A leggere il comunicato del Movimento politico Rete verrebbe da pensare che negli ultimi anni gli eredi della decrescita felice si siano ritirati su un eremo ad osservare il lento fluire della politica sammarinese. Invece, ahiloro, erano al governo del Paese. Repubblica Futura per abitudine culturale e rispetto istituzionale si limita da sempre a leggere le sentenze ed eventualmente a commentarle senza andare oltre. Non ci piace sconfinare nel territorio di Rete, molto più avvezza agli studi sulle congiure. Ci limitiamo solo a rilevare come non ci sia stato alcun commento di Roberto Ciavatta, il politico o ex politico che ha personalmente presentato l’esposto alla magistratura finito con una archiviazione. Notiamo come Francesco Raffaelli, Presidente AASS e uomo di Rete, insieme al suo consiglio di amministrazione, non ha fatto nulla per ridurre il danno economico derivato dal sequestro degli apparati ZTE, dalla liquidazione Netco, dalla chiusura delle attività di TLC in AASS. Rileviamo come Rete, noto partito della trasparenza, si sia opposto a rendere pubblica l’indagine amministrativa sulle TLC, realizzata fra gli altri da un dipendente AASS dirigente di Rete e coinvolto a vario titolo nel progetto. Non capiamo, sempre per stare in tema di trasparenza, se la ricca consulenza erogata da Rete a Sabina Conforti per costruire il nuovo ospedale, sia stata decisa con un bando pubblico e quali benefici abbia portato per la nostra struttura sanitaria. Ci sfugge poi la ragione, se ci fossero state azioni criminose, perché il membro di Rete nel CdA durante la vicenda ZTE prima, o Raffaelli Presidente AASS dopo, non abbiano sporto alcuna denuncia in merito. Sono dettagli che rileviamo in virtù della trasparenza rispetto a una vicenda che per ragioni di opportunità politica ha gettato nel bidone milioni di euro pubblici. Perché alla fine di questo si tratta: milioni di euro buttati dalla finestra per iniziativa di Rete. Si può non condividere un progetto dal punto di vista politico, ma usare la leva giudiziaria per affossarlo e colpire avversari politici non è nel costume di RF e i danni che si sono prodotti per questo andazzo, visto il fallimento dell’azione giudiziaria di Rete, sono evidenti dal punto di vista sociale, culturale ed economico. Se il ritornello è il solito del sostegno alla cricca, sfidiamo i colleghi di Rete a dimostrare il coinvolgimento di esponenti di RF e magari a rendere pubbliche integralmente le audizioni di tutti gli esponenti di RF rese in Commissione d’Inchiesta sulla vicenda CIS. Oppure spiegare perché Rete abbia fatto un governo con chi volle Grais e Savorelli in Banca Centrale (PDCS e PSD) e se, durante il corteggiamento e poi il matrimonio governativo, qualcuno di Rete ha mai avuto la curiosità di sapere se qualche democristiano era in rapporti con Francesco Confuorti, cosa più volte chiesta in Consiglio Grande e Generale da un membro di governo di RF alla quale nessun esponente democristiano ha mai risposto. Noi, cari colleghi di Rete, siamo seri; a voi chiediamo di riflettere sui cinque anni appena trascorsi che vi hanno condannato ad una disfatta elettorale senza precedenti.
Repubblica Futura