Sono circa 430 i dipendenti della Regione Emilia-Romagna che hanno scelto lo smart working, il cosiddetto ‘lavoro agile’, una nuova modalità di lavoro basata sulla flessibilità di orari d’ufficio e la possibilità di lavorare da casa. Tanti i plus: la maggiore facilità nel conciliare i tempi di vita con quelli lavorativi, la miglior auto-organizzazione del dipendente che riduce le dispersioni date dagli spostamenti, e di conseguenza il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, oltre al recupero in media di 50 minuti al giorno dati dall’assenza del tragitto casa-lavoro. Minor inquinamento atmosferico, meno costi di mobilità. La tendenza è incontrovertibile e parla chiaro: chi inizia a operare nell’ambito dello smart working difficilmente torna alle vecchie modalità. La Regione Emilia-Romagna è stata la prima d’Italia ad avviare questa sperimentazione, che da un paio di mesi è entrata definitivamente a regime. Dotati di smartphone, un computer portatile e una connessione a internet i dipendenti sono in grado di lavorare fuori ufficio, conciliando così, con più facilità, i tempi di lavoro con quelli della vita privata. Un’iniziativa efficiente e veloce che, stando ai dati dei ricercatori, fa aumentare la produttività. La percezione è che con tale impostazione si stia passando a una “mentalità” più vicina a quella del professionista, libero dalla schiavitù del “cartellino”. Un’auto-organizzazione che va verso una maggiore responsabilizzazione del lavoratore e che, allo stesso tempo, viene incontro in particolare alle esigenze delle donne che spesso hanno più difficoltà a conciliare vita e lavoro. Lo smart working rappresenta un grande rinnovamento per la pubblica amministrazione per il quale la Regione Emilia-Romagna ha anche ricevuto di recente un premio dal Politecnico di Milano come miglior PA. Per tutte queste motivazioni, a mio parere, lo smart working potrebbe essere esteso agli enti pubblici del territorio per quanto riguarda le attività di back office, ma anche alle numerose aziende private, in un’ottica di avvicinamento alle esigenze del lavoratore, di maggiore produttività e risultati".
Emma Petitti:"Estendiamo lo smart working agli enti pubblici e alle aziende per essere più vicini alle esigenze dei lavoratori e diventare più produttivi"
18 dic 2019
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