Le alluvioni, sempre più frequenti per via del cambiamento climatico che alterna lunghi periodi siccitosi a più brevi periodi di pioggia intensa, sono rese devastanti dalla progressiva cementificazione del suolo. In questi giorni è particolarmente tangibile quanto siano fragili i nostri territori. Sappiamo bene che la cementificazione è dannosa perché impermeabilizza il suolo e non permette l’assorbimento dell’acqua in corsa, siamo consapevoli che il consumo di suolo andrebbe arrestato, che le piante, i boschi vanno salvaguardati perché stabilizzano il terreno, non c’è neppure bisogno che ce lo ricordi l’architetto Boeri. Nell’esprimere solidarietà a tutte le persone danneggiate da queste ultime alluvioni, come comitato civico invitiamo la classe politica a guardarsi attorno, ad avere cura del territorio, a non farsi guidare dal partito – trasversale- del cemento, a ripensare quindi la destinazione dell’area camping ex Tiro a Volo. L’area naturalistica ci serve, ci fa bene, quelle piante -in prevalenza roverelle ora a rischio abbattimento- creano benessere psicofisico alle persone, proteggono il suolo, assorbono gas serra, danno ossigeno, rinfrescano la temperatura, mitigano il territorio urbanizzato. Dobbiamo ora difenderle perché possano continuare a difendere noi e le prossime generazioni dai guasti causati da un modello economico che va anch’esso ripensato.