Il Governo, per voce dei suoi rappresentanti istituzionali, ci vuole rassicurare sul fatto che il CFP non è una scuola di serie B. Ci piacerebbe crederlo, ma ci sono atti e provvedimenti che risultano incoerenti con questa dichiarazione. Dal 1° di novembre, festa di Ognissanti, che sono quelli a cui ci rivolgiamo affinché questa situazione venga risolta, entra in vigore la riorganizzazione prevista dalla delibera del Congresso di Stato n.13 del 16 settembre u.s. Ebbene con questa delibera viene ad aggravarsi la situazione già creata dal precedente Esecutivo, che aveva deciso di fondere il Centro di Formazione Professionale con l’Ufficio Politiche Attive per il Lavoro, creando il CFP-UPAL. Questo esecutivo, invece di correggere la stortura di un'unione che è parsa dettata più che altro da esigenze di budget, è andato oltre, creando una nuova Unità Organizzativa in cui convergeranno il CFP e il nuovo UPAL che si chiamerà ULPA.
La nuova Unità Organizzativa si chiamerà ULPA-CFP (Ufficio per il Lavoro e le Politiche Attive e Centro di Formazione Professionale), il che decreta un evidente, ulteriore declassamento: non solo siamo in serie B, ma in zona playout, visto che anche nel nome il CFP viene ancora una volta dopo. Ci sarebbe da ragionare su questa smania di ribattezzare enti pubblici per dimostrare alla cittadinanza che si stanno riformando realtà di cui solitamente l'unica cosa che si rinnova sono le diciture, ma andiamo avanti... A questo punto i quesiti che sorgono in noi docenti sono molteplici. Ha senso inglobare ufficialmente una scuola, perché questo è il CFP dato che vi si assolve l’obbligo scolastico, nell'Unità Organizzativa di un altro ufficio o Servizio Pubblico? Da cosa è dettata una scelta tanto atipica? Quale visione scolastica sostiene una decisione tanto arbitraria? Quali ragioni didattiche ci sono dietro?
Se ci sono - e ci auguriamo che ci siano (altrimenti saremmo di fronte all'ennesimo "mappazzone" alla sammarinese!) - queste ragioni devono essere importanti, fondamentali, incontestabili, insomma assolutamente convincenti: altrimenti perché ANNETTERE UNA SCUOLA A UN UFFICIO PUBBLICO? Queste ragioni - lo ribadiamo - vanno chiarite quanto prima: la cittadinanza ha il diritto di sapere perché il governo ritiene opportuno che una scuola debba essere gestita non come una scuola, ma come un ufficio e non da un dirigente scolastico, ma da un dirigente che deve occuparsi nel frattempo anche di un ufficio pubblico! L'unica risposta sensata che viene in mente per giustificare un tale "pastrocchio" è che il CFP sia ahinoi considerata una non-scuola, indegna di una vera struttura organizzativa scolastica! Una non-scuola che non merita di rientrare sotto la Segreteria all'Istruzione! Una non-scuola che non merita un apposito dirigente! Una non-scuola che non merita di essere una realtà autonoma e svincolata da interessi altri! Le novità della delibera però non finiscono qui. D'ora in avanti la Dirigente dell’ULPA-CFP potrà nominare direttamente una nuova Posizione Organizzativa (PO), di cui dovrà specificare le deleghe e i poteri.
Ora ci auguriamo che questo PO venga nominato presto, sia persona competente in ambito scolastico e che garantisca una presenza continua e costante di cui al CFP c'è tanto bisogno. Noi docenti del Centro ci battiamo da sempre per confutare le dicerie che identificano il nostro istituto come “la scuola di quelli che non hanno voglia di fare niente”. Questa è un'affermazione che ferisce sia i ragazzi che noi docenti: nel corso degli anni, infatti, abbiamo ottenuto grandi risultati con molti allievi. Alcuni addirittura si sono laureati e altri sono diventati imprenditori di successo! Non siamo riusciti ad aiutare tutti come avremmo desiderato, ma l’impegno e la dedizione ci sono sempre stati. In questi giorni alcuni di noi si stanno recando alle Scuole Medie per fare orientamento e presentare la nostra scuola. Molte ragazze e ragazzi si sono mostrati interessati e questo ci dà una grande carica per metterci il massimo impegno. Poi però dobbiamo registrare l'inerzia e l'attrito che, grazie a certe scelte politiche che paiono voler remare nella direzione opposta, vengono immessi nel sistema: tali scelte sabotano, arrestano e rendono di fatto impossibile una piena evoluzione della nostra amata scuola professionale! Qui non è più una questione di curricula da riformare con qualche aggiustatina, qui è necessario che il Governo ci faccia capire cosa vuole fare del CFP.
A questo punto chiederemo con forza che i corsi triennali, quelli di primo livello, passino sotto la competenza della Segreteria di Stato Istruzione, visto che vi si assolve l’obbligo scolastico. Mentre per i corsi di secondo livello, quelli per formazione specifica e che hanno durata di qualche ora e che sono organizzati per venire incontro ad esigenze immediate del mercato del lavoro, è sensato che possano rimanere sotto la competenza della Segreteria di Stato per il Lavoro, dato che vanno attivati in tempi brevi.
E che Dio e Ognissanti ce la mandino buona.
Ettore Mularoni Angelamaria Morotti Arianna Vannucci Giacomo Lonfernini Valentina Capicchioni Samuele Mazza Iris Cervellini Alessandra Rossi Fernando Maria Paccagnella Sonia Prosperini Sabrina Stefanelli Michele Ghiotti Veronica Casali