Se sul fronte delle politiche per favorire lo sviluppo economico e la crescita del Paese l’attuale legislatura segna ancora un profondo niente, il Governo (e la sua maggioranza) si mostrano sempre molto attivi nel mettere in piedi politiche di contrasto e blocco allo sviluppo economico ed alla crescita delle nostre imprese. Il Governo ha iniziato nei mesi scorsi con il padre di tutti questi interventi: la norma che ha bloccato la possibilità per le imprese di assumere chi ritenessero più opportuno per loro, per il loro business e la loro crescita. Giustificata con un po’ di patriottismo e protezionismo che va sempre di moda, nella realtà ha tolto una possibilità importante che era stata concessa negli anni scorsi e che tanti risultati aveva dato in termini di sviluppo e crescita, riportandoci indietro nel tempo e rendendoci molto meno competitivi rispetto a qualunque altro Paese (dove la libertà per le imprese di assumere chi si ritiene più adatto è scontata). Poi, nei mesi scorsi, il Governo aveva anche pensato di riportare un bel monopolio nell’ambito commerciale, la Zona Bianca, che era stata finalmente abolita nel 2019: al momento sembra non siano andati avanti su questo fronte, e speriamo non lo facciano mai. Ma anche nell’ultimo Consiglio, nell’assestamento di bilancio, ci sono stati altri due interventi di grande efficacia nel contrastare lo sviluppo. Il primo: l’abolizione dell'articolo 13 della normativa sul Credito Agevolato. Quella norma che permetteva di dare credito agevolato anche ai grandi investimenti e che ci ha consentito di realizzare a San Marino l'investimento di Alutitan (40 posti di lavoro e oltre 10 milioni di investimento) e di Phytoprime (azienda neonata che è già arrivata a quasi 15 dipendenti e che sta crescendo fortemente in Repubblica), permettendo di colmare un gap importante che il nostro Paese ha rispetto agli altri: un eccessivo costo del credito bancario! Non si tratta, infatti, di una agevolazione ma di un intervento che semplicemente ci riallinea con i nostri competitor, e l'assenza di questo tipo di opportunità farà sì che investimenti così importanti e impattanti, dove il costo del credito incide, si realizzino fuori San Marino anziché in territorio. Il secondo intervento è stato per ora rimandato ad un Decreto Delegato futuro ma, se sarà realizzato, renderà molto più costoso per le industrie sammarinese approvvigionarsi autonomamente di gas naturale, necessario per le proprie attività. Anche qui, una possibilità scontata ovunque nel mondo ma che si scontra col monopolio AASS che esiste nel nostro paese: un tema quindi che richiede un approccio guardando in avanti, mirato a dare più possibilità di muoversi sul mercato per le imprese, anziché rivolto alla difesa dei monopoli. ANIS, nel suo comunicato di 2 giorni fa, ha fatto presente molto chiaramente questa necessità ed ha manifestato il suo disagio per il fatto che argomenti così importanti vengano trattati con emendamenti estemporanei, senza alcun confronto con le parti interessate. Ci verrebbe quasi da dire al Governo: se non sapete cosa fare per l’economia, almeno cercate di non peggiorare quello che è stato creato prima di voi e che già è presente nel nostro sistema, altrimenti state davvero condannando il Paese ad una agonia indicibile.
Repubblica Futura sulle politiche di sviluppo
6 nov 2020
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