ANIS: “La riforma delle pensioni è prioritaria e tutti hanno dichiarato di volerla fare. Con un’agenda puntuale dei lavori, partendo dai dati e dalle proiezioni sugli interventi, entro il 2021 si potrà costruire un nuovo impianto più sostenibile e più lungimirante” La pandemia globale ha colpito duramente tutti i Paesi, che ora stanno pianificando gli interventi più efficaci per rilanciare le proprie economie e al tempo stesso attuare le grandi riforme per evitare che gli effetti degli investimenti vengano azzerati da spese improduttive, sprechi o peggio interessi di parte che per loro natura sono antisistemici. San Marino deve fare lo stesso, anzi, con ancora più determinazione e lungimiranza, perché la pandemia ha messo in luce e in molti casi acuito le criticità che già si erano palesate negli anni precedenti: un sistema pensionistico insostenibile, una spesa corrente esagerata rispetto agli investimenti, un sistema bancario in forte difficoltà, la perdita di attrattività e di competitività della propria economia. Inoltre, se gli altri Paesi possono mettere in campo risorse ingenti – mai viste se pensiamo al Recovery Fund dell’Unione Europea – San Marino deve fare i conti con un debito interno consistente a cui si somma l’indebitamento di questi mesi nei confronti di soggetti esterni. Quel debito non solo va ripagato, ma quelle risorse vanno investite al meglio perché generino davvero una crescita e ci proiettino verso un sistema più sostenibile sotto tutti i punti di vista. Per fare ciò, la parola chiave è “riforme”: quelle su cui da anni ANIS richiama l’attenzione della politica e delle altre parti sociali e che puntualmente vengono inserite in tutti i programmi elettorali da ormai un decennio. Le stesse che abbiamo ritrovato nel documento presentato recentemente dai partiti e movimenti di Maggioranza e che il Governo ha annunciato di voler realizzare nei prossimi mesi. Dall’analisi di quel documento, che riunisce se non tutti la maggior parte degli interventi necessari, il nostro Consiglio Direttivo ha estrapolato, come annunciato nei giorni scorsi, alcuni progetti che per urgenza ma anche per realizzabilità possono essere iniziati e conclusi entro l’anno (Pensioni, Spending Review e interventi sul Lavoro), mentre altri dovrebbero essere avviati subito (IVA, accordo con l’UE) per poterne vedere l’entrata in vigore entro l’anno prossimo. Come detto, il punto di partenza è la volontà e la condivisione, per cui serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, ma anche la necessaria determinazione, come ha ammonito il premier italiano Mario Draghi presentando il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: “Le riforme vanno messe in campo per dare solidità alla ripresa economica. Nel realizzare i progetti vanno evitati ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune”. Di fronte all’emergenza in cui è precipitata San Marino, auspichiamo che non si debbano contrastare anche qui tali resistenze, ma che si possa lavorare per il bene del Paese e delle future generazioni. Proprio ai giovani, come si è rivolto il Presidente Draghi, è rivolta la prima grande riforma su cui abbiamo focalizzato l’attenzione: le pensioni. Esse infatti, come ha spiegato il Professor Marè durante una recente Assemblea Generale ANIS, riguardano non solo chi è già uscito dal mondo del lavoro, ma soprattutto quanti vi fanno ancora parte e ancora di più chi vi deve entrare. È con questa parte della popolazione che si deve infatti ricostruire quel patto generazionale su cui si fonda il rapporto tra la contribuzione durante gli anni lavorativi e l’erogazione delle prestazioni future. L’obiettivo è dunque molteplice: rendere sostenibile nel tempo l’impianto, riequilibrando entrate e uscite (quest’anno il saldo negativo supererà i 50 milioni di euro) e rendere più efficiente la gestione del patrimonio, prima che venga eroso del tutto in pochi anni. Questo è ciò di cui ha bisogno oggi il Paese e di cui ANIS si fa portavoce, proponendo al Governo, alla Maggioranza e alla Minoranza, alle Associazioni economiche e alle Organizzazioni Sindacali, un’agenda di lavoro in grado di rendere operativa la riforma delle pensioni già dal 1° gennaio 2022. A tal fine, proponiamo la seguente ipotesi di attività e scadenze, che crediamo possa essere condivisibile se vogliamo arrivare all’obiettivo. Entro maggio, andranno esaurite la raccolta e le analisi dei dati da parte dei tecnici incaricati e dovranno essere sottoscritti gli obiettivi della riforma. A giugno scatterà la fase di condivisione delle risultanze tecniche e del confronto tra le parti sul ventaglio di soluzioni proposte: la relazione tecnica degli esperti dovrà infatti contenere sia i dati attuariali che le proiezioni sui singoli interventi. Sulla base di tale relazione, si aprirà il confronto: tutte le parti potranno indicare le proprie proposte migliorative o alternative, da contenere in un tempo definito, che potrebbe essere di 30 giorni. Anche tali proposte potranno così essere rivalutate dai tecnici incaricati, con relative proiezioni. A metà luglio, quindi, si condivideranno le nuove risultanze e si individueranno gli interventi più opportuni, ovviamente tenendo conto di una progressività di quelli più impattanti a livello economico. Il passaggio successivo vedrà la stesura del progetto di Legge da sottoporre – entro agosto – in prima lettura al Consiglio Grande e Generale. Considerati i tempi dell’iter legislativo la seconda lettura dovrà avvenire entro il mese di ottobre, per dare modo alle Segreterie e all’Amministrazione Pubblica di allineare la Legge di Bilancio alle nuove dinamiche determinate dalla riforma delle pensioni che entrerà in vigore l’1 gennaio2022.
Cs Anis