Il Diritto alla Vita è primario e fondamentale, sancito da Dichiarazioni Universali ed ancor più radicato nella ragione e nel cuore degli uomini. Ora una certa cultura vuole negare ad un essere umano concepito il diritto di nascere, come se un bambino fosse un aggressore ingiusto e non invece un essere indifeso. Recita infatti il quesito referendario cui i cittadini sammarinesi saranno chiamati a rispondere: “Volete che sia consentito alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione e anche successivamente se vi sia pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie o malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna?” L’esperienza di molti pediatri con anni di attività in Sala Parto portano ad escludere casi clinici in cui una donna gravida sia stata minacciata nella sua salute fisica dalla presenza del concepito. Va precisato per completezza che può verificarsi in gravidanza la comparsa di emorragia, a causa di un particolare posizionamento della placenta. Dagli anni ottanta del secolo scorso fortunatamente disponiamo di tecniche ecografiche che permettono una diagnosi precoce, un efficace monitoraggio ed un percorso che comportano una forte riduzione di rischi per la vita di entrambi, mamma e bimbo. Altra evenienza temibile, per fortuna rarissima, è la comparsa di un tumore materno. In questo caso, per consentire alla mamma l’inizio il più rapido delle terapie oncologiche, si effettua un precoce parto cesareo, onde mettere al sicuro il bambino, anche se il suo peso è molto basso. Insomma oggi, XXI secolo, disponiamo di molti supporti diagnostici e terapeutici, grazie ai quali si possono fronteggiare e vincere sfide alla salute della mamma e del suo bambino. Non tralasciamo di ricordare il fattore umano di cui dispone il nostro Ospedale ed il reparto di Ostetricia in particolare, la professionalità e la loro qualità umana hanno assicurato percorsi di eccellenza e risultati importanti. Non da ultimo, il nostro Codice Penale con l’art. 42 (stato di necessità) permette al medico di effettuare ogni intervento atto a salvare la mamma quando vi sia un pericolo di vita. Anche se, a causa di questo intervento, si verificasse l’interruzione di gravidanza. A questo punto viene spontanea una domanda: se così stanno le cose nella realtà, per quale motivo il quesito referendario insiste tanto sui DANNI alla salute fisica della gestante, se questi danni non ci sono? Cosa si vuol far credere alla gente? Sappiamo tutti che la gravidanza è un evento NATURALE, non è una patologia, alla quale gravidanza il fisico di una donna è preparato e pronto fin dai suoi anni giovanili, quando sarebbe vivamente consigliabile mettere al mondo bambini e bambine, come in una fioritura di primavera! Ancora un cenno, perché poi questo discorso sarà ripreso in modo più approfondito, circa la paventata possibilità che “un’anomalia o una malformazione del feto comporti grave rischio per la salute fisica ….. della donna”, al punto da richiedere l’aborto: ma quando mai un feto Down ha causato rischi alla salute fisica della sua mamma? E un cardiopatico? E un feto con un dito in più? Ma davvero vogliamo raccontarci favolette e spacciarle, appunto nel XXI secolo, per verità? Intendiamoci. Che anche solo il sospetto di una malformazione fetale sia un dolore ed una frustrazione che possono cambiare la vita lo sappiamo. Come genitori, prima ancora che come medici. E sappiamo quanto occorra essere presenti e coinvolti. Per questo siamo sul territorio con progetti mirati al sostegno della gravidanza e del puerperio ed al sostegno dell’intera famiglia, quando questo sia necessario! Per noi la vita è un dono ma anche un compito, non privo di ostacoli, certamente non è una strada dritta, ed il rischio che fin dal primo istante l’accompagna non può comunque diventare il criterio per eliminare lo stesso Diritto alla Vita.
c.s. Comitato UNO DI NOI