Consiglio Direttivo di Attiva-Mente
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