Si conclude oggi la pubblicazione dello studio realizzato dalla CSdL che ha fornito un quadro dettagliato dell'occupazione nella Repubblica di San Marino, analizzando i dati e le dinamiche che si sono sviluppati dal 2016 al 2023. La prima tabella allegata riporta l’incremento in termini percentuali degli occupati all’interno dei principali settori privati nel periodo in esame, sia per quanto riguarda il numero totale, che con specifico riferimento ai lavoratori sammarinesi e residenti. Si evince che i settori che sono cresciuti di più in termini percentuali, sia nel complesso che rispetto all’occupazione interna, sono i servizi di informazione e comunicazione, le attività di alloggio e ristorazione ed il manifatturiero. Invece, in altri sono stati assunti quasi esclusivamente dipendenti frontalieri; a questo proposito, spiccano in modo particolare il settore commercio, visti i valori assoluti che esprime, e le attività di servizio alle imprese, noleggio ed agenzie viaggio, presso le quali addirittura i sammarinesi e residenti sono diminuiti, a fronte di un balzo del 28,9% in termini di occupati complessivi. La seconda tabella riporta invece il contributo dei singoli comparti, sempre in termini percentuali, alla crescita (o decrescita in taluni casi) complessiva degli occupati dell’intero settore privato e con specifico riferimento all’incremento dell’occupazione interna. In entrambe le tabelle, non sono indicati i settori che hanno avuto una crescita poco significativa, in quanto di piccole dimensioni, o una decrescita. Non è una novità che il settore manifatturiero rappresenti il comparto che ha contribuito di più rispetto all'aumento complessivo dei lavoratori dipendenti, ma acquista ancora maggiore rilievo il fatto che abbia assunto il 70% dei nuovi occupati sammarinesi e residenti. Con riferimento all’occupazione interna, sono pochi i settori che hanno contribuito al suo incremento; anzi, in buona parte dei casi i lavoratori sammarinesi e residenti sono diminuiti. Al netto del settore finanziario e assicurativo, che è l’unico ad avere ridotto il numero complessivo dei dipendenti rispetto al 2016, viene da chiedersi se sono i lavoratori sammarinesi e residenti che rifuggono dalle imprese di determinati settori, oppure se sono le stesse aziende che privilegiano il personale proveniente da fuori territorio. Che si tratti della prima o della seconda ipotesi, occorre interrogarsi sulle ragioni: di certo non sono di carattere professionale, ovvero di carenza delle competenze specifiche richieste dalle aziende. In proposito, il caso più vistoso è quello delle attività di servizio alle imprese, noleggio ed agenzie viaggio, che hanno incrementato in modo consistente il numero degli occupati, a fronte di un calo di quelli sammarinesi e residenti. I due terzi dei dipendenti di queste attività sono infatti inquadrati ai livelli più bassi previsti dai contratti. Peraltro, quello dei servizi, a cui prevalentemente fanno riferimento, è uno dei più "poveri". La resistenza ad adeguare gli stipendi, fermi da diverso tempo, a cui abbiamo assistito nelle trattative per i rinnovi contrattuali di questi settori, e questa tendenza ai bassi inquadramenti - che probabilmente non corrisponde alle competenze professionali effettivamente richieste - non costituisce certo un fattore di attrattività in un mercato del lavoro di ridotte dimensioni. Ma a qualche Associazione di categoria ed ai loro rappresentati questo verosimilmente non interessa, visto che in un bacino di decine di migliaia di potenziali lavoratori come quello che ci circonda, qualcuno che accetta di essere sottopagato si trova sempre... Nei prossimi giorni le varie analisi e tabelle che compongono lo studio CSdL sull'occupazione, pubblicate pressoché quotidianamente, verranno raccolte in un unico documento che si potrà scaricare on line sul sito CSdL.
CSdL