In questi giorni gli esperti del Fondo Monetario Internazionale sono a San Marino per la visita annuale. Si tratta di un appuntamento particolarmente importante per diversi motivi. In primo luogo, i tecnici sono tenuti a valutare le misure adottate da San Marino per sostenere la propria economia dopo il duro colpo inflitto dalla pandemia. Un sostegno che OSLA ha sempre sostenuto essere stato insufficiente, in particolar modo per i settori economici collegati al turismo. Purtroppo, la crisi del nostro sistema economico va oltre il Covid. Occorre ridisegnare un modello di sviluppo, che garantisca sufficienti entrate per lo Stato senza aumentare la pressione fiscale. Ormai le riforme da fare sono note e - a parole - condivise da tutti. Anche gli ultimi report del FMI sottolineano la necessità di interventi urgenti, specialmente sul sistema bancario e su quello pensionistico. Riguardo al sistema bancario, come Associazione che raccoglie numerose imprese di piccole e medie dimensioni in tutti i settori, continuiamo a registrare criticità da parte dei nostri associati riguardo la difficoltà di accedere al credito. Accanto a quello degli Npl di cui il Consiglio Grande e Generale ha legiferato di recente, è un altro tema primario da affrontare per garantire lo sviluppo dell’economia. Allo stesso modo occorre intervenire per aumentare la flessibilità del mercato del lavoro, che oggi a San Marino penalizza le imprese non consentendole di affrontare nel migliore dei modi questi difficili momenti di forte instabilità. La nostra Associazione ha sempre sostenuto la necessità di semplificare e velocizzare le procedure di assunzione, lasciando libertà all’imprenditore di scegliere i propri collaboratori in base al merito e alle competenze. Ma il giudizio del FMI quest’anno è particolarmente importante alla luce dell’approdo sui mercati internazionali dei titoli di debito pubblico sammarinese. Il report, infatti, è uno strumento fondamentale per gli investitori a cui il Titano dovrà inevitabilmente ricorrere di nuovo, dato che sarà impossibile restituire i 340 milioni di debito pubblico emessi in primavera. E questa deve essere una spinta enorme nel far ripartire l’economia del Paese e a risanare finalmente le finanze pubbliche.
Cs Osla