Lettera aperta a Stefano Ercolani,
leggo che nel suo articolo del 29 giugno, esprime valutazioni positive sul progetto di legge, istitutivo dei certificati di compensazione fiscale e che aveva anticipato nella nota al mio articolo, la moneta cattiva scaccia quella buona,” quando dice che “ il nostro Stato potrebbe diventare un modello di piazza finanziaria sperimentale con possibilità di risoluzione … di annosi problemi collegati alla mancanza di liquidità e di riduzione dei consumi interni.”
Rimango sorpresa che lei non abbia visto la differenza tra l’emissione di titoli di Stato con valenza fiscale, chiamati certificati di credito sociale, CCF, e la proposta sammarinese di creare una moneta parallela, di impulsi elettronici, definita TITANI. Il manifesto di Biagio Bossone, di Stefano Sylos Labini e di altri economisti non sostiene, come moneta fiscale, la soluzione di creare moneta parallela all’euro. Nel nostro paese abbiamo due tipologie di crisi di liquidità: la più recente quella derivante dall’emergenza del COVID-19 a causa della strategia del lockdown; l’altra crisi di liquidità, di cui soffre San Marino, è il risultato della politica economica, della politica del bilancio del settore pubblico allargato, del funzionamento del sistema bancario e finanziario sammarinese, portato avanti negli ultimi decenni e che hanno prodotto le attuali crisi. Le analisi hanno necessità di considerazioni oggettive e precise.
Risolvere questa seconda criticità richiede interventi di politica economica più solidi e consistenti rispetto alle soluzioni che si prospettano con l’emissione di TITANI, nella veste della Smac. La stessa piazza finanziaria e bancaria è una questione seria da approfondire per sostenere una strategia di potenziamento del PIL sammarinese. Inoltre i TITANI si vogliono usare per pagare una quota del lavoro e delle pensioni, soluzione a mio parere incostituzionale e nel contempo si attribuisce alle banche il compito della conversione dei TITANI in euro. Lei, come esperto, ben sa che dal risparmio le banche commerciali usano le risorse finanziarie per il reimpiego nel sistema economico. Ma quando si incide troppo sulla leva finanziaria, si produce instabilità e credo che il nostro sistema bancario già soffre di questo problema. Sono molto preoccupata che non se ne tiene conto! Non intendo farle cambiare idea, ma credo che chiederle di riflettere in maniera più approfondita, nel suo ruolo di editore, possa essere un’azione utile per l’intera comunità. La questione dei consumi e quindi della domanda aggregata richiederà un successivo articolo.
Comunicato stampa
Orietta Ceccoli