Mercoledì 22 Aprile 2015 alle ore 18,00 in Biblioteca di Stato e Beni Librari si terrà la presentazione del libro Sguardi sull’acqua di Elisabetta Calzolari.
Ne parla con gli autori il Direttore degli Istituti Culturali, Paolo Rondelli.
Elisabetta Calzolari è nata nel 1962 a Bologna dove vive. Lavora per un'importante società di servizi occupandosi di comunicazione. Ha partecipato a vari collettivi di scrittura e nel 2004 ha pubblicato i primi racconti nella raccolta "Lungo la strada scritta" (Fernandel).
Questo libro, opera prima di Elisabetta Calzolari, racconta vicende ambientate nella Bologna dal ‘43 al ’45.
Gino, Edera, Mario, Stella, Emma sono solo alcune delle voci di questo romanzo corale ambientato a Bologna ai tempi della Resistenza. Le vicende narrate si dipanano attorno alla zona popolare di via della Grada, scandite dallo scorrere del canale di Reno e passano attraverso il racconto della quotidianità dei protagonisti - le scelte dei giovani, le difficoltà delle donne, l'impegno degli uomini - mentre la guerra civile distrugge amicizie e relazioni, contribuendo nello stesso tempo a ricostruire le maglie di un tessuto sociale frantumato dal conflitto. Neorealismo narrativo, corredato da foto d’epoca in un suggestivo bianco e nero, scandito dal leitmotiv dell’acqua, fiumi o canali che bagnano Bologna, e lasciano tracce di vita, disseminano speranze di un futuro migliore. Sì, perché la guerra finirà, come canta la canzone, il sale abbonderà, il pane bianco tornerà in tavola, il popolo potrà ancora sperare. Racconti di Resistenza e di guerra civile, ricordi comuni alla nostra gente, emozioni per non dimenticare, utili per i ragazzi che non hanno conosciuto e per genitori distratti che non hanno raccontato. Quando la memoria dei nonni non basta, perché ormai affievolita, soccorrono i veri scrittori che cercano di raccontare il nostro passato. Elisabetta Calzolari ci riesce bene, con stile sopraffino, verga con periodare incalzante racconti di partigiani, alleati che avanzano, fascisti che stringono accordi con gli invasori, uomini comuni che soffrono, lottano e sperano. Un romanzo che chiedeva con forza di essere raccontato, una testimonianza per le nuove generazioni. Consigliato per una lettura a scuola. L’ingresso è libero.
Ne parla con gli autori il Direttore degli Istituti Culturali, Paolo Rondelli.
Elisabetta Calzolari è nata nel 1962 a Bologna dove vive. Lavora per un'importante società di servizi occupandosi di comunicazione. Ha partecipato a vari collettivi di scrittura e nel 2004 ha pubblicato i primi racconti nella raccolta "Lungo la strada scritta" (Fernandel).
Questo libro, opera prima di Elisabetta Calzolari, racconta vicende ambientate nella Bologna dal ‘43 al ’45.
Gino, Edera, Mario, Stella, Emma sono solo alcune delle voci di questo romanzo corale ambientato a Bologna ai tempi della Resistenza. Le vicende narrate si dipanano attorno alla zona popolare di via della Grada, scandite dallo scorrere del canale di Reno e passano attraverso il racconto della quotidianità dei protagonisti - le scelte dei giovani, le difficoltà delle donne, l'impegno degli uomini - mentre la guerra civile distrugge amicizie e relazioni, contribuendo nello stesso tempo a ricostruire le maglie di un tessuto sociale frantumato dal conflitto. Neorealismo narrativo, corredato da foto d’epoca in un suggestivo bianco e nero, scandito dal leitmotiv dell’acqua, fiumi o canali che bagnano Bologna, e lasciano tracce di vita, disseminano speranze di un futuro migliore. Sì, perché la guerra finirà, come canta la canzone, il sale abbonderà, il pane bianco tornerà in tavola, il popolo potrà ancora sperare. Racconti di Resistenza e di guerra civile, ricordi comuni alla nostra gente, emozioni per non dimenticare, utili per i ragazzi che non hanno conosciuto e per genitori distratti che non hanno raccontato. Quando la memoria dei nonni non basta, perché ormai affievolita, soccorrono i veri scrittori che cercano di raccontare il nostro passato. Elisabetta Calzolari ci riesce bene, con stile sopraffino, verga con periodare incalzante racconti di partigiani, alleati che avanzano, fascisti che stringono accordi con gli invasori, uomini comuni che soffrono, lottano e sperano. Un romanzo che chiedeva con forza di essere raccontato, una testimonianza per le nuove generazioni. Consigliato per una lettura a scuola. L’ingresso è libero.
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