Progressi nell’approccio terapeutico alle malattie infiammatorie croniche dell’intestino grazie a una recente pubblicazione che vede San Marino tra i protagonisti. Se fino a pochi anni fa, il controllo dei sintomi rappresentava il principale obiettivo terapeutico per tali malattie, oggi si tende sempre più a cercare di raggiungere la guarigione endoscopica della mucosa intestinale, che è divenuta il cardine degli obiettivi terapeutici, sia negli studi clinici controllati, sia nella pratica medica. Numerose evidenze, indicano infatti, che la guarigione della mucosa dell’intestino, in aggiunta al controllo dei sintomi, sia un indicatore di un decorso più favorevole, sia della colite ulcerosa, che nella malattia di Crohn, riducendo il rischio di riacutizzazione dell’infiammazione e di recidive cliniche, che possono portare alla necessità di trattamenti più aggressivi, di ospedalizzazione, fino all’intervento chirurgico. Tuttavia, anche in caso di guarigione endoscopica della mucosa, in una percentuale significativa di casi può persistere un’infiammazione microscopica della mucosa, valutabile solo all’esame istologico, che può predire la riattivazione della malattia. A sostegno di una valutazione dell’attività istologica di malattia nella rettocolite ulcerosa in remissione endoscopica, si è occupato uno studio scientifico che ha coinvolto il Policlinico “Gemelli” di Roma e l’Istituto per la Sicurezza Sociale della Repubblica di San Marino. Lo studio, pubblicato sulla rivista “Journal of Personalized Medicine” dal titolo “Histologic Disease Persists beyond Mucosal Healing and Could Predict Reactivation in Ulcerative Colitis” (“La malattia istologica persiste oltre la guarigione mucosale e potrebbe predire la riattivazione nella colite ulcerosa”), vede come seconda firmataria la Dr.ssa Anna Chiara Piscaglia, Responsabile della UOS di Endoscopia e Gastroenterologia dell’Ospedale di Stato. Nella pubblicazione - che vanta un significativo impact factor, cioè l’importanza e l’influenza nel suo campo – viene evidenziato come il persistere dell’infiammazione a livello istologico, quindi all’interno della mucosa intestinale, nonostante l’esame endoscopico possa far supporre una guarigione, possa dar luogo a recidiva della malattia.
“Tra i 100 pazienti arruolati per la ricerca e che non mostravano segni di attività a livello endoscopico – dichiara la Dr.ssa Piscaglia – ben 98 hanno mostrato segni di attività a livello istologico. L'analisi ha rivelato che i pazienti con un numero maggiore di lesioni rilevate all’esame istologico avevano un rischio maggiore di recidiva. Inoltre, all’analisi multivariata - cioè attraverso l’esame di dati con più variabili - la presenza di due aspetti particolari (la cosiddetta “plasmocitosi basale” e l’irregolarità di superficie della mucosa), sono risultati fattori di rischio per recidiva della malattia”.
"Questo studio rappresenta un importante contributo alla letteratura medica e un notevole passo avanti nel campo delle malattie infiammatorie croniche intestinali - afferma il Direttore di UOC di Medicina Interna, Gabriele Donati - La ricerca sottolinea l'importanza di un'accurata valutazione istologica anche in assenza di segni endoscopici evidenti, permettendo di identificare quei pazienti che potrebbero beneficiare di un monitoraggio e di un trattamento più intensivi. La collaborazione tra istituzioni di eccellenza come il Policlinico Gemelli dimostra il valore aggiunto della sinergia nella ricerca clinica e offre nuove prospettive per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da colite ulcerosa".
"L'Istituto Sicurezza Sociale della Repubblica di San Marino continua ad essere al centro di progetti di ricerca rilevanti e di impatto come quello condotto nella UOC di Medicina Interna, dalla Responsabile della UOS Endoscopia e Gastroenterologia, Dr.ssa Anna Chiara Piscaglia – dichiara il Direttore Generale dell’ISS Francesco Bevere -. Lo studio, che esplora il ruolo delle lesioni istologiche nella recidiva della colite ulcerosa, rappresenta un passo avanti nella comprensione delle dinamiche di questa malattia cronica e delle modalità con cui intervenire per una cura sempre più personalizzata, basata sulle caratteristiche di ogni singolo paziente. La nostra missione è di contribuire al miglioramento continuo della salute della popolazione anche attraverso la ricerca scientifica, e questa pubblicazione ne è un ulteriore esempio concreto".
c.s. ISS