All’inizio del nuovo anno, auguro che cessino le indecorose gazzarre degli orfani del potere, i quali si dovranno piuttosto dedicare ad una seria analisi critica del proprio comportamento nel guidare il Paese per troppi anni fino alla grave situazione attuale.
Auspico inoltre che i componenti della coalizione “Democrazia in Movimento” siano conseguenti con la loro strategia che li ha dirottati dal ritenersi l’unica possibile alternativa al sistema di potere vigente, verso una più realistica funzione di opposizione, utile, se non gestita ottusamente, al recupero di una corretta dialettica politica senz’altro indispensabile per la rinascita della Repubblica.
Il compito di adesso.sm
Alla nostra coalizione, a cui i Sammarinesi in larga maggioranza hanno affidato il difficile compito di governare, spetta l’ardua impresa di attualizzare il felice slogan che ci ha dato la spinta vincente nella campagna elettorale: “adesso o mai più”. Davvero adesso o mai più si deve dar vita a quella svolta tanto attesa da molti, a quella discontinuità col sistema di potere da cui ci siamo finalmente liberati.
Si tratta di impegnarsi a fondo per realizzare lo stato di diritto attraverso il concorso responsabile delle forze politiche che devono dar voce e prestare ascolto a tutti i cittadini, alle loro istanze sociali, alle critiche, ai suggerimenti, alla richiesta pressante di comportamenti onesti, coerenti, giusti, decisi. Occorre anche essere rigorosi quando si tratta di recuperare le ingenti somme di denaro frutto di operazioni distorsive e illegittime; essere solleciti nella solidarietà verso i numerosi cittadini in buona fede ingannati e frodati da enti o personaggi spregiudicati che hanno inquinato e impoverito una società fondamentalmente onesta e laboriosa.
Pertanto è necessario partire con il piede giusto, come la nostra squadra di governo sta già facendo, con determinazione, con umiltà e costanza, senza la pretesa di risolvere tutto e subito, ma dando la precedenza ai problemi più urgenti.
La sfida più grande
La sfida più grande è comunque quella di far crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza che la nostra coalizione “adesso.sm”, nata per l’intuizione di alcuni gruppi politici in tempi relativamente brevi, è stata portata a un successo insperabile, almeno in proporzioni numeriche così forti, non solo grazie al voto di protesta e alla ribellione di buona parte della popolazione verso una compagine politica ormai troppo squalificata, ma anche grazie al desiderio di respirare aria nuova e alla esigenza, pur ancora non ben articolata, di ritrovare punti di riferimento credibili e collaudati.
A questo proposito ritengo opportuno riprendere alcuni concetti già espressi durante la campagna elettorale.
In una democrazia tanto in crisi ma alla ricerca di un’evoluzione positiva, i punti fermi si possono riscoprire nel proficuo incontro fra il serio solidarismo cristiano e la sincera tensione comunitaria propria del socialismo umanitario; ma attenzione, a patto di non ricadere nel pastrocchio che ci hanno finora propinato i falsi seguaci di quei nobili ideali, parecchi dei quali mentre parlavano di bene comune perseguivano i propri biechi interessi. Gli altri, quelli “puliti”, intanto fingevano di dormire; e quando è scoppiato il bubbone, hanno blindato il loro candore costituendosi parte lesa in tribunale; ma questa volta la gente non l’ha bevuta.
Una società equilibrata
In questa visione corretta di una società equilibrata e aperta a tutti, deve trovare ampio spazio e riconoscimento l’apporto di quanti, per capacità, per impegno, per spirito di iniziativa, per desiderio di affermare la propria personalità, possono contribuire alla crescita della comunità, senza coltivare ambizioni e appetiti smodati e senza speculare sulla modestia degli altri.
Una democrazia moderna può prosperare non attraverso una adesione di comodo e l’uso troppo disinvolto dei sacri principi, ma con la pratica quotidiana di atti conseguenti, nel rispetto della laicità dello Stato e della dignità e libertà di tutti i Cittadini.
Auspico inoltre che i componenti della coalizione “Democrazia in Movimento” siano conseguenti con la loro strategia che li ha dirottati dal ritenersi l’unica possibile alternativa al sistema di potere vigente, verso una più realistica funzione di opposizione, utile, se non gestita ottusamente, al recupero di una corretta dialettica politica senz’altro indispensabile per la rinascita della Repubblica.
Il compito di adesso.sm
Alla nostra coalizione, a cui i Sammarinesi in larga maggioranza hanno affidato il difficile compito di governare, spetta l’ardua impresa di attualizzare il felice slogan che ci ha dato la spinta vincente nella campagna elettorale: “adesso o mai più”. Davvero adesso o mai più si deve dar vita a quella svolta tanto attesa da molti, a quella discontinuità col sistema di potere da cui ci siamo finalmente liberati.
Si tratta di impegnarsi a fondo per realizzare lo stato di diritto attraverso il concorso responsabile delle forze politiche che devono dar voce e prestare ascolto a tutti i cittadini, alle loro istanze sociali, alle critiche, ai suggerimenti, alla richiesta pressante di comportamenti onesti, coerenti, giusti, decisi. Occorre anche essere rigorosi quando si tratta di recuperare le ingenti somme di denaro frutto di operazioni distorsive e illegittime; essere solleciti nella solidarietà verso i numerosi cittadini in buona fede ingannati e frodati da enti o personaggi spregiudicati che hanno inquinato e impoverito una società fondamentalmente onesta e laboriosa.
Pertanto è necessario partire con il piede giusto, come la nostra squadra di governo sta già facendo, con determinazione, con umiltà e costanza, senza la pretesa di risolvere tutto e subito, ma dando la precedenza ai problemi più urgenti.
La sfida più grande
La sfida più grande è comunque quella di far crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza che la nostra coalizione “adesso.sm”, nata per l’intuizione di alcuni gruppi politici in tempi relativamente brevi, è stata portata a un successo insperabile, almeno in proporzioni numeriche così forti, non solo grazie al voto di protesta e alla ribellione di buona parte della popolazione verso una compagine politica ormai troppo squalificata, ma anche grazie al desiderio di respirare aria nuova e alla esigenza, pur ancora non ben articolata, di ritrovare punti di riferimento credibili e collaudati.
A questo proposito ritengo opportuno riprendere alcuni concetti già espressi durante la campagna elettorale.
In una democrazia tanto in crisi ma alla ricerca di un’evoluzione positiva, i punti fermi si possono riscoprire nel proficuo incontro fra il serio solidarismo cristiano e la sincera tensione comunitaria propria del socialismo umanitario; ma attenzione, a patto di non ricadere nel pastrocchio che ci hanno finora propinato i falsi seguaci di quei nobili ideali, parecchi dei quali mentre parlavano di bene comune perseguivano i propri biechi interessi. Gli altri, quelli “puliti”, intanto fingevano di dormire; e quando è scoppiato il bubbone, hanno blindato il loro candore costituendosi parte lesa in tribunale; ma questa volta la gente non l’ha bevuta.
Una società equilibrata
In questa visione corretta di una società equilibrata e aperta a tutti, deve trovare ampio spazio e riconoscimento l’apporto di quanti, per capacità, per impegno, per spirito di iniziativa, per desiderio di affermare la propria personalità, possono contribuire alla crescita della comunità, senza coltivare ambizioni e appetiti smodati e senza speculare sulla modestia degli altri.
Una democrazia moderna può prosperare non attraverso una adesione di comodo e l’uso troppo disinvolto dei sacri principi, ma con la pratica quotidiana di atti conseguenti, nel rispetto della laicità dello Stato e della dignità e libertà di tutti i Cittadini.
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