Domani, domenica 31 maggio, si celebra come ogni anno, la giornata mondiale senza Tabacco, meglio conosciuta "contro il fumo", promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha scelto per l'edizione 2020 di incentivare gli interventi dei sistemi sanitari per proteggere i giovani dalle strategie manipolatorie dei produttori che hanno purtroppo avvicinato le nuove generazioni al consumo di tabacco.
Quest'anno la ricorrenza si celebra in un momento critico per la salute dell'intera popolazione mondiale, alle prese con l'infezione da COVID -19, e sono peraltro numerosi gli studi e le riflessioni sul rapporto tra la gravità dell'infezione dal virus SARS CoV 2 e l'abitudine al fumo.
Un polmone indebolito da una patologia cronica molto diffusa fra i fumatori, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), è più suscettibile a gravi conseguenze causate da un agente infettivo. Recenti pubblicazioni scientifiche hanno confermato l'evidenza di un rischio di malattia più severa nei fumatori con un ricorso più elevato alla terapia Intensiva.
Non vi sono evidenze scientifiche invece sul fatto che la nicotina in qualche modo protegga dal contagio dal virus; in ogni caso poi non va dimenticato che il fumo di sigaretta contiene non solo nicotina, ma anche un numero elevato di sostanze (circa 4.000) di cui molte irritanti e circa sessanta cancerogene.
San Marino sta partecipando, tramite il proprio reparto COVID, ad uno studio italiano denominato "Studio COSMO-IT (COvid 19 and SMOkin in Italy)" promosso dall'Istituto "Mario Negri" di Milano che analizza l'impatto della malattia da Coronavirus nei fumatori, attraverso l'analisi di dati prospettici e retrospettivi.
Oltre alla situazione attuale legata alla pandemia, è ormai dimostrato da numerosi studi come il fumo di tabacco sia il più importante fattore di rischio prevenibile per la salute e sia inoltre causa o concausa di molteplici malattie a carattere degenerativo e neoplastico.
"Il rischio è strettamente dipendente dall'età in cui si inizia a fumare - afferma il Dr. Enrico Rossi, pneumologo e direttore della Geriatria dell'Ospedale - e alla durata di tale abitudine. Il fumo è responsabile infatti del 50% di tutti i decessi evitabili nei fumatori e in particolare, occorre rimarcare come il rischio di eventi cardiovascolari fatali dopo 10 anni è quasi doppio nei fumatori rispetto ai non fumatori. Chi fuma ha una aspettativa di vita di circa 10 anni inferiore rispetto a chi non fuma. E anche il fumo passivo è dannoso, tanto che si stima che aumenti, per esempio, il rischio del 30% di sviluppare una malattia cardiovascolare".
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Comunicato stampa
ISS