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Rimini: l'inflazione torna a correre

15 apr 2024
Rimini: l'inflazione torna a correre

Torna a crescere l’inflazione nel mese di marzo, il dato nazionale si attesta all’+1.3%, mentre nel territorio Riminese l’inflazione cresce fino a quota +2.5 %. Sicuramente una crescita preoccupante, accompagnata da una più marcata crescita dei prezzi relativi dei prodotti alimentari che segna un + 3,9%. Nel dettaglio pane e cereali +3% , carni +3.7,% , pesci e prodotti ittici +3.1%, latte , formaggi e uova + 0,7% , oli e grassi + 23,5%, frutta +7.7%, vegetali +3.4%%, zucchero-confetture miele, cioccolato e dolciumi +3%, caffè, tè e cacao +1.7%, acque minerali, bevande analcoliche succhi di frutta e verdura +4.2%. Ricadute che colpiscono in maniera significativa il potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a basso reddito, costrette a rinunce e sacrifici per arrivare a fine mese, per una famiglia media riminese con questa inflazione l'aggravio economico ammonta, in termini annui, + 580.00 euro. Situazione che che intacca i consumi basilari come quelli alimentari sia nella quantità che nella qualità di spesa. Infatti come era prevedibile nel mese di marzo L'ISTAT ha rilevato una battuta d’arresto della fiducia dei consumatori. Nei giorni passati le Associazioni dei Consumatori del CNCU, hanno preso parte alla Commissione di allerta rapida sui prezzi, presso il Mimit, nel corso della quale sono stati presentati i dati BMTI, ISMEA e ISTAT sull’andamento dei costi all’origine e al dettaglio di un paniere di prodotti alimentari. I dati emersi sono preoccupanti e attestano come i prodotti più acquistati dalle famiglie italiane abbiano subito, negli ultimi anni, forti incrementi, solo in minima parte giustificati dagli andamenti dei costi della materia prima, degli imballaggi e delle lavorazioni, mentre i prezzi di energia e carburanti, che hanno fortemente inciso sugli aumenti nel medio lungo-periodo e sui picchi registrati l’anno scorso, singolarmente non determinano l’effetto inverso quando diminuiscono. Nel medio-lungo periodo, anche quando gli incrementi dei costi delle materie prime e dei costi di produzione si sono arrestati, i prezzi al consumo sono rimasti, nella migliore delle ipotesi, stabili, ma in molti casi hanno continuato la loro corsa al rialzo. In base ai dati illustrati, nel periodo febbraio 2019/febbraio 2024, i prezzi al dettaglio dell’olio extravergine d’oliva sono rincarati in Italia dell’81,1%, la pasta secca è aumentata del 35,6%, le uova del 25,7%, la passata di pomodoro del 41,9%, le mele del 21,1% e il latte fresco del 21,5%. Di fronte a tale andamenti, continuiamo a sostenere la necessità di non abbassare la guardia: è necessaria l’adozione di provvedimenti mirati, per ridare ossigeno alle famiglie e sostenere la domanda interna, attraverso: -un tempestivo monitoraggio dei prezzi attraverso Comitati di sorveglianza costituiti territorialmente, con la partecipazione delle Associazioni dei consumatori e sotto il coordinamento di Mr. Prezzi, per contrastare prontamente ogni fenomeno speculativo; -una riforma delle aliquote Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe alle famiglie di risparmiare oltre 531,57 euro annui), provvedimento che va accompagnato da misure sanzionatorie di controllo; - la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica; - azioni di contrasto alle disuguaglianze, che passino per il rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni, la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non ad agevolare quelli più elevati. Le risorse per finanziare le misure appena descritte possono (e devono) essere reperite attraverso una adeguata tassazione degli extraprofitti e un aumento della tassazione sulle transazioni finanziarie; nonché attraverso un serio piano di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.

cs Federconsumatori Rimini






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