Pare che il disegno di privatizzazione della nostra sanità stia proseguendo utilizzando ogni strumento e scusa, compresi quello dell’urgenza e della discrezionalità. Strumenti particolarmente rischiosi e distorsivi quando a farne le spese è la gestione di un aspetto estremamente importante per ogni azienda, pubblica o privata che sia, e anche per l’ISS: il Servizio di Prevenzione e Protezione, oggetto in questi giorni di un appalto a firma del Direttore Amministrativo ISS Filippo Francini, che di fatto consegnerà all'azienda privata che vincerà un lavoro dal valore economico di difficile stima (se acquistato completamente all'esterno) e un potere enorme, con la gestione diretta della sicurezza (Legge 31/98) all’interno dell’ISS. Il Servizio di Prevenzione e Protezione per l’ISS ha confini enormi ed è fondamentale mantenerlo pubblico. Immaginiamo solo per un attimo l’imponenza della privatizzazione di questo servizio, che toccherebbe ogni ambito di salute e sicurezza per tutti i lavoratori e gli utenti dell’Ospedale e di tutte le altre strutture ISS (le strutture socio-sanitarie, il macello pubblico, le residenze per anziani, servizio minori, ecc..). Il Servizio Prevenzione e Protezione appaltato all'esterno si troverebbe a doversi occupare direttamente di: forniture, controlli, formazione sicurezza del personale, valutazione dei rischi per la salute e sicurezza, pianificazione delle manutenzioni di stabili e impianti, aspetti ambientali, conformità delle strutture e degli impianti di ogni tipo, presidi per l’emergenza, certificazione dei macchinari di ogni tipo utilizzati all'interno dell’ISS, etc. Ora immaginiamo anche il potere che avrà in mano chi si aggiudicherà l’appalto: l’opportunità di indicare ed indirizzare ogni appalto successivo a questo necessario alla sicurezza, dalle scarpe da utilizzare da parte del personale, agli impianti, alle attrezzature più idonee, etc.
Da tempo il Datore di Lavoro dell'ISS (ma chi è?!?) doveva nominare il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (figura obbligatoria per la Legge 31/98), eppure si giunge ora ad una privatizzazione tramite licitazione privata (e cioè all’invio dell’appalto a pochissime imprese scelte con discrezione) dell’intero Servizio, non solo del semplice incarico a singola persona fisica, preposta alla gestione del Servizio, ma di tutto quello che c'è da fare al suo interno.
Proprio il metodo della licitazione privata è sempre stato contestato da RETE perché permette enormi distorsioni, potendo utilizzare l’urgenza come pretesto per fare partecipare solo alcune aziende e concedere appalti velocemente in modo più discrezionale. La licitazione dura infatti 10 giorni (che, in questo caso, calcolando i due weekend diventano appena 6 lavorativi). Pochi, quindi i giorni a disposizione degli eventuali concorrenti interessati per valutare tutta la documentazione, per preparare le numerose dichiarazioni e attestazioni richieste, per la polizza assicurativa, per garantire le strutture ed il deposito cauzionale tramite fidejussione bancaria o assicurativa, e per mettere a disposizione la propria organizzazione entro 20 giorni dall'eventuale vittoria. Possibile organizzare in 6 giorni un lavoro dal valore approssimativo di centinaia di migliaia di euro?
Un tour de force improbabile per ogni azienda, che intenda affrontare un lavoro imponente laddove anche un semplice errore di imbustamento dei documenti rischia di essere fatale e determinare l’esclusione. Infatti, l’elemento di maggiore discrezionalità emerge nelle procedure di assegnazione dell'appalto: l’apertura delle offerte avverrà in seduta pubblica il 28 Aprile ma la loro validità verrà stabilita in seduta segreta dalla Commissione Tecnica di gara ,assieme all'assegnazione dei punti e delle penali, potendo escludere partecipanti superficialmente irregolari e includendo partecipanti sostanzialmente irregolari, secondo la discrezione della Commissione. Ma chi è la Commissione?
E' da notare che requisito essenziale alla partecipazione è l'indicazione di almeno due persone fisiche (non una!), stabili risorse del concorrente, che possiedano specifici titoli di formazione obbligatori in Italia, non a San Marino e per questo, molto probabilmente, non posseduti dai potenziali concorrenti di diritto sammarinese, che, dunque, sono esclusi dai giochi a priori e l'esperienza maturata nel settore ospedaliero, che esclude ancora di più i soggetti sammarinesi, visto che un solo ospedale abbiamo e prima di ora non è mai stato affidato all'esterno questo servizio. Il continuo riferimento a requisiti di legge italiani all'interno del documento di licitazione fa presumere che il testo sia stato redatto da un tecnico italiano, che ha lasciato tra le righe anche qualche refuso che nulla c’entra con la legge sammarinese, come per esempio la consulenza per il Certificato Prevenzione Incendi (CPI), che è un documento italiano rilasciato per strutture in Italia esclusivamente dai Vigili del Fuoco, ente inesistente a San Marino .
Insomma, è evidente che non solo si è deciso di privatizzare un servizio fondamentale, che DEVE essere pubblico, per la spesa che comporta e per il potere che da, ma anche che il destinatario di questo appalto è probabilmente già stato identificato (e forse ha scritto la gara) e il fatto di stabilire precisi requisiti per sbaragliare ogni concorrente invitato serve solo per dare un barlume di legittimità al percorso. A ragion veduta, questo appalto non s’ha da fare!
Comunicato Stampa
Movimento R.E.T.E.
Da tempo il Datore di Lavoro dell'ISS (ma chi è?!?) doveva nominare il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (figura obbligatoria per la Legge 31/98), eppure si giunge ora ad una privatizzazione tramite licitazione privata (e cioè all’invio dell’appalto a pochissime imprese scelte con discrezione) dell’intero Servizio, non solo del semplice incarico a singola persona fisica, preposta alla gestione del Servizio, ma di tutto quello che c'è da fare al suo interno.
Proprio il metodo della licitazione privata è sempre stato contestato da RETE perché permette enormi distorsioni, potendo utilizzare l’urgenza come pretesto per fare partecipare solo alcune aziende e concedere appalti velocemente in modo più discrezionale. La licitazione dura infatti 10 giorni (che, in questo caso, calcolando i due weekend diventano appena 6 lavorativi). Pochi, quindi i giorni a disposizione degli eventuali concorrenti interessati per valutare tutta la documentazione, per preparare le numerose dichiarazioni e attestazioni richieste, per la polizza assicurativa, per garantire le strutture ed il deposito cauzionale tramite fidejussione bancaria o assicurativa, e per mettere a disposizione la propria organizzazione entro 20 giorni dall'eventuale vittoria. Possibile organizzare in 6 giorni un lavoro dal valore approssimativo di centinaia di migliaia di euro?
Un tour de force improbabile per ogni azienda, che intenda affrontare un lavoro imponente laddove anche un semplice errore di imbustamento dei documenti rischia di essere fatale e determinare l’esclusione. Infatti, l’elemento di maggiore discrezionalità emerge nelle procedure di assegnazione dell'appalto: l’apertura delle offerte avverrà in seduta pubblica il 28 Aprile ma la loro validità verrà stabilita in seduta segreta dalla Commissione Tecnica di gara ,assieme all'assegnazione dei punti e delle penali, potendo escludere partecipanti superficialmente irregolari e includendo partecipanti sostanzialmente irregolari, secondo la discrezione della Commissione. Ma chi è la Commissione?
E' da notare che requisito essenziale alla partecipazione è l'indicazione di almeno due persone fisiche (non una!), stabili risorse del concorrente, che possiedano specifici titoli di formazione obbligatori in Italia, non a San Marino e per questo, molto probabilmente, non posseduti dai potenziali concorrenti di diritto sammarinese, che, dunque, sono esclusi dai giochi a priori e l'esperienza maturata nel settore ospedaliero, che esclude ancora di più i soggetti sammarinesi, visto che un solo ospedale abbiamo e prima di ora non è mai stato affidato all'esterno questo servizio. Il continuo riferimento a requisiti di legge italiani all'interno del documento di licitazione fa presumere che il testo sia stato redatto da un tecnico italiano, che ha lasciato tra le righe anche qualche refuso che nulla c’entra con la legge sammarinese, come per esempio la consulenza per il Certificato Prevenzione Incendi (CPI), che è un documento italiano rilasciato per strutture in Italia esclusivamente dai Vigili del Fuoco, ente inesistente a San Marino .
Insomma, è evidente che non solo si è deciso di privatizzare un servizio fondamentale, che DEVE essere pubblico, per la spesa che comporta e per il potere che da, ma anche che il destinatario di questo appalto è probabilmente già stato identificato (e forse ha scritto la gara) e il fatto di stabilire precisi requisiti per sbaragliare ogni concorrente invitato serve solo per dare un barlume di legittimità al percorso. A ragion veduta, questo appalto non s’ha da fare!
Comunicato Stampa
Movimento R.E.T.E.
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