A diversi mesi dall’insediamento del Consiglio Grande e Generale, nonostante siano stati adempiuti quasi tutti i propri doveri formali, con le cariche principali ormai operative e l’insediamento delle Commissioni permanenti e quelle speciali, non possiamo ignorare la situazione di disagio istituzionale che mese dopo mese, seduta dopo seduta, ci viene presentato. Già verso la fine della scorsa legislatura abbiamo più volte ripetuto la necessità di un nuovo modo di fare politica e di un nuovo modello. È evidente già in questa prima fase quanto sia difficile, indipendentemente da chi oggi o domani sarà la Maggioranza, la fatica con cui il Consiglio, nello svolgimento dei suoi lavori, cerca di rispettare il proprio programma di governo, i suoi punti e le decisioni necessarie per il bene del Paese. Una problematica che oggi sembra diventata normalità nel corso delle varie legislature, ma di normale non c’è assolutamente nulla. Un esempio evidente è rappresentato dal PdL dell'assestamento di bilancio, che dopo lunghi dibattiti politici di maggioranza ed opposizione è slittato all’attuale seduta Consiliare.
Si tratta di una questione legata alle procedure del regolamento consiliare, o stiamo affrontando una più profonda mancanza di condivisione all'interno della maggioranza?
La vera preoccupazione riguarda la capacità, o meglio la possibilità, del Consiglio di affrontare e risolvere le grandi questioni che attendono il nostro Paese. La semplice ratifica di decreti portati in Aula dal Congresso di Stato non deve essere la normale procedura. Questo svilisce il ruolo dei Consiglieri e non permette a questi ultimi di lavorare nelle giuste condizioni che il ruolo dovrebbe imporgli. Ancora ad oggi il Consiglio infatti è impegnato a ratificare Decreti emessi nella passata legislatura e come GDC, pertanto, vogliamo lanciare una provocazione attraverso una semplice domanda: così è possibile andare avanti? se fatichiamo a trovare una sintesi su provvedimenti urgenti, come possiamo immaginare di portare avanti progetti strategici proposti ai cittadini durante la campagna elettorale? Pensiamo alla costruzione del nuovo Ospedale di Stato (che non può però essere slegato dalla comprensione di quale Ospedale vogliamo e quali servizi vogliamo), alla necessità di personale sanitario, alle misure contro il caro affitti, alla lotta contro l’inflazione alla sfida demografica, al PRG, alle strutture per gli universitari, alle tematiche inerenti alla sicurezza stradale e alle tantissime necessità collegate alla gestione del debito pubblico. Se la macchina è questa, come potremo mettere in campo e affrontare la vera sfida per la Repubblica cioè l’attuazione dell’Accordo di Associazione? Siamo consapevoli di cosa vorrà dire sul nostro sistema la sua attuazione e le possibilità che offrirà a quasi tutte le sfere e aspetti della nostra società?
Per il futuro di San Marino e dei suoi organi politico istituzionali, per noi GDC, è necessario riflettere sia sull’efficacia del Regolamento consiliare, sia, soprattutto, sul modo in cui interpretiamo il ruolo del Consigliere e, più in generale, del politico. Siamo chiamati a garantire che le nostre istituzioni siano operative, trasparenti e in grado di prendere decisioni in tempi utili, sempre nell'interesse della collettività. In un mondo economico- finanziaria ed in una società così tanto veloce, la politica, mantenendo sempre al centro i suoi principi democratici e di necessario confronto, deve interrogarsi e comprendere se la sua macchina operativa, oggi, ha bisogno di una revisione o addirittura la sostituzione di qualche suo ingranaggio. Possiamo aspettare i risultati della futura Commissione speciale sulle riforme istituzionali oppure dobbiamo già avviare un suo percorso riformatorio?
Come GDC, riteniamo pertanto necessario ampliare la nostra visuale e comprendere come gli altri paesi garantiscono i lavori dei loro Parlamenti affinché per noi possano essere una fonte di ispirazione, ma questo potrà avvenire solamente attraverso una condivisione ed un confronto chiaro e trasparente che, per una volta, metta da parte le semplici logiche partitiche. Come GDC ci auspichiamo che dalla pubblicazione di questo articolo possa suscitare nei lettori alcune riflessioni e avviare all’interno del Paese un ragionamento.
Comunicato stampa
Giovani Democratico Cristiani