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Intervento segretario PSD a seguito commissione congiunta San Marino-Italia

3 lug 2020
Intervento segretario PSD a seguito commissione congiunta San Marino-Italia

Nella passata Legislatura la Commissione esteri congiunta San Marino-Italia non si era mai riunita; ieri lo ha fatto per la prima volta dopo un decennio. È ora necessario consolidare un’assiduità di rapporti che sostenga progressi di mutuo vantaggio nella politica estera, presenta e futura. Non serve la nostalgia per il tempo che fu, la memoria dell’accordo del 1939 o il ricordo di come le vecchie relazioni internazionali fossero funzionali. Lo erano nel proprio contesto, ma quel contesto non c’è più. Il tema politico del nostro secolo è un nuovo accordo italo-sammarinese per il futuro, non per il passato. Dovrà essere un accordo che rafforzi le relazioni bilaterali ma sia utile anche nel contesto europeo che è il contesto d’oggi. Il tema dell’Unione Europea è il tema centrale anche nelle relazioni bilaterali, a qualsiasi livello. Ciò è naturale perché l’Italia è un grande protagonista dell’Europa e San Marino deve concludere al più presto un accordo di associazione, fin troppo protratto. I tanti dossier che la Repubblica deve concordare con l’Italia – sistema finanziario, memorandum con Banca d’Italia, aggiornamenti delle relazioni commerciali, accordo sulle telecomunicazioni e sul comparto energetico, questioni dei lavoratori, ricerca e sviluppo – riguardano tutti, direttamente o indirettamente, anche i rapporti con Bruxelles. Oggi si deve affrontare un profondo cambio di sistema, di grandi riforme che difendano il benessere diffuso e la sicurezza sociale. Purtroppo il fatto che l’Italia faccia parte dell’Unione Europea e San Marino non ne faccia parte, non facilita un nuovo accordo: viaggiamo sulla stessa linea, ma i binari del vagone italiano viaggiano in Europa e quelli sammarinesi no. Non sono più binari strutturalmente convergenti. Se oggi San Marino fosse nell’Unione Europea avrebbe molto più da offrire e molto più da ricevere anche nel fraterno scambio con l’Italia. Per questo il Partito dei Socialisti e Democratici guarda al presente con la convinzione che una appartenenza futura anche del nostro paese all’Unione Europea è la miglior destinazione, sia per noi sia per un nuovo rapporto con la Repubblica Italiana. Per difendere la nostra sovranità non c’è modo di separare il destino dei rapporti bilaterali da quello comune europeo: oggi l’Italia è uno Stato membro dell’Unione Europea e domani San Marino dovrà esserlo.

Comunicato stampa

Gerardo Giovagnoli - Segretario PSD


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