Riteniamo l'accordo sul un nuovo contratto nazionale, deciso dalle rappresentanze dell'industria con il sindacato, assolutamente miope, se non addirittura pericoloso per la vita di alcune aziende. Si sono infatti apposte le firme senza considerare che chi applica il contratto dell'industria ai propri dipendenti non sono solo le realtà più propriamente industriali, ma anche aziende appartenenti a più settori e di diverse dimensioni, e non tutte vengono da un prospero periodo di crescita, anzi. Questo tipo di contratto coinvolge infatti, tra le altre, anche realtà di un settore come quello dei Tour Operator e delle Agenzie di Viaggi, che solo nell'ultimo periodo sta finalmente e faticosamente riprendendo ossigeno, dopo gli oltre due anni di forzoso fermo totale. Tra queste ci sono realtà che ancora oggi sono costrette a ricorrere, più o meno parzialmente, alla CIG, in funzione di un mercato mondiale solo parzialmente ritornato a viaggiare e con l'incognita di un autunno da affrontare tra una Guerra in piena Europa e un Covid che nessuno sa se si possa considerare superato. Un accordo quindi che penalizza aziende che, già in sofferenza, si troveranno ora a subire un ulteriore aumento dei costi, con tutti i rischi che ciò comporterà, ma che rischia di diventare anche un precedente a cui far riferimento nel rinnovo degli altri contratti nazionali, con il rischio che quello che oggi coinvolge l'industria faccia poi da scuola per tutte le altre categorie. Mentre si discute dell'urgenza di approntare un contratto ad hoc proprio per Agenzie di Viaggi e Tour Operator, che permetta alle aziende turistiche del nostro paese di competere adeguatamente sul mercato globale e che tenga finalmente conto delle particolarità del nostro lavoro, troviamo inconcepibile che una associazione datoriale definisca un rinnovo di un contratto nazionale senza aver tenuto in conto tutti i settori che la compongono. Siamo ben consapevoli di come l'attuale situazione inflattiva stia mettendo in difficoltà lavoratori e famiglie, ma ancora una volta siamo costretti a rimarcare come le decisioni prese per porvi in qualche modo rimedio, alla fine gravino unicamente e direttamente sulle casse delle imprese, e non tengano in conto delle differenze tra aziende, più propriamente industriali, che nell'ultimo periodo hanno decisamente prosperato, con aziende, magari meno strutturate, che stanno facendo ogni sforzo per restare a galla, dopo anni di stop forzato ed imposto, che hanno chiuso gli ultimi due bilanci pesantemente in negativo, con la prospettiva di un recupero che durerà anni e dopo aver ricevuto aiuti che definire scarsi è un puro eufemismo. Riteniamo che ancora una volta si sia persa un'occasione, quella di concertare in modo condiviso le azioni per gestire una importante fase di ripresa, dando la giusta considerazione alla oggettiva situazione di ogni realtà coinvolta, per riportare i rapporti sociali ed economici nell'ambito di un progetto di sviluppo. Quindi, per evitare ulteriori pericoli alla nostra categoria, che versa già in notevole difficoltà, chiediamo che negli incontri che definiranno i prossimi rinnovi, in particolare quelli per il contratto dei servizi, si coinvolgano tutte le parti che verranno interessate, in modo che ogni cambiamento sia calcolato con prudente cautela, tenendo in debita considerazione tutte le diverse situazioni che le nuove misure inevitabilmente condizioneranno.
Luca Ruco - Resp. Press CTO Comitato Turismo Organizzato