Finalmente al via il processo riformatore che impegnerà nei prossimi anni la politica, nel continuo confronto con la società civile, col fine di valorizzare le finalità storiche dell’assetto costituzionale sammarinese adeguandole alle esigenze di una società moderna. Nel 1974 la promulgazione della “Dichiarazione dei diritti e delle libertà fondamentali” ha avviato un lavoro che da 50 anni non si è mai arrestato, individuando strade molto opportune affinché le garanzie istituzionali, fino a prima lasciate alla interpretazione degli Statuti del 1600, venissero tutelate da una legislazione sempre più stringente. Le riforme più significative varate nei primi anni 2000 hanno prodotto numerosi effetti positivi, ma non si possono negare anche criticità che devono essere affrontate. Nel contempo il rapporto con una realtà internazionale sempre più integrata e la necessità di intervenire sulla molteplicità di temi della società attuale e futura, sta richiedendo continui aggiornamenti normativi e amministrativi che hanno intensificato il lavoro degli organi dello Stato. Il Consiglio Grande e Generale ha approvato all’unanimità la legge che avvia il percorso e che dovrà scrivere compiutamente elementi sostanziali della Costituzione della Repubblica. La democrazia ha bisogno di tempo e cultura per giungere a determinare le scelte. I poteri dello Stato devono mantenersi autonomi e agire circolarmente affinché gli uni siano sottoposti al controllo efficace degli altri. La diversità delle idee che provengono da chi detiene la sovranità devono trovare spazio e avere la possibilità di incidere anche se non sono sostenute da una maggioranza. Sono questi tutti valori inerenti la democrazia che poco hanno a che fare con le gestioni aziendalistiche e che indicano quanto sia importante che i cittadini partecipino alla politica, perché “libertà è partecipazione”.
C.s. Libera – San Marino