Si è aperta oggi, a Roma, la 143° sessione del Consiglio della FAO, cui partecipa anche la delegazione sammarinese rappresentata dall’Amb. Daniela Rotondaro e dal Cons. Marina Emiliani.
Si tratta di un Consiglio altamente significativo per la Repubblica di San Marino, che per la prima volta dalla sua adesione all’Organizzazione - avvenuta nel 1999 – siede in seno all’organo esecutivo, insieme ad altri 48 Paesi dei 191 aderenti alla FAO. Un ulteriore riconoscimento, questo, per l’impegno che San Marino svolge all’interno degli Organismi internazionali, dove temi quali l’eradicazione della fame e della povertà, il miglioramento delle condizioni di vita attraverso le pari opportunità e l’educazione, unitamente a quelli della pace e della good governance, sono a fondamento dell’azione dello Stato sammarinese nel contesto multilaterale.
Il Consiglio che si è appena aperto trova una FAO rinnovata di recente nella sua struttura interna e nella sua “visione”, per meglio rispondere alle esigenze provenienti dai Paesi. Sono 5 gli Obiettivi Strategici della FAO, inseriti nell’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile, adottata dalle Nazioni Unite lo scorso settembre.
In particolare, l’Obiettivo 2 ”eliminare la fame, conseguire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile”, rispecchia pienamente il mandato della FAO, nella consapevolezza che per raggiungere l’obiettivo ‘Fame Zero’ sia necessario un maggiore coinvolgimento tra i Governi, le Organizzazioni Internazionali e la Società Civile.
Il Consiglio è stato inoltre chiamato a deliberare sulla nuova struttura della FAO, che prevede accorpamenti di Divisioni e la decentralizzazione verso gli Ufficio Regionali nel mondo. Gli interventi dei Paesi sono stati in favore di questa ristrutturazione e dei tagli che il Direttore Generale ha effettuato pur mantenendo alta la capacità tecnica dell’Organismo onusiano.
Oggi la FAO è anche presente alla Conferenza COP21 di Parigi. I Paesi membri auspicano un maggior coinvolgimento alla prossima Conferenza COP22 in Marocco, affinché l’agricoltura sia sempre più considerata un’opportunità per adattare e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Il rapporto che la FAO ha pubblicato in questi giorni “L'impatto dei disastri sull'agricoltura e la sicurezza alimentare”, dimostra chiaramente che i rischi naturali, in particolare gli eventi climatici estremi, colpiscono regolarmente e con forza l'agricoltura e ostacolano l'eradicazione della fame e della povertà e il raggiungimento dello sviluppo sostenibile. La situazione andrà peggiorando se non verranno prese misure atte a rafforzare la resilienza del settore agricolo. E’ vero infatti che sistemi agricoli e alimentari più produttivi e inclusivi e maggiormente adattabili al cambiamento climatico non sono solo uno strumento per lo sviluppo economico delle popolazioni rurali, ma diventano uno strumento per l’attenuazione e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.
Si tratta di un Consiglio altamente significativo per la Repubblica di San Marino, che per la prima volta dalla sua adesione all’Organizzazione - avvenuta nel 1999 – siede in seno all’organo esecutivo, insieme ad altri 48 Paesi dei 191 aderenti alla FAO. Un ulteriore riconoscimento, questo, per l’impegno che San Marino svolge all’interno degli Organismi internazionali, dove temi quali l’eradicazione della fame e della povertà, il miglioramento delle condizioni di vita attraverso le pari opportunità e l’educazione, unitamente a quelli della pace e della good governance, sono a fondamento dell’azione dello Stato sammarinese nel contesto multilaterale.
Il Consiglio che si è appena aperto trova una FAO rinnovata di recente nella sua struttura interna e nella sua “visione”, per meglio rispondere alle esigenze provenienti dai Paesi. Sono 5 gli Obiettivi Strategici della FAO, inseriti nell’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile, adottata dalle Nazioni Unite lo scorso settembre.
In particolare, l’Obiettivo 2 ”eliminare la fame, conseguire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile”, rispecchia pienamente il mandato della FAO, nella consapevolezza che per raggiungere l’obiettivo ‘Fame Zero’ sia necessario un maggiore coinvolgimento tra i Governi, le Organizzazioni Internazionali e la Società Civile.
Il Consiglio è stato inoltre chiamato a deliberare sulla nuova struttura della FAO, che prevede accorpamenti di Divisioni e la decentralizzazione verso gli Ufficio Regionali nel mondo. Gli interventi dei Paesi sono stati in favore di questa ristrutturazione e dei tagli che il Direttore Generale ha effettuato pur mantenendo alta la capacità tecnica dell’Organismo onusiano.
Oggi la FAO è anche presente alla Conferenza COP21 di Parigi. I Paesi membri auspicano un maggior coinvolgimento alla prossima Conferenza COP22 in Marocco, affinché l’agricoltura sia sempre più considerata un’opportunità per adattare e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Il rapporto che la FAO ha pubblicato in questi giorni “L'impatto dei disastri sull'agricoltura e la sicurezza alimentare”, dimostra chiaramente che i rischi naturali, in particolare gli eventi climatici estremi, colpiscono regolarmente e con forza l'agricoltura e ostacolano l'eradicazione della fame e della povertà e il raggiungimento dello sviluppo sostenibile. La situazione andrà peggiorando se non verranno prese misure atte a rafforzare la resilienza del settore agricolo. E’ vero infatti che sistemi agricoli e alimentari più produttivi e inclusivi e maggiormente adattabili al cambiamento climatico non sono solo uno strumento per lo sviluppo economico delle popolazioni rurali, ma diventano uno strumento per l’attenuazione e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.
Riproduzione riservata ©