Durante la commissione Affari di Giustizia di ieri, Governo e maggioranza sono passati alla fase 2 dell’operazione reset in Tribunale. Con una sincronia perfetta, iniziato il processo del conto Mazzini lunedì, martedì viene avviata la procedura di azione di sindacato verso il Commissario della Legge Alberto Buriani. Azione perfetta nei tempi, coadiuvata anche da un articolo a orologeria confezionato su una testata italiana in cui procede la santificazione della regista di Roma e la disintegrazione dell’immagine del sistema San Marino. Sì perché mentre il governo corre dietro alle Iene per dare colore al tempo, l’immagine del Paese è sempre più compromessa da questi giochi di potere fatti sulla testa dei cittadini. Repubblica Futura esprime solidarietà all’europarlamentare de En Marche Sandro Gozi per la violazione del suo profilo social; detto ciò non vorremmo che fossimo accusati anche di questo. Così come condanniamo azioni di dossieraggio per screditare chicchessia, fosse anche il Presidente di BCSM. Tuttavia resta un punto oscuro che nell’articolo di Panorama non è chiarito: Catia Tomasetti è in combutta con i servizi segreti italiani e gode della loro protezione? Dietro l’espulsione di Buriani dalla magistratura e la cacciata di Guzzetta, ci sono i servizi segreti del paese con cui San Marino ha i legami più forti? C’è un piano per riportare al potere i protagonisti dei terribili anni novanta che a suon di tangenti, operazioni spericolate, hanno portato il paese sull’orlo del baratro? È vero che Massimo Andrea Ugolini, sorretto da qualche suggeritore, sta preparando un provvedimento per il colpo di spugna sui processi che coinvolgono i politici? È vero che in queste settimane personaggi già condannati in primo grado per le inchieste del Commissario Buriani hanno tenuto riunioni e contatti serrati con esponenti istituzionali per orchestrare l’azione di sindacato? Ci sono molti punti oscuri e stanno accadendo fatti di inaudita gravità a cui RF si sta opponendo con ogni mezzo politico e istituzionale. Ieri l’ha fatto Nicola Renzi in Commissione Affari di Giustizia, oggi lo rifarà di nuovo in Consiglio Giudiziario in cui sarà completata l’operazione Buriani, il magistrato inquirente del processo Mazzini che ha “osato” indagare Roberto Ciavatta e Catia Tomasetti. Siamo certi che ieri sera qualcuno ha stappato bottiglie di costoso champagne per festeggiare, preparandosi ad altri ulteriori tasselli nella militarizzazione delle magistratura. Militarizzazione che, nei piani di qualcuno, dovrebbe servire magari a salvare e vendicare gli amici ma anche a minacciare e atterrire i nemici. Ieri sera RF ha riunito d’urgenza il proprio Coordinamento e ha già convocato l’Assemblea per valutare le forme di lotta più opportune. Siamo arrivati a livelli inimmaginabili di inciviltà istituzionale e giuridica e Massimo Andrea Ugolini e la maggioranza ne sono i responsabili. Abbiamo chi tira in ballo i servizi segreti stranieri senza che la cosa tocchi il governo e chi viene passato per le armi perché ha osato indagare persone intoccabili, con buona pace dello stato di diritto e delle prerogative di uno Stato sovrano. Per ora, tutti gli imputati del conto Mazzini e dei processi che dovevano iniziare, ringraziano sentitamente i membri di maggioranza della Commissione Affari di Giustizia che hanno portato a termine questo scempio: Matteo Zeppa, Manuel Ciavatta, Aida Selva, Mariella Mularoni, Adele Tonnini, Carlotta Andruccioli e Massimo Andrea Ugolini, sul quale RF ritiene ormai necessaria e indifferibile una mozione di sfiducia.
Repubblica Futura. Giustizia: inizia la fase 2
9 set 2020
Riproduzione riservata ©