Il capogruppo della DC Luigi Mazza - da vecchia volpe qual è - sa bene che rimanere nell'ombra è "buona politica" soltanto fino a quando non si viene scoperti. Ora che la notizia della banca cinese è nota, meglio rilasciare un'intervista alla stampa, ostentare sicurezza, rassicurare gli animi, fingere di dare risposte.
Luigi Mazza è molte cose, troppe cose, tutte insieme.
È avvocato. Ma non un avvocato qualunque. Mazza ci tiene a sottolineare che il suo curriculum ha un punto di forza impareggiabile: inglese livello C2. Pertanto non ci si stupisca del suo successo. È del tutto ovvio che gli investitori internazionali bussino alla porta dell'unico "one man band" su piazza. E poi bisogna riconoscere che il suo slang è irresistibile.
È imprenditore. Ma non un imprenditore qualunque. Capitaneggia il gruppo SMA. Scarrozza in lungo e in largo. Possiede bar, assicurazioni, riassicurazioni (anche rassicurazioni se necessario), hotel, pompe di benzina, e tanto, tanto altro (sembra gli sia avanzata anche una eredità). È il Berlusconi di San Marino (senza portafoglio, come il ministro). Ed è anche molto famoso. Talmente famoso che pare che la Cassa di Risparmio e l'Ufficio Tributario lo chiamino in continuazione. Chissà cosa avranno da chiedergli.
È leader di maggioranza. Ma non un leader qualunque. Col solo gesto del pollice comanda mezzo consiglio, dà o toglie voti, sigilla le leggi, decide delle vite dei sammarinesi.
Non è solo una questione di opportunità. Non è solo una questione di conflitto di interessi.
L'azione eversiva di Bene Comune, di cui Luigi Mazza ne è l'immagine più fedele, sta producendo nuove tensioni con le autorità italiane e europee. Gli istituti bancari sammarinesi rischiano l'ennesima esclusione dai sistemi di pagamento internazionali; esiste una data chiamata la "linea della morte" fissata per il 21 febbraio 2016. I vertici di Banca Centrale sono presumibilmente indagati. Il ministro italiano Padoan tuona sulla stampa. Gli importantissimi negoziati con Banca d'Italia e Unione Europea hanno esito incerto. Non occorre essere dei politici raffinati per capire quanto possa essere pericoloso mettersi dei cinesi in casa proprio in questo momento. Ma Luigi Mazza se ne frega. La Repubblica è "cosa sua". L'osso del collo di noi tutti val pur bene la sua ambizione.
Noi non sappiamo molte cose, ma una cosa la sappiamo per certo. Mazza ci biasima di "non aver mai combinato niente nella vita". Premesso che noi a Mazza non dobbiamo dimostrare niente. Premesso anche che ci basta sapere di essere dalla parte opposta alla sua per essere contenti di noi stessi. Premesso tutto ciò, meglio "non aver mai combinato niente nella vita", meglio aver condotto la propria esistenza in maniera anonima, meglio essere un perfetto sconosciuto, che essere l'uomo che è Luigi Mazza.
Un'ultima nota: non siamo affatto sicuri - come il governo ha riportato nella risposta all'interpellanza sulla banca cinese - che il commercialista Luciano Cardelli non abbia un ruolo nell'operazione. Voci attendibili all'interno del settore finanziario affermano il contrario. Inoltre in questi ultimi mesi sono stati diversi gli avvistamenti del signor Cardelli al palazzo di vetro di Banca Centrale. Contro Cardelli non abbiamo niente di personale. Vogliamo però ricordare che di recente è stato rinviato a giudizio per una vicenda di riciclaggio nella quale sono coinvolti gruppi criminali di origine cinese.
Luca Lazzari
Federico Pedini Amati
Elena Tonnini
Matteo Zeppa
Luigi Mazza è molte cose, troppe cose, tutte insieme.
È avvocato. Ma non un avvocato qualunque. Mazza ci tiene a sottolineare che il suo curriculum ha un punto di forza impareggiabile: inglese livello C2. Pertanto non ci si stupisca del suo successo. È del tutto ovvio che gli investitori internazionali bussino alla porta dell'unico "one man band" su piazza. E poi bisogna riconoscere che il suo slang è irresistibile.
È imprenditore. Ma non un imprenditore qualunque. Capitaneggia il gruppo SMA. Scarrozza in lungo e in largo. Possiede bar, assicurazioni, riassicurazioni (anche rassicurazioni se necessario), hotel, pompe di benzina, e tanto, tanto altro (sembra gli sia avanzata anche una eredità). È il Berlusconi di San Marino (senza portafoglio, come il ministro). Ed è anche molto famoso. Talmente famoso che pare che la Cassa di Risparmio e l'Ufficio Tributario lo chiamino in continuazione. Chissà cosa avranno da chiedergli.
È leader di maggioranza. Ma non un leader qualunque. Col solo gesto del pollice comanda mezzo consiglio, dà o toglie voti, sigilla le leggi, decide delle vite dei sammarinesi.
Non è solo una questione di opportunità. Non è solo una questione di conflitto di interessi.
L'azione eversiva di Bene Comune, di cui Luigi Mazza ne è l'immagine più fedele, sta producendo nuove tensioni con le autorità italiane e europee. Gli istituti bancari sammarinesi rischiano l'ennesima esclusione dai sistemi di pagamento internazionali; esiste una data chiamata la "linea della morte" fissata per il 21 febbraio 2016. I vertici di Banca Centrale sono presumibilmente indagati. Il ministro italiano Padoan tuona sulla stampa. Gli importantissimi negoziati con Banca d'Italia e Unione Europea hanno esito incerto. Non occorre essere dei politici raffinati per capire quanto possa essere pericoloso mettersi dei cinesi in casa proprio in questo momento. Ma Luigi Mazza se ne frega. La Repubblica è "cosa sua". L'osso del collo di noi tutti val pur bene la sua ambizione.
Noi non sappiamo molte cose, ma una cosa la sappiamo per certo. Mazza ci biasima di "non aver mai combinato niente nella vita". Premesso che noi a Mazza non dobbiamo dimostrare niente. Premesso anche che ci basta sapere di essere dalla parte opposta alla sua per essere contenti di noi stessi. Premesso tutto ciò, meglio "non aver mai combinato niente nella vita", meglio aver condotto la propria esistenza in maniera anonima, meglio essere un perfetto sconosciuto, che essere l'uomo che è Luigi Mazza.
Un'ultima nota: non siamo affatto sicuri - come il governo ha riportato nella risposta all'interpellanza sulla banca cinese - che il commercialista Luciano Cardelli non abbia un ruolo nell'operazione. Voci attendibili all'interno del settore finanziario affermano il contrario. Inoltre in questi ultimi mesi sono stati diversi gli avvistamenti del signor Cardelli al palazzo di vetro di Banca Centrale. Contro Cardelli non abbiamo niente di personale. Vogliamo però ricordare che di recente è stato rinviato a giudizio per una vicenda di riciclaggio nella quale sono coinvolti gruppi criminali di origine cinese.
Luca Lazzari
Federico Pedini Amati
Elena Tonnini
Matteo Zeppa
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