Da quanti anni sentite la politica e buona parte della cittadinanza chiedere un tribunale efficiente, una giustizia che funzioni e che sia uguale per tutti? Una giustizia veloce ed imparziale è un asset fondamentale per la difesa dei diritti dei cittadini, ma anche per garantire potenziali investitori, in qualsiasi Paese democratico. È facile capire il perché. Procedimenti che si dilungano nel tempo creano un clima di incertezza che, da una parte, non tutela chi non fa nulla di male, dall’altra non garantisce la certezza della pena per chi sbaglia. In questo momento, tralasciando il percorso che ha portato alla nomina di un dirigente esterno al Tribunale unico e dopo le fortissime tensioni degli ultimi due anni, che si sono ripercosse anche sull’organo legislativo ed esecutivo, la giustizia sammarinese ha bisogno di ritrovare un po’ di serenità per riniziare ad occuparsi solamente dei tanti fascicoli fermi ed in attesa di una sentenza. Negli ultimi mesi sono stati fatti passi in avanti, almeno dal punto di vista delle intenzioni, su alcuni temi caldi da tempo per il settore: l’annuncio fatto a giugno, per esempio, della prossima messa a disposizione delle sentenze del tribunale sammarinese su apposito portale web è un atto di trasparenza che andrà, quando realizzato, incontro alle esigenze espresse da anni dagli operatori del settore. Anche la nomina di un giudice d’appello avvenuta lo scorso anno è servita per andare incontro alle esigenze di efficienza di un Tribunale che necessitava di una voce esterna – alla luce dello scontro sviluppatosi internamente e certificato dalle continue fuoriuscite mirate sui media di notizie ed informazioni riservate – per garantire terzietà alla prosecuzione ed alla conclusione di procedimenti delicati come il Mazzini. Ora sul tavolo della politica c’è la presa d’atto del reclutamento di ulteriori due giudici d’appello civile ed amministrativo, procedimento avviato alla luce di un ritardo accumulato in quei settori per diversi motivi – non da ultimo la prematura scomparsa del compianto giudice Ferroni – che i due giudici di appello penale al momento in organico hanno comunicato di non riuscire ad affrontare. Una parte della politica, invece, sta facendo di tutto per bloccare il lavoro del Consiglio Grande e Generale e non permettere ai due giudici in questione di iniziare il lavoro per cui sono stati chiamati per volontà dello stesso Consiglio Grande e Generale. Che senso ha tutto questo? Qualcuno dice perché dietro quella politica si muove chi vorrebbe bloccare od ostacolare la prosecuzione del Conto Mazzini, qualcun altro che il Mazzini non c’entra ma ci sarebbero altre sentenze in attesa dell’appello che interessano i partiti ormai ex opposizione per condurre la propria campagna politica contro l’ormai ex governo di Adesso.sm. A prescindere dalle motivazioni, il tentativo di ostacolare quella presa d’atto è un fatto. Un fatto incomprensibile, per quanto ci riguarda, e condannabile. Si è parlato tanto di responsabilità, nelle ultime settimane. Allora per responsabilità è ora che gli interessi di parte se la finiscano di intaccare l’interesse del Paese e dei suoi cittadini nell’avere giustizia, e nell’averla celermente. C’è un reclutamento tramite bando pubblico avviato per volontà dello stesso Consiglio Grande e Generale, su esigenza espressa dal dirigente del Tribunale, che va portato a termine e che ha subito fin troppi ritardi. I processi devono andare avanti, il Conto Mazzini deve arrivare a conclusione, chi sbaglia deve pagare e restituire il maltolto alla comunità. Le tifoserie a noi non interessano.
Comunicato stampa
Civico10