La vicenda di Asset Banca è nota a tutti i sammarinesi. Era una Banca dinamica, efficiente, in pieno sviluppo, ben inserita nel Territorio e nel sistema economico e finanziario della Repubblica quando, all’inizio del 2017, è stata oggetto dell’accanimento distruttivo di un gruppo di personaggi, oggi sottoposti a procedimento penale per questi fatti con diverse imputazioni, operanti all’interno della Banca Centrale e legati a un individuo operante nel mondo finanziario (o sedicente tale). Le cariche e le funzioni ricoperte nella Banca Centrale sono state dolosamente utilizzate, con cinismo e mancanza assoluta di scrupoli anche verso le persone (dipendenti, dirigenti, investitori), per distruggere una realtà sana e produttiva nel contesto di un “programma criminoso” finalizzato a sottrarre Asset Banca “dall’amministrazione degli organi nominati dall’assemblea e dal controllo dell’assemblea dei soci”, come si legge negli atti del procedimento penale in corso a carico di alcuni ex funzionari della Banca Centrale. Certo è che Asset Banca è stata dapprima commissariata, poi posta in liquidazione coatta, spogliata di tutti i suoi beni, rapporti con i clienti, filiali; sono stati perduti posti di lavoro, azzerati gli investimenti di chi aveva creduto in questa Banca, esautorati i vertici dell’istituto. Tutta l’azienda di Asset Banca – ossia l’insieme dei suoi beni e rapporti – è stato ceduto dagli organi della liquidazione coatta ad altra banca sammarinese per 1 euro (un euro!), con un’operazione che, suscitando non poche perplessità sotto diversi aspetti, i Legali di Asset Banca sono stati incaricati di valutare attentamente. In un contesto di totale illegalità, il progetto di eliminazione di Asset Banca dalla scena bancaria sammarinese è stato portato a compimento con una efficienza e una rapidità esecutiva che non hanno precedenti, senza che nessuno – pur se non coinvolto a vario titolo nel “programma criminoso” - osasse contrastare iniziative palesemente e totalmente prive di logica, di buon senso, di fondati motivi. Nel 2018 sono stati nominati i nuovi componenti del Consiglio Direttivo (così è denominato il Consiglio di Amministrazione) della Banca Centrale; si confidava pertanto nel ripensamento di quanto sino ad allora era stato attuato con atti riferibili alla Banca Centrale stessa, la cui illegalità non poteva sfuggire ai nuovi vertici (certamente non al nuovo Presidente, avvocato di livello nazionale). La nuova gestione si è invece adeguata alla posizione iniziale della Banca Centrale, che si era opposta ai due ricorsi con cui era stata chiesta la dichiarazione di illegittimità sia del commissariamento sia della liquidazione coatta, ha mantenuto incomprensibilmente questa posizione e ha anche presentato appello contro le sentenze di primo grado. Le due cause sono state decise in primo grado e in appello con sentenze definitive e non più impugnabili che hanno sancito l’illegittimità dell’operato della Banca Centrale. Questa è ora tenuta al ripristino della situazione antecedente - restituzione ad Asset Banca, che tuttora esiste come struttura societaria, di tutti i beni e rapporti ceduti ad altra Banca della Repubblica - o, qualora questo non fosse possibile (impossibilità addebitabile soltanto agli atti della Banca Centrale e dei liquidatori di Asset Banca), risarcendo il danno ad Asset Banca sulla base del valore di quest’ultima prima del commissariamento, ossia all’inizio del 2017. Sono poi intervenuti fra gli Avvocati di Asset Banca e della Banca Centrale più contatti per concordare bonariamente, in via stragiudiziale, l’entità del risarcimento dovuto ad Asset Banca in luogo del ripristino dello stato antecedente il commissariamento (quest’ultimo sarebbe ovviamente la soluzione più equa e di gran lunga preferibile). Tuttavia, la Banca Centrale ha tenuto un comportamento che è apparso poco concreto e teso al rinvio, e non ha mai formulato proposte per onorare un suo debito risarcitorio conseguente ai propri atti la cui illiceità è stata accertata in giudizio. Anzi, non ha neppure riattivato la licenza bancaria, cosa che avrebbe potuto (e potrebbe ancora) fare senza danno per nessuno. Questa percezione di indisponibilità a un accordo equo e realizzabile in tempi brevi è stata conferma dalla proposta della Banca Centrale giunta alcuni mesi fa e ritenuta un passo indietro rispetto all’oggetto e anche allo stato degli incontri diretti, poiché prevede la redazione di una perizia per accertare il valore di Asset Banca – e quindi l’entità del risarcimento – ma lascia aperta la possibilità per ciascuna delle due parti di agire in giudizio ove il risultato della consulenza tecnica non fosse ritenuto accettabile, con conseguente ulteriore estremo dilatamento delle tempistiche, nonché, anche se sembra incredibile solo ad immaginarlo considerati tutti gli atti illegittimi, così come accertati definitivamente dall’Autorità Giudiziaria, perpetrati a danno di Asset Banca e dei suoi azionisti, con le spese di tale accertamento finanche a carico, per delle quote, di Asset Banca. Non solo, la Banca Centrale – non è noto se in forza di un proprio ripensamento o per eccesso di zelo difensivo dei suoi Consulenti legali che hanno formalizzato la proposta – ha addirittura messo in dubbio che esista un proprio obbligo risarcitorio, come se non fossero intervenute quattro sentenze che hanno dichiarato l’illegittimità degli atti dei suoi organi e funzionari e non fosse pendente un procedimento penale per plurimi reati commessi a danno di Asset Banca dai suoi ex funzionari. Il ricorso all’elaborato peritale di un esperto che abbia veste indipendente dalle due parti è ovviamente necessario per individuare un valore cui si debba fare riferimento per concordare il debito risarcitorio della Banca Centrale, ma la possibilità di aprire un nuovo contenzioso giudiziale è inaccettabile, poiché significherebbe rinviare ulteriormente la definizione della vicenda ancora per innumerevoli anni. Per questo, Asset Banca ha da parte sua proposto, e intende perseguire, che si rimetta la determinazione del valore di Asset Banca a un collegio arbitrale, come accade spesso nel contenzioso commerciale il cui esito è determinato soprattutto da aspetti tecnici, o comunque a prescindere dalle nomenclature utilizzate, ad un percorso valutativo condiviso, con spese interamente a carico di Banca Centrale, e che la decisione sia immediatamente vincolante per le due parti, senza possibilità di ulteriori, lunghi e costosi procedimenti giudiziari. La proposta appare ragionevole anche perché lo stesso Tribunale, considerata la tecnicità della materia, non potrebbe che affidarsi al giudizio di un perito, cosicché la possibilità di mantenere percorribile la via giudiziale pare essere un tentativo di ennesimo rinvio al riconoscimento di un equo compenso risarcitorio. Per questi motivi Asset Banca, chi la rappresenta, i suoi azionisti, i suoi ex vertici, tutti danneggiati irreparabilmente dagli atti illegali della Banca Centrale, si attendono da quest’ultima un cambio di passo che conduca finalmente al riconoscimento concreto di un risarcimento che potrà comunque sostituire soltanto in minima parte il danno subìto.
c.s. Barbara Tabrrini (Asset Banca)