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La Commissione d'Inchiesta stigmatizza la prassi di dare in pasto alla pubblica opinione registrazioni delle testimonianze

30 nov 2020
La Commissione d'Inchiesta stigmatizza la prassi di dare in pasto alla pubblica opinione registrazioni delle testimonianze

In merito alla pubblicazione in rete delle registrazioni di alcune audizioni effettuate dalla Commissione d’Inchiesta su Banca CIS e le crisi bancarie, la Commissione nella sua interezza intende pubblicamente comunicare quanto segue. Le registrazioni delle audizioni pubblicate – insieme ad altre – sono state trasmesse all’Autorità Giudiziaria, su Sua stessa richiesta, nell’ambito del c.d. “Conto Mazzini”, e sono divenute elemento integrante del dibattimento di quel processo. Nel corso dei mesi di intenso lavoro portato avanti dalla Commissione, sono state effettuate oltre settanta audizioni di altrettanti individui, con date e nominativi pubblicati negli allegati della Relazione. Le dichiarazioni dei soggetti auditi sono state vagliate sotto il profilo della loro attendibilità dalla Commissione - che si è unicamente espressa nella Relazione pubblicata – sulla base di numerosi elementi, fra cui - in particolare - il rinvenimento di riscontri testimoniali, documentali e/o logici, nonché, a monte, un vaglio dell’attendibilità dell’audito anche sotto il profilo della sua posizione e coinvolgimento all’interno delle vicende di cui parla. Laddove i riscontri sopra menzionati non fossero stati ritrovati, la Commissione ha ritenuto di non dare conto all’interno della Relazione anche a dichiarazioni assai rilevanti sotto il profilo penale e/o politico, col duplice fine della tutela del teste e della credibilità della Scrivente. La Commissione stigmatizza la prassi di dare in pasto alla pubblica opinione registrazioni di testimonianze che, propalate senza filtri e ascoltate da persone necessariamente prive dell’intero quadro di informazioni documentali e testimoniali in possesso dei membri della Commissione nell’espletamento delle loro funzioni, facilmente si prestano a interpretazioni scorrette e fraintendimenti. La Commissione, in conclusione, invita la Cittadinanza alla lettura della Relazione come integralmente pubblicata sul sito del Consiglio Grande e Generale così da poter distinguere eventuali letture mediatiche più o meno interessate e fondate su pochi elementi decontestualizzati, alcuni dei quali non hanno trovato riscontro nella realtà dei fatti accaduti.

c.s. Commissione consigliare d'inchiesta


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