In un periodo così complicato per tutti a causa della pandemia, l’aumento spropositato delle utenze, rappresenterebbe una vera mazzata per tutti. le tariffe delle utenze sono ferme da molti anni poiché l’AASS per molti anni era riuscita, pur avendo voci in perdita, non solo a bilanciare l’utile ma ad essere in attivo e questo probabilmente grazie ad una lungimiranza di intervento anche sul trading energetico che forse ora non c’è più. l’AASS è un’azienda parastatale e non privata, non ha mai adottato degli automatismi per l’aggiornamento dei prezzi sulla base dei costi di fornitura, di realizzazione e di manutenzione delle reti di distribuzione. Il criterio seguito negli anni passati è sempre stato quello della tutela del consumatore, aiutando l’utente piuttosto che prediligendo il mero calcolo tra costi e ricavi. Nonostante ciò, AASS è sempre stata un’azienda florida, cioè con importanti avanzi di gestione fino a pochi anni fa, afferma il Presidente UCS Francesca Busignani. Adesso è sempre più pressante la voce, che ormai solo voce non è, di aumenti fino al 45%, perché? Dove è finito quell’avanzo di gestione che era stato accantonato probabilmente per far fronte a periodi di rincaro sulle materie prime al fine di non aumentare le bollette all’utenza? Come mai un’azienda in attivo per anni ha chiuso il bilancio in perdita? Che cosa è andato storto? Abbiamo avuto, come UCS, incontri presso la Segreteria al Lavoro e in seguito con il dott. Marco Affronte, presidente dell’Authority per i servizi pubblici e l’energia, che ringraziamo per il coinvolgimento e la visione d’insieme della problematica, ma siamo molto preoccupati per la richiesta di aumenti avanzata dall’AASS all’Authority, presumibilmente pari al 40% per il gas, 40% per l’acqua e addirittura 45% per l’energia elettrica, ed è per questo, per avere risposte e per capire l’indirizzo del Governo, che Unione Consumatori sammarinesi - UCS, ha chiesto un incontro con l’ill.mo Congresso di Stato. Siamo convinti che si svolgerà in un’ottica di tutela del consumatore, che non vuol dire essere assistenzialisti ma significa proteggere i propri cittadini. il problema delle maxi-bollette, per chi rappresenta i consumatori, non può essere una decisione calata dall’alto dettata da tecnici. Riteniamo sia profondamente sbagliato avallare la tesi di chi guarda magari a chi è “messo peggio” fuori confine e quindi se ne serve come esempio per giustificare la decrescita interna sotto tutti i punti di vista. Non è possibile che la popolazione, i consumatori, si sentano spesso rispondere che purtroppo non si può fare diversamente se non pagare e portare pazienza sui disservizi. Non è possibile che si chiedano sacrifici, diminuendo al contempo il tenore di vita della cittadinanza e, nonostante il massimo impegno di chi in prima linea tenta di fornirli, i servizi basilari siano sempre più farraginosi nella fruizione e dilazionati nel tempo, creando oltretutto una tensione sociale che sicuramente come popolo non ci appartiene. Dovremmo sempre ricordarci che, quando si propongono soluzioni peggiorative, che poi soluzioni non sono ma sono solo un impoverimento della popolazione, si sta sbagliando. È facile mettere le mani nelle tasche delle persone, ben più difficile è avere quella lungimiranza sistemica che crea convergenze che aumentano l’efficienza operativa e la semplicità di gestione, ottimizzazione delle prestazioni, versatilità nella fruizione dei servizi; non aumento dei costi spropositato; in sintesi una gestione che crea fiducia e benessere.
c.s. Unione Consumatori Sammarinesi – UCS