In relazione al progetto di legge “Trattamento economico e normativo relativo al personale incaricato per l’insegnamento della religione cattolica nelle Scuole della Repubblica di San Marino”, iscritto in seconda lettura nella sessione consiliare in corso, la FUPI-CSdL esprime le proprie forti perplessità, soprattutto per il metodo.
Infatti, in primo luogo si tratta della riproposizione - con qualche modifica - di un accordo sottoscritto il 16 maggio 2013, ma che lo stesso Consiglio Grande e Generale qualche mese dopo aveva bocciato, impedendone così la ratifica
In generale si tratta di norme che, se da un lato riguardano docenti che non vengono incaricati dalla Pubblica Amministrazione ma dall'autorità religiosa, dall'altro però vanno ad influire sull'intero sistema scolastico: problematica questa già posta dalla FUPI in Commissione Paritetica, nello specifico in relazione agli 8 posti di insegnamento riservati al personale religioso nella scuola dell'infanzia.
Ciò che riteniamo necessario evitare è che, in virtù del riconoscimento di questo trattamento economico e normativo dei docenti di religione cattolica, si possano creare casi in cui, ai fini della stabilizzazione, gli anni di insegnamento della religione cattolica - incarico come detto non assegnato dall'autorità scolastica ma da quella religiosa - possano essere cumulati con quelli di insegnamento di altre materie; ciò creerebbe disparità di trattamento con gli altri membri del corpo docente.
Nel complesso siamo contrari ad una norma stralcio sull'insegnamento della religione nelle scuole; la tematica va affrontata nel suo complesso, tenendo conto che per la FUPI in uno stato laico si deve parlare di insegnamento della religione, e non della sola religione cattolica, e che tutti i docenti devono sottostare interamente alle autorità scolastiche della Pubblica Amministrazione.
FUPI-CSdL
Infatti, in primo luogo si tratta della riproposizione - con qualche modifica - di un accordo sottoscritto il 16 maggio 2013, ma che lo stesso Consiglio Grande e Generale qualche mese dopo aveva bocciato, impedendone così la ratifica
In generale si tratta di norme che, se da un lato riguardano docenti che non vengono incaricati dalla Pubblica Amministrazione ma dall'autorità religiosa, dall'altro però vanno ad influire sull'intero sistema scolastico: problematica questa già posta dalla FUPI in Commissione Paritetica, nello specifico in relazione agli 8 posti di insegnamento riservati al personale religioso nella scuola dell'infanzia.
Ciò che riteniamo necessario evitare è che, in virtù del riconoscimento di questo trattamento economico e normativo dei docenti di religione cattolica, si possano creare casi in cui, ai fini della stabilizzazione, gli anni di insegnamento della religione cattolica - incarico come detto non assegnato dall'autorità scolastica ma da quella religiosa - possano essere cumulati con quelli di insegnamento di altre materie; ciò creerebbe disparità di trattamento con gli altri membri del corpo docente.
Nel complesso siamo contrari ad una norma stralcio sull'insegnamento della religione nelle scuole; la tematica va affrontata nel suo complesso, tenendo conto che per la FUPI in uno stato laico si deve parlare di insegnamento della religione, e non della sola religione cattolica, e che tutti i docenti devono sottostare interamente alle autorità scolastiche della Pubblica Amministrazione.
FUPI-CSdL
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