Care amiche e cari amici, È con una certa emozione e un sentimento di profonda gratitudine che questa sera prendo la parola in occasione della 50esima edizione della Festa dell’Amicizia. Un anniversario che esprime tutta la forza del nostro partito, della sua base e che vede ancora una volta la grande famiglia democristiana riunita, partecipe e solidale nel celebrare con il consueto entusiasmo quei valori di libertà, democrazia e uguaglianza che sono da sempre la guida e le coordinate del nostro impegno politico e nella vita civile. Questa piazza, con il suo calore, è capace ogni anno di trasmettere emozioni uniche che ci rendono orgogliosi di appartenere a questa comunità tenuta insieme da solidi legami di amicizia che resistono nel tempo. Quello dei ringraziamenti non è un passaggio doveroso, ma al contrario è un passaggio particolarmente sentito e significativo. Per questo ringrazio di cuore e chiedo un forte applauso per le Sezioni di Serravalle, Dogana e Falciano che come sempre con il loro spirito di servizio e la consueta dedizione hanno trasformato questa edizione della Festa dell’Amicizia in un nuovo, grande successo premiato dall’affluenza di un pubblico numeroso e da tante iniziative che come sempre contribuiscono a rendere indimenticabili le nostre serate. È un ringraziamento che viene dal profondo del cuore, dato dalla consapevolezza degli sforzi profusi, del tempo e delle energie impiegati perché tutto funzioni alla perfezione, e che estendo naturalmente al Movimento giovanile, al comitato organizzatore e all’esercito dei Volontari guidati dall’amico Franco, Un impegno, quello dei Volontari, che è testimonianza dell’attaccamento al partito e ai suoi principi fondamentali, della vitalità, dell’intraprendenza e del dinamismo delle nostre strutture di base, di un radicamento capillare sul territorio. 50 anni, 50 edizioni della Festa dell’Amicizia. Tanto tempo è passato dal 1973, anno della prima storica edizione, quando un piccolo gruppo di amici ebbe la straordinaria intuizione di dare vita ad un momento di aggregazione popolare che unisse temi strettamente politici alla convivialità e alla socializzazione. Cinquant’anni sono un traguardo significativo e per nulla scontato, che abbiamo deciso di celebrare con un volume e una mostra dedicati alla storia della Festa. Un omaggio che non poteva mancare, a riprova della nostra gratitudine per chi si è sempre adoperato senza mai risparmiarsi. Un’occasione per immergersi nei ricordi, per scoprire come tutto è nato e come poi si è evoluto. Per ricordare i protagonisti di ieri e di oggi, le tante amiche e i tanti amici che da mezzo secolo rinnovano questa tradizione che non ha eguali nel panorama sammarinese. A loro, con un profondo senso di riconoscenza, dedichiamo questa 50esima edizione: forse una delle migliori di sempre, permettetemi di dirlo. Con la certezza che preservare la memoria sia il miglior modo per dare slancio a questa Festa e traghettarla verso il futuro e le nuove generazioni. A questo anniversario, già lo sapete, si aggiunge al 75esimo anniversario della nascita del nostro partito. Una storia che prosegue da 75 anni; 75 anni di "civiltà cristiana in atto", per usare le parole del manifesto fondativo del 9 aprile del 1948; un proposito da cui non dovremmo mai allontanarci se vogliamo rimanere noi stessi e se vogliamo che l’azione politica sia rivolta al bene della persona e della comunità in cui la persona vive una presenza costante, attiva e partecipe nella vita politica sammarinese, sempre in prima linea nelle principali battaglie condotte per salvaguardare l'autonomia della Repubblica, proteggendo il benessere sociale dei suoi cittadini e incentivandone lo sviluppo; un cammino che prosegue ancora oggi grazie al contributo di donne e uomini accomunati da una chiara idea di bene comune e dai valori della libertà, famiglia, lavoro, difesa della vita, solidarietà, sussidiarietà; coordinate fondamentali per interpretare i cambiamenti epocali in atto a San Marino e nel resto del mondo. Di fronte ad una società sempre più complessa, ad una politica frammentata e camaleontica che non esita a rinnegare valori, ideologie e a compiere cambi di casacca, il Pdcs, pur con i suoi limiti e suoi errori, trova la sua forza proprio nella capacità di rimanere fedele alle proprie radici. È questo ad averci fatto guadagnare la fiducia degli elettori. Perché gli uomini e le donne che hanno tracciato il solco di questa forza politica, sono quelli che hanno sempre anteposto il bene della Repubblica a quello del partito. Un anniversario, quello dei 75 anni, che abbiamo avuto il piacere di festeggiare in aprile con un grande evento in un Teatro Titano gremito e la proiezione di uno splendido documentario. E poi di nuovo a giugno con il convegno: Dall’amicizia protettrice all’Accordo di Associazione Il cammino nel riconoscimento della piena sovranità di San Marino, che ci ha consentito di fare un importante escursus sugli uomini e le donne che hanno guidato la politica estera di San Marino in questi 75° anni, ed ancora una sentita e bella cerimonia per la fondazione della sezione di Corianino, una delle prime nate dopo la fondazione del Partito. Settantacinque anni durante i quali il mondo si è trasformato anche attraverso drammatiche vicende. L’attuale momento storico, purtroppo, vede una situazione internazionale preoccupante e di non immediate soluzioni. La guerra in Ucraina è una profonda ferita nel cuore dell’Europa, ma purtroppo sembra che gli accadimenti del passato non abbiano insegnato nulla. Anche la nostra Repubblica si è trasformata, è dentro questo processo di trasformazione, ma sento forte il dovere di ribadire che la Democrazia Cristiana continuerà ad orientare in modo positivo ed efficace l’evoluzione della società sammarinese, tenendo fede agli ideali che hanno da sempre ispirato il nostro agire politico. Noi siamo fermamente convinti della validità dei valori morali e politici del nostro Partito. Non è né semplice né scontato, anche la società sammarinese è stata ed è scossa da crisi politiche e sociali, però i problemi vanno affrontati e risolti, e compito della politica è cercare le soluzioni. Liberiamo il campo da dubbi, incertezze ed anche da chi vuole subdolamente far credere altro con l’obiettivo di indebolirci, per poter acquisire o riappropriarsi di una vetrina nello scenario politico con un nuovo vestito ma con i fatti che raccontano tutt’altro. Certo la situazione è complessa e si fanno avanti sempre problemi nuovi che spesso dipendono da cause esterne e non controllabili. Basti pensare alla crisi sanitaria pandemica il Covid 19, alla guerra in Ucraina e al conseguente aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, all’inflazione e al rialzo dei tassi di interesse bancari che incidono pesantemente sui bilanci delle famiglie e delle imprese. In questi tre anni e mezzo di legislatura la maggioranza e l’Esecutivo, nonostante tutte le criticità, sono riusciti a mettere in atto azioni concrete per sostenere le famiglie, le imprese, il lavoro e i nostri giovani. Ma non basta occorre uno sforzo maggior adesso, ad esempio, per far fronte all’aumento dei costi dei mutui e delle bollette dell’energia non più sostenibili per molte famiglie e per le imprese. La situazione va monitorata con le banche e con l’Azienda dei Servizi, anche con maggior incisività. Il PDCS non vuole sottrarsi alle responsabilità e alle necessità del Paese, specie delle fasce più deboli, e con il persistere della situazione di difficolta, saranno necessari ulteriori interventi a sostegno delle famiglie e imprese. Non potrò entrare nel merito di un’esposizione articolata degli accadimenti, ma occorre, ancora una volta, fare chiarezza e sottolineare alcune questioni. Come ripetuto più volte in Consiglio ed anche in altre occasione dal Segretario alle Finanze, quando si è insediato l’attuale Esecutivo a fine 2019 nelle casse dello Stato la liquidità era di circa 20 milioni, neppure sufficiente a garantire la normale attività per pochi mesi e vi era un disavanzo di bilancio ed un debito pubblico considerevole. Il debito pubblico era aumentato in maniera significativa per effetto della gestione disastrosa del sistema bancario da parte del Governo di Adesso.sm, che non ha avuto il coraggio di affrontare le scelte necessarie per sostenere la finanza pubblica. Si era determinata una situazione di mancanza di risorse sia per lo Stato, mettendo a rischio perfino il trasferimento di risorse per il sistema sanitario e per i fondi pensione, nonché per le banche ormai non più capaci di sostenere le famiglie e le imprese nei progetti di sviluppo. Il ricorso al mercato per ottenere in prestito queste risorse attraverso obbligazioni, ha consentito di dare una risposta alla gestione del debito pubblico, e di offrire tempo e condizioni per consolidare la finanza pubblica. Poi certo le disquisizioni sono tante, tutti bravi ed esperti a proporre consigli e soluzioni da spettatori, quando non si ha la responsabilità della decisione. Ma le scelte si devono fare e spesso in tempi brevi ed in contesti eterogenei. I fatti comprovano che le scelte fatte in quei determinati contingenti sono state necessarie ed opportune. L’emissione del Bond è stato accolto in maniera molto positiva dal mercato internazionale a conferma della riacquisita fiducia. La crescita di fiducia nel sistema bancario e finanziario e la tenuta della finanza pubblica hanno avuto immediato riscontro nella ripresa economica con conseguente crescita della occupazione - crescita che è continuata nel 2022. Il rollover del debito, che non è un nuovo debito ma un allungamento del debito già emesso, ha riscontrato subito feedback positivi e riconfermato la fiducia dei mercati e degli investitori nella Repubblica di San Marino e oggi, visto l’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE, si può attestare che è stata una scelta positiva e che attendere ci avrebbe esposto ad un rischio più alto. Nel dibattito pubblico si è posto il tema della sostenibilità del costo del debito sul bilancio pubblico e c’è chi sostiene dovrà essere la riforma dell’IGR a sostenere tale peso. Sul punto dobbiamo essere chiari- la riforma dell’IGR è necessaria- sarà oggetto di un confronto con le categorie economiche e sindacali - una razionalizzazione delle norme - interventi a favore dell’equità fra le diverse tipologie di contribuenti - una revisione delle deducibilità per favorire le famiglie - teniamo conto che nuove imposte impoverirebbero solo il tessuto sociale ed economico. Ma una cosa è opportuno dirla, non intendiamo pagare gli interessi ed il rimborso del debito mediante nuove imposte. Il debito pubblico va rimborsato nel tempo con nuove entrate attraverso la crescita del sistema economico e con il contenimento della spesa. E’ su questo che va sollecitato e approfondito il tema della sostenibilità. Dobbiamo continuare a lavorare per creare un clima attraente per gli investimenti, sostenuto da un ambiente economico stabile, da un quadro giuridico e normativo solido, da un quadro istituzionale forte. Le opportunità di investimento vanno chiaramente identificate e sono essenziali per raggiungere la crescita economica e lo sviluppo. Un modello di sviluppo non basato sulla quantità ma sulla qualità che sappia tenere conto delle tre dimensioni - l’economia- l’ambiente ed il sociale. Chi vuole affrontare con noi la sfida deve avere consapevolezza del percorso delineato. Ma non ci può essere crescita e sviluppo se non si interviene anche sui conti pubblici – cogliamo il segnale positivo che arriva dall’assestamento del bilancio generale dello Stato. Come comunicato nelle scorse settimane dal Segretario di Stato Gatti, il consuntivo per l’anno 2022, ossia il conto economico entrate ed uscite relative all’anno in oggetto, chiuderà in pareggio, con un anno di anticipo rispetto alla previsione iniziale, generando anche un piccolo avanzo di risorse, un dato quest’ultimo assolutamente da non sottovalutare e che costituisce un passo in avanti importante rispetto al trend generale registrato nel recente passato. La tattica dei disfattisti è sempre la stessa, creare allarmismi e molte volte senza nessuna logica. Il Governo ha da subito lavorato per mettere in sicurezza i conti pubblici, per un bilancio sostenibile ed in equilibrio, per razionalizzare il debito e rafforzare le entrate, guadagnando stabilità in termini di liquidità e della finanza pubblica. Le entrate sono aumentate i dati dell’Ufficio tributario sono incontrovertibili e disoccupazione è ai minimi storici. Riguardo alle attuali vicissitudini della cronaca giudiziaria possiamo affermare senza alcun dubbio che la battaglia portata avanti sul tema della giustizia era necessaria e giusta, attestando come le perplessità da noi ventilate in quel contesto, nell’interesse esclusivo del Paese e della sua stabilità, furono tutt’altro che inesatte. Una dimostrazione della correttezza di quella presa di posizione, sicuramente dura, ma necessaria a nostro modo di vedere per fare pienamente luce su alcune ‘storture’ che non ci siamo mai fatti scrupolo di denunciare. Sorprende però, amaramente, che qualcuno continui a voler negare l’evidenza, faccio un invito ai sammarinesi: non lasciatevi confondere dal canto delle sirene che si erigono a paladine della giustizia ma il cui vero obiettivo è solo il proprio tornaconto politico. Abbiamo già avuto modo di esprimere con chiarezza la nostra posizione rispetto alla crisi venutasi ad innescare in seno alla maggioranza consigliare a seguito del ritiro della delegazione del movimento Rete dal Congresso di Stato. E’ stata una legislatura difficile nella quale la pandemia sanitaria ha costretto per un lungo periodo a pensare alle urgenze più che alla realizzazione del programma di Governo. Nonostante ciò insieme tutta la maggioranza ha affrontato le difficili scelte necessarie per dare stabilità e futuro al Paese. Una sfida che ha rappresentato anche un cambiamento di mentalità e di approccio. Sulla decisione del Movimento Rete di ritirare l’appoggio alla maggioranza ha forse inciso la defezione di 2 consiglieri che ora hanno costituito DEMOS - posso comprendere la decisione di RETE di non volere lasciare spazio nell’opposizione, ma in ciò forse ha scelto di privilegiare la paura di perdere una parte del proprio elettorato piuttosto che la difesa dei tanti risultati raggiunti insieme dalla maggioranza in questa legislatura. Stante così le cose, mi limito ad osservare come essa abbia impattato fortemente sulla fase estremamente delicata che la nostra Repubblica in questo preciso momento storico si trova ad attraversare, con riflessi diretti sulla vita di tutti i nostri concittadini. A seguito di questo stravolgimento, il Pdcs si è trovato di fronte ad un bivio. Andare ad elezioni anticipate o sforzarsi di tenere la barra a dritta e non disperdere i risultati che faticosamente abbiamo costruito fino ad oggi. Quella delle urne, non lo nascondo, forse sarebbe stata una scelta facile e di comodo, magari conveniente da un punto di vista meramente politico. Ma non abbiamo avuto dubbi, non poteva che prevalere il senso di responsabilità e il desiderio di tenere fede agli impegni assunti con i nostri elettori. Con quale coraggio, ci saremmo potuti presentare di fronte ai cittadini destabilizzando il Paese, nel momento in cui si trova alle prese con criticità e problemi che richiedono ed esigono risposte puntuali e concrete? Le forze politiche devono essere capaci di anteporre il benessere della cittadinanza agli interessi individuali. Per questo motivo ci siamo messi fin da subito all’opera per superare l’empasse venutosi a creare e per addivenire in breve tempo ad una riorganizzazione interna che ci permettesse di dare seguito ai progetti e alle proposte per il rilancio di San Marino, riprendendo al più presto il dialogo e il confronto con le parti sociali, i sindacati e le categorie economiche affinché la nostra Repubblica non rimanesse invischiata nelle secche dell’inerzia proprio quando le circostanze richiedono tempestività, coraggio e lungimiranza. Dobbiamo governare con la consapevolezza della nostra responsabilità, con l’umiltà di ascoltare per cercare di capire la complessità dei contrapposti interessi per far prevalere il bene comune. Il potere a volte logora, trasforma, fa perdere gradatamente il contatto con la realtà, dobbiamo restare con i piedi ben saldi per terra, sempre capaci di ascolto per essere vicini alle necessità dei nostri cittadini. In questo quadro e con queste premesse, il nostro partito con il Segretario Mariella Mularoni si è assunto il compito di guidare la Segreteria di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale. Un settore che da anni evidenzia un contesto problematico e delicato, anche per fattori accidentali. Si deve purtroppo constatare che molti problemi sono rimasti irrisolti, il tempo presente ci richiama, in uno sforzo comune e all’altezza del ruolo, ad un discorso di sintesi sui problemi, le prospettive, gli obiettivi, le soluzioni e le forze agenti sulla sanità e sicurezza sociale. Basta con le polemiche gratuite e le divergenze che danneggiano la sanità pubblica, disperdono le competenze ed energie ed ostacolano il conseguimento di un soddisfacente grado di efficienza ed equità, nonostante l’elevato impegno economico che grava sul bilancio dello Stato e quindi sulla collettività. Bisogna affrontare i problemi reali, verificare le condizioni oggettive, uscire dagli schematismi ideologici e dai personalismi, avendo come parametro fondamentale quello del servizio all’utente e quindi dell’utilità collettiva. La tutela della salute è un interesse pubblico - il punto focale era e rimane l’attuazione di un organico sistema di sicurezza sociale che eroghi a tutti i cittadini livelli qualificati di prestazioni sanitarie; la “salute” deve essere intesa nella sua dimensione più ampia - dalla prevenzione alla cura, dalla formazione professionale alla ricerca scientifica. Occorre dar seguito agli accordi sottoscritti dall’ISS negli anni con le strutture sanitarie ed universitarie di Bologna, Modena, Ferrara, delle Marche ed il Policlinico Gemelli di Roma per valorizzare le professionalità interne, vista anche la significativa carenza di medici a San Marino ed in Italia, ponendo altresì una particolare attenzione alla regolamentazione della libera professione ed al sistema previdenziale del corpo sanitario. A questo riguardo, consentitemi una considerazione, fortunatamente il tempo è galantuomo ed è palese che i referendum che si sono svolti nel 2014 e 2015 che hanno abrogato le norme sulla libera professione, sulla gestione del FONDISS e che hanno imposto il tetto agli stipendi – hanno indebolito il nostro sistema sanitario, però stupisce che qualcuno che ha promosso e sostenuto quei referendum si ripropone oggi con nuove “battaglie” senza fare un minimo di autocritica sugli effetti negativi determinati nel tempo al nostro sistema sanitario. Il tempo che rimane in questa legislatura è breve ma ci si sta già adoperando per fare tutto quanto possibile per dare una prima risposta alle criticità presenti. Anche l’Accordo di associazione con l’Unione Europea, come più volte chiarito, rappresenta un punto di arrivo inevitabile per aprire la strada a nuove, preziose opportunità in campo economico, finanziario e commerciale ma anche per l’accesso a risorse e finanziamenti dai quali fino a questo momento siamo sempre rimasti tagliati fuori, così come per proiettare finalmente San Marino in una dimensione internazionale dalla quale non possiamo prescindere se vogliamo perseguire progetti di ammodernamento della nostra Repubblica. Nel dibattito di ieri sera Il futuro di San Marino: Dialogo con Italia ed Europa sono stati sottolineati gli importanti progressi e la decisiva accelerazione compiuta dal negoziato grazie al coordinamento della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e il rafforzamento dei rapporti con la vicina Italia, ristabilendo un dialogo stabile e sinergico. La prossima visita del Presidente Mattarella, che dovrebbe tenersi nel mese di dicembre compatibilmente con gli impegni istituzionali ed internazionali, ne è la testimonianza più autentica. I temi appena accennati, sono solo alcune delle risposte che i cittadini attendono, e non esauriscono certamente la vasta problematica che abbiamo dinanzi, né abbiamo la presunzione di ritenere di poter risolvere, e da soli, problemi e temi di grande rilevanza. Il tema dell’UE sarà uno dei temi privilegiati dell’impegno su cui confrontarsi anche in previsione della prossima legislatura, perché l’eventuale sottoscrizione dell’accordo con la U.E., non è un punto di arrivo ma sarà un punto di partenza per questo nuovo rapporto con l’Unione Europea stessa, e sul quale ricercheremo un dialogo costruttivo e serio con le forze politiche responsabili che credono in questa prospettiva. Il panorama politico sammarinese è in continuo divenire, caratterizzato da una confusa storia di scissioni, riunificazioni, nuove aggregazioni e da un eclettismo poco rassicurante. Il presente e le sfide del futuro non si possono certo gestire nella confusione, senza una linea di condotta coerente e certa, una guida sicura per il Paese. Si può non essere d’accordo con il nostro programma, con i nostri valori, ma la DC è l’unica forza politica che è rimasta sempre se stessa, che porta avanti i propri valori e principi costitutivi, che non ha mai declinato la responsabilità di lavorare per il paese, e soprattutto, capace di assolvere, nei momenti più gravi la funzione di direzione politica, di orientamento, di guida, un punto di riferimento valido che ha assicurato, nel tempo, fiducia, benessere e sviluppo per i suoi cittadini e le imprese. Il PDCS, nella consapevolezza del valore immutato e permanente delle sue intuizioni e ispirazioni di fondo, aperto al dialogo, continuerà a promuovere una politica di iniziativa e di collegamento sui temi vitali per lo sviluppo e il progresso della nostra Repubblica. Non sono certo i personalismi, il prevalere degli interessi di parte, le strumentalizzazioni di carattere ideologico che possono risolvere i problemi della società sammarinese. In questi mesi abbiamo visto modificare il quadro politico sammarinese, che ha portato alla aggregazione di alcune forze politiche, ed ha portato alla formazione di una nuova maggioranza PDCS-NPR-MOTUS LIBERI, che si è assunta la responsabilità di portare a conclusione questa legislatura dopo l’uscita dal Governo di Rete. Il rapporto con DOMANI MOTUS LIBERI rappresenta un dialogo con una forza politica con cui vi è una convergenza su alcuni valori comuni. Si dovrà privilegiare l’impegno per definire gli obiettivi programmatici - in primis le politiche in grado di stimolare la crescita del lavoro e delle imprese. La nascita di Alleanza Riformista, che ha creato un polo liberale, socialista e riformista è certamente un fatto politico nuovo, che potrà contribuire a rafforzare il polo liberal riformista nella maggioranza. Come pure il recente accordo fra il PSD e Movimento Democratico è significativo nell’ambito del complesso percorso di aggregazione dell’area socialista che vede coinvolti, seppur con alcune difficoltà, anche il Partito Socialista ed Elego. Le forze politiche che hanno accolto la sfida e sono impegnate a raggiungere obiettivi necessari per il Paese in questo scorcio finale di legislatura - non senza rischi- costituiscono un elemento politico interessante nell’evoluzione del panorama politico sammarinese. La Democrazia Cristiana, con l’avvicinarsi della prossima tornata elettorale partendo da questa maggioranza, favorirà il dialogo e il confronto democratico con tutte le forze politiche, finalizzato al bene comune ed alla ricerca di una condivisione sui contenuti e sui temi più importanti ed attuali per il paese i cui effetti andranno anche oltre a questa legislatura. Il rapporto con le altre forze politiche, pure con un nuovo assetto del sistema delle forze politiche, dovrà basarsi su una piattaforma programmatica per il progresso economico e sociale del paese, qualificandosi sui contenuti e convergendo senza equivoci su tematiche sostanziali in primis l’Accordo di associazione con l’UE. La nostra è e resta una piattaforma aperta alla più ampia collaborazione democratica, aperta a contributi qualificati e a ragionevoli mediazioni, ma questo, sia ben chiaro, non significa meno ferma difesa dei nostri principi irrinunciabili. C’è un Paese da rassicurare, un Paese che ha bisogno di vedere che le cose possono funzionare e anche se ci sono cose da cambiare, da migliorare, sacrifici da fare, possa essere aiutato a comprendere le ragioni delle scelte e degli interventi messi in campo, e le ragioni non possono essere “perché il singolo Segretario di Stato lo vuole” o “perché il tal partito lo vuole”, ma perché insieme riconosciamo che è la realtà del Paese che lo chiede e c’è perciò una strada da percorrere e devono essere questa realtà e questa strada a dettare le priorità. Il Paese richiede un’azione politica comune e ampiamente condivisa, che abbia nell’equità e nella solidarietà i suoi capisaldi, competenze, professionalità e spirito di servizio per il bene comune. Il PDCS si pone più che mai, in modo franco e coraggioso, al centro di questa urgenza. Siamo certi di essere in grado di rappresentare le esigenze e le speranze dei sammarinesi e di poter esprimere una classe dirigente pronta ad affrontare i problemi posti con sempre maggiore urgenza dal momento contingente. Impegni importanti e rigorosi come quelli che ci attendono richiedono tutto il vostro sostegno, ed una partecipazione ed uno sforzo maggiore rispetto al passato perché maggiore è la posta in gioco e maggiori sono le difficoltà. Più grande, perciò, sarà il vostro sostegno maggiore sarà la nostra possibilità di incidere sulle scelte che il Paese dovrà affrontare. Siamo fermamente convinti che la costruzione del nostro domani è un fatto di responsabilità comune, cui ognuno è chiamato a dare il suo apporto. Il PDCS - ne sono certo – saprà fare la sua parte al servizio della libertà, della giustizia e del progresso, al servizio dei sammarinesi e della nostra Repubblica. Non è questo il momento del disimpegno, dobbiamo andare avanti insieme verso il domani, ricostruire insieme il nostro Paese. Concludo rivolgendo nuovamente un ringraziamento doveroso a tutti i Volontari e al Comitato organizzatore che hanno compiuto un lavoro straordinario per donarci con la loro passione una 50esima edizione della Festa dell’Amicizia destinata sicuramente ad essere ricordata a lungo. Ringrazio tutte le Sezioni, i segretari e vice- segretari, che portano la voce del Partito sul territorio e che con costanza e spirito di servizio rendono onore al ruolo che sono chiamati a ricoprire rafforzando i legami tra il PDCS e i suoi sostenitori. Ringrazio i nostri Segretari di Stato, il capogruppo e tutti i consiglieri, il Presidente del Consiglio Centrale ed i componenti della Direzione, le ragazze e i ragazzi del Movimento Giovanile, per l’impegno profuso specialmente in questi ultimi mesi che hanno richiesto uno sforzo corale per la risoluzione di criticità che rischiavano di mettere a repentaglio la tenuta dell’intero Paese. A questo proposito ricordo che pochi mesi fa si è svolto il XVIII Congresso dei GdC, che ha visto l’avvicendamento alla guida del Movimento Giovanile, fra Lorenzo Bugli e Marco Mularoni, ringrazio sentitamente Lorenzo per il lavoro svolto in questi anni, e formulo a Marco e a tutto il direttivo del giovanile i migliori auguri per un proficuo lavoro. Ringrazio ancora una volta tutti voi, amiche e amici, che avete preso parte a questo momento collettivo di gioia e condivisione che incarna perfettamente l’immagine di una Democrazia Cristiana unita, forte, solidale, responsabile, con lo sguardo rivolto al futuro. GRAZIE Viva la Democrazia Cristiana, viva San Marino.
cs Pdcs