Vivere in un Paese "a rischio zero" dal punto di vista della sicurezza e dell'ordine pubblico è praticamente impossibile, tuttavia i recenti atti criminali avvenuti a San Marino impongono un'attenta riflessione sul piano politico.
Infatti, nonostante l'eccellente attività di pattugliamento del territorio svolta dai corpi di polizia verso cui intendo manifestare il mio personale apprezzamento, emerge in modo sempre più evidente la necessità di incrementare gli strumenti a disposizione delle forze dell'ordine per condurre un'efficace azione di prevenzione e repressione nei confronti dei fenomeni di delinquenza che si stanno moltiplicando nell'ultimo periodo.
È una situazione davvero inquietante che sta alimentando un clima di paura e di incertezza all'interno della comunità sammarinese.
Occorre pertanto una reazione politica ferma e determinata che deve portare all'adozione di misure divenute indispensabili per migliorare e potenziare l'attività di contrasto a furti, rapine e reati analoghi.
In tal senso rilevo con un certa preoccupazione la scelta del governo di effettuare ulteriori tagli alle risorse destinate al dipartimento sicurezza nell'ambito del bilancio previsionale per l'esercizio finanziario 2016. Va benissimo la spending review, ma ci sono settori in cui non è accettabile ridurre gli stanziamenti e uno di questi settori è proprio il dipartimento sicurezza.
Inoltre ci sono provvedimenti che non possono subire ulteriori rinvii e che devono essere varati al più presto dal Congresso di Stato e dal Consiglio Grande e Generale.
Mi riferisco a:
- riordino dei corpi di polizia;
- istituzione della centrale operativa unica;
- introduzione nell'ordinamento giuridico del "processo per direttissima";
- inasprimento delle pene previste nel codice penale per chi viene colto in flagranza di reato;
- implementazione della strumentazione tecnologica a supporto del lavoro degli agenti di polizia.
Sicurezza e ordine pubblico non devono essere terreno di scontro politico, questo è chiaro, però è difficile non constatare un certo immobilismo su questi argomenti da parte di governo e maggioranza.
Tutto ciò è molto grave. I cittadini sammarinesi chiedono risposte precise ed immediate per vedere garantita nel miglior modo possibile la loro sicurezza personale e patrimoniale.
Gli appartenenti ai corpi di polizia stanno facendo ampiamente il loro dovere, con serietà, dedizione e efficienza, come dimostrato anche dai risultati positivi ottenuti sul campo. Ma non possono essere lasciati soli.
Ora è il tempo che pure la politica faccia la propria parte.
Altri ritardi non solo non sarebbero accettabili, ma sarebbero del tutto incompatibili con la gravità della situazione in cui si trova la Repubblica di San Marino.
Infatti, nonostante l'eccellente attività di pattugliamento del territorio svolta dai corpi di polizia verso cui intendo manifestare il mio personale apprezzamento, emerge in modo sempre più evidente la necessità di incrementare gli strumenti a disposizione delle forze dell'ordine per condurre un'efficace azione di prevenzione e repressione nei confronti dei fenomeni di delinquenza che si stanno moltiplicando nell'ultimo periodo.
È una situazione davvero inquietante che sta alimentando un clima di paura e di incertezza all'interno della comunità sammarinese.
Occorre pertanto una reazione politica ferma e determinata che deve portare all'adozione di misure divenute indispensabili per migliorare e potenziare l'attività di contrasto a furti, rapine e reati analoghi.
In tal senso rilevo con un certa preoccupazione la scelta del governo di effettuare ulteriori tagli alle risorse destinate al dipartimento sicurezza nell'ambito del bilancio previsionale per l'esercizio finanziario 2016. Va benissimo la spending review, ma ci sono settori in cui non è accettabile ridurre gli stanziamenti e uno di questi settori è proprio il dipartimento sicurezza.
Inoltre ci sono provvedimenti che non possono subire ulteriori rinvii e che devono essere varati al più presto dal Congresso di Stato e dal Consiglio Grande e Generale.
Mi riferisco a:
- riordino dei corpi di polizia;
- istituzione della centrale operativa unica;
- introduzione nell'ordinamento giuridico del "processo per direttissima";
- inasprimento delle pene previste nel codice penale per chi viene colto in flagranza di reato;
- implementazione della strumentazione tecnologica a supporto del lavoro degli agenti di polizia.
Sicurezza e ordine pubblico non devono essere terreno di scontro politico, questo è chiaro, però è difficile non constatare un certo immobilismo su questi argomenti da parte di governo e maggioranza.
Tutto ciò è molto grave. I cittadini sammarinesi chiedono risposte precise ed immediate per vedere garantita nel miglior modo possibile la loro sicurezza personale e patrimoniale.
Gli appartenenti ai corpi di polizia stanno facendo ampiamente il loro dovere, con serietà, dedizione e efficienza, come dimostrato anche dai risultati positivi ottenuti sul campo. Ma non possono essere lasciati soli.
Ora è il tempo che pure la politica faccia la propria parte.
Altri ritardi non solo non sarebbero accettabili, ma sarebbero del tutto incompatibili con la gravità della situazione in cui si trova la Repubblica di San Marino.
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