Venerdì 11 gennaio alle ore 21, al Teatro Titano, per la rassegna “Teatranti” sarà in scena Kohlhaas di Remo Rostagno e Marco Baliani interpretato da Marco Baliani con la regia di Maria Maglietta e tratto dal racconto “Michele Kohlhaas” di H. von Kleist.
La vicenda realmente accaduta nella Germania del 1500 di Michael Kohlhaas, un mercante di cavalli vittima di un sistema giudiziario corrotto, è arrivata in scena nel 1989 ed ha inaugurato il cosiddetto teatro di narrazione che vede "alcuni attori-autori iniziare a presentarsi sulla scena senza lo schermo del personaggio, ma anzi - con la propria identità non sostituita per raccontare storie, senza rappresentarle”(cit).
Solo sulla scena, seduto su di una sedia di legno semplicissima, vestito di nero e con una sola luce puntata addosso, Baliani incanterà il pubblico figurando perfettamente il racconto nella mente dello spettatore che, mai come in questo caso, diventa ascoltatore.
Il mercante subìta un’angheria da parte di un nobile, tenta dapprima di ottenere giustizia dalla legge e poi, non vedendo riconosciute le sue ragioni, si fa brigante e raccoglie attorno a sé schiere di disperati, con i quali saccheggia e devasta intere città, arrivando a scatenare quasi una guerra contro il potere imperiale giungendo infine ad essere condannato a morte.
Si fa immediata la riflessione sulla questione della giustizia e sulle conseguenze morali che la reazione dell'individuo all'ingiustizia può comportare, ma anche sulle conseguenze che travalicano le intenzioni.
La spirale di violenza generata dal sopruso vive sulle assi del palcoscenico grazie alla gestualità, alla mimica e alla voce di un "raccontatore di storie" in grado di far sentire la paura, la sete, la stanchezza dei cavalli e persino il cappio che, pian piano, stringe il collo del protagonista. Non ci sono musiche né cambi di luci. Solo lui e la sua arte. Arte di attore ‘consumato’, in grado di sfruttare ogni istante per dare colore, vitalità ed intensità al monologo, sia attraverso la grande mutevolezza della maschera facciale, sia con le numerose variazioni di tono del parlato. Notevole, per efficacia, il gesticolare di braccia, gambe e piedi, con cui provoca effetti da rumorista spesso inaspettati e, per questo, di un’incisività che contribuisce a ritmare il monologo.
Kohlhaas è la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda, cos’è la giustizia e fino a che punto in nome della giustizia si può diventare giustizieri, non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo.
Le domande morali che la vicenda solleva e lascia sospese diventano quando comincia ad affrontare l’impresa memorabile del racconto, un modo per parlare degli anni ’70, per parlare di quei conflitti in cui venne a trovarsi una generazione, quella del ’68, quando in nome di un superiore ideale di giustizia sociale si arrivò a insanguinare piazze e città.
I biglietti saranno in vendita giovedì 10 gennaio presso il Teatro Nuovo dalle ore 17 alle ore 20. Il giorno stesso della rappresentazione dalle ore 17. Oppure sul sito www.sanmarinoteatro.sm o presso la Biglietteria del Cinema Concordia tutti i giorni dalle 21 alle 22.
Cs Istituti culturali
La vicenda realmente accaduta nella Germania del 1500 di Michael Kohlhaas, un mercante di cavalli vittima di un sistema giudiziario corrotto, è arrivata in scena nel 1989 ed ha inaugurato il cosiddetto teatro di narrazione che vede "alcuni attori-autori iniziare a presentarsi sulla scena senza lo schermo del personaggio, ma anzi - con la propria identità non sostituita per raccontare storie, senza rappresentarle”(cit).
Solo sulla scena, seduto su di una sedia di legno semplicissima, vestito di nero e con una sola luce puntata addosso, Baliani incanterà il pubblico figurando perfettamente il racconto nella mente dello spettatore che, mai come in questo caso, diventa ascoltatore.
Il mercante subìta un’angheria da parte di un nobile, tenta dapprima di ottenere giustizia dalla legge e poi, non vedendo riconosciute le sue ragioni, si fa brigante e raccoglie attorno a sé schiere di disperati, con i quali saccheggia e devasta intere città, arrivando a scatenare quasi una guerra contro il potere imperiale giungendo infine ad essere condannato a morte.
Si fa immediata la riflessione sulla questione della giustizia e sulle conseguenze morali che la reazione dell'individuo all'ingiustizia può comportare, ma anche sulle conseguenze che travalicano le intenzioni.
La spirale di violenza generata dal sopruso vive sulle assi del palcoscenico grazie alla gestualità, alla mimica e alla voce di un "raccontatore di storie" in grado di far sentire la paura, la sete, la stanchezza dei cavalli e persino il cappio che, pian piano, stringe il collo del protagonista. Non ci sono musiche né cambi di luci. Solo lui e la sua arte. Arte di attore ‘consumato’, in grado di sfruttare ogni istante per dare colore, vitalità ed intensità al monologo, sia attraverso la grande mutevolezza della maschera facciale, sia con le numerose variazioni di tono del parlato. Notevole, per efficacia, il gesticolare di braccia, gambe e piedi, con cui provoca effetti da rumorista spesso inaspettati e, per questo, di un’incisività che contribuisce a ritmare il monologo.
Kohlhaas è la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda, cos’è la giustizia e fino a che punto in nome della giustizia si può diventare giustizieri, non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo.
Le domande morali che la vicenda solleva e lascia sospese diventano quando comincia ad affrontare l’impresa memorabile del racconto, un modo per parlare degli anni ’70, per parlare di quei conflitti in cui venne a trovarsi una generazione, quella del ’68, quando in nome di un superiore ideale di giustizia sociale si arrivò a insanguinare piazze e città.
I biglietti saranno in vendita giovedì 10 gennaio presso il Teatro Nuovo dalle ore 17 alle ore 20. Il giorno stesso della rappresentazione dalle ore 17. Oppure sul sito www.sanmarinoteatro.sm o presso la Biglietteria del Cinema Concordia tutti i giorni dalle 21 alle 22.
Cs Istituti culturali
Riproduzione riservata ©