Quando ti confronti sui micro/macro temi che riguardano un settore fondamentale per la nostra economia come il Turismo, su cui vivono e lavorano centinaia di famiglie sammarinesi, vuoi sapere e conoscere il livello di rappresentatività di chi hai di fronte. Due anni fa, feci chiedere alle associazioni di categoria l’elenco dei loro iscritti nei relativi settori di competenza; dall’USC mi dissero: ”non c’è problema!”. Se adesso so quanti sono i loro iscritti, è perché ho dovuto far fare una complicata ricerca presso gli uffici competenti e dopo un anno e mezzo siamo riusciti a sapere quanti fossero quelli dell’USC. Ora, non voglio esagerare, ma come rappresentatività siamo lontani dall’essere esaustivi; rappresentare poco più di un terzo dei commercianti non credo possa giustificare comportamenti così pienamente esclusivi ed aggressivi. La violenza verbale e verbosa che da sempre i rappresentanti di questa “Unione” esercitano, come un esercizio da palestra su tutti i mass media, sa molto di politico e strumentale e poco di tutela di interessi di categoria. Una proposta concreta ci deve ancora arrivare, un’idea, un impegno e, ultimamente, lo sganciarsi totalmente da ogni iniziativa o incontro in cui decidere o non decidere, condividendo anche con le altre associazioni le cose da fare o da non fare vuol dire, venire meno al ruolo che si riveste. Questa è la nuova strategia dell’USC, non partecipare alle riunioni convocate su varie tematiche, non prendendo mai decisioni (per non scontentare nessuna delle fazioni di cui fanno parte i loro scarsi iscritti) per poi farsi dare i verbali delle riunioni e fare comunicati bomba su argomenti di cui non ha la benché minima cognizione proprio perché certe cose, le puoi conoscere e sapere solo se le hai vissute, se hai guardato in faccia i tuoi interlocutori e hai raggiunto o no un accordo. Tutto è possibile che accada; solo chi non c’è non può capire nulla di quello che può essere realmente successo partendo dall’assioma che “gli assenti hanno sempre torto”. Chi non fa non falla e i rappresentanti dell’USC hanno deciso di non fare, per non sbagliare ma anche indirettamente non fare gli interessi della loro categoria. Hanno anticipato che presenteranno una proposta quando ci vedremo “…a stagione estiva conclusa”. Perché non dopo la vendemmia o prima delle feste di Natale? Intanto gli USC non si fanno vedere e qui casca l’asino. I rappresentanti delle altre associazioni partecipano, esprimono le loro opinioni, dichiarano le loro avversità in piena libertà e senza che nessuno possa forzarli a prendere una decisione piuttosto che un’altra. Si parla, si discute, ci si accalora, ma nessuno fugge davanti ai problemi e alle proprie responsabilità. Ripeto la mia frase pronunciata in una intervista del 2017 riferendomi ai rappresentanti dell’USC: “…con gente come questa non si va da nessuna parte…”. Spero che i loro iscritti se ne siano resi conto e si decidano a sostituirli con persone più dinamiche, preparate ed efficienti. Decidere di non decidere è di per sé una decisione. Giusta? Sbagliata? Di sicuro questa abulia non scontenterà nessuno ma non otterrà mai alcun risultato, nel bene e nel male.
Il Segretario di Stato al Turismo