Neppure una settimana fa l’Assemblea di RETE ha eletto Giovanni Maria Zonzini Segretario in sostituzione del dimissionario Emanuele Santi (vicesegretario Gabriele Vitali) e Andrea Giani per Matteo Zeppa come Presidente, con un altro Ciavatta, questa volta Andrea, nel ruolo di vicepresidente e Tesoriere.
Al termine della votazione che ha ridefinito i quadri dirigenti di RETE, il neosegretario Zonzini ha esposto per approvazione un documento politico contenente una dettagliata analisi sulle cause che hanno originato la situazione attuale e l’indirizzo che la sua Segreteria intende seguire. Zonzini ha preannunciato la prossima stesura di un Manifesto organico a cui ogni sostenitore sarà chiamato a contribuire, idealmente e fattivamente, e che conterrà la linea politica che definirà le azioni di RETE nel prossimo quinquennio.
Zonzini ha continuato anticipando alcuni punti secondo lui prioritari per il rilancio di RETE. Un posizionamento politico preciso e diverso dal precedente, nell’area progressista e della tradizione socialdemocratica, confermando il rapporto con la Sinistra Unificata Europea avviato nel 2016. Un ancoraggio ai valori fondanti contenuti nell’acronimo (Rinnovamento-Equità-Trasparenza-Ecosostenibilità), che fungano da costante riferimento man mano che l’agenda politica sottoporrà temi da affrontare, sempre nell’interesse del Paese e delle fasce di cittadinanza più bisognose. Il consolidamento del rapporto con la popolazione attraverso iniziative territoriali ad essa vicine, per accreditarsi come forza politica popolare storicamente impegnata in battaglie volte a migliorarne le condizioni di vita.
Infine, la proposta di eliminare dal nome l’indicazione “movimento civico”, sciogliendo l’equivoco che – a giudizio di Zonzini - si trascina da troppo tempo. Il nuovo segretario, infatti, dà una definizione politologica di “movimento” come quell’ente “non necessariamente strutturato in termini organizzativi e decisionali che si pone degli obbiettivi predefiniti, raggiunti i quali si scioglie o comunque non ha più ragione di esistere”. RETE nella sua genesi associazionista poteva esser considerato un movimento ma da più di 10 anni ha solidi organismi, Direttivo ed Assemblea, meccanismi elettivi interni che seguono procedure scandite dallo Statuto, con un programma articolato che muta in funzione alle condizioni storiche. Dunque è da tempo - nei fatti - un partito.
“Non è un cambio di nome, ci chiameremo RETE come sempre è stato; non si deve aver paura delle definizioni” – ha precisato Zonzini – “Così come nel tempo è caduto l’uso di “civico” vorrei eliminare anche “movimento”, perché è una qualifica impropria. Non siamo un movimento così come non siamo una cooperativa o un’associazione culturale. Non a caso nel simbolo “movimento civico” non è mai stato scritto. Ci si potrà riferire a noi al solito come RETE, cosa corrente in ogni organismo istituzionali e tra la gente”.
Al termine di un appassionato dibattito, il documento è stato approvato all’unanimità, fatte salve 6 astensioni, verbalizzate, unicamente sul passaggio relativo all’abolizione del termine “movimento”.
Comunicato stampa
RETE