A poche ore dalla partenza della delegazione del Fondo Monetario Internazionale il Governo cala l’asso su Banca Centrale. Un progetto di legge licenziato nella seduta del 27 settembre, molto prolifica di varie regalie su cui torneremo, in cui il Governo torna su un tema molto controverso scoppiato nel 2023: ci riferiamo al Consiglio Direttivo di Banca Centrale, in cui nella scorsa legislatura Governo e maggioranza non si sono curati del numero dei sammarinesi richiesti dalla legge, generando molte difficoltà ed un organo zoppo retto da una Presidente abusiva. Chissà se agli strateghi del Governo, quelli che stanno gestendo l’operazione di bilancio, è stato ordinato da via del Voltone di procedere? Mini-riforma dello statuto BCSM, così la Presidente potrà dormire sonni tranquilli, procedura d’urgenza e ingresso nel Consiglio Direttivo di chi si vuole, senza più il criterio della quota sammarinese fino ad oggi giustamente previsto dalla legge. Repubblica Futura chiede se è normale modificare lo statuto di BCSM a pezzi. Un articolo nell’assestamento, un altro in un decreto e questo in un progetto di legge monoarticolo, nato per sottostare ai voleri di una persona che ricopre abusivamente da tempo il ruolo di Presidente della nostra importante autorità di vigilanza del settore finanziario. Repubblica Futura chiederà chiarimenti nel prossimo Ufficio di Presidenza. Il Governo ha calato l’asso e capiamo che qualcuno stia erigendo ogni tipo di barriera affinché Repubblica Futura sia esclusa da ambiti istituzionali che il consenso popolare ci ha garantito. RF rileva come il Governo su un tema così delicato, che avrebbe necessità di un approccio condiviso, agisce a sorpresa. Se il metodo è questo il problema non è il regolamento consiliare, ma la certificazione che poteri esterni al Consiglio Grande e Generale stabiliscono l’agenda di governo, in barba al FMI e a un corretto rapporto con l’opposizione. RF andrà fino in fondo poiché riteniamo che il settore finanziario e Banca Centrale meritino qualcosa di meglio di leggi ad personam inutili per l’istituzione e ridicole dal punto di vista politico.
Repubblica Futura